Creato da ivellmia il 21/10/2009

SCORCI DI VITA

"Solo quando l'ultimo fiume sarà prosciugato quando l'ultimo albero sarà abbattuto quando l'ultimo animale sarà ucciso solo allora capirete che il denaro non si mangia." Profezia Creek

 

 

"Because the Night"

Post n°1 pubblicato il 21 Ottobre 2009 da ivellmia
 
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“Prendimi adesso baby qui come sono / stringimi forte, prova a capire / il desiderio è forte è il fuoco che respiro / l’amore è il banchetto sul quale ci sfamiamo”. Inizia così Because the Night, scritta nel 1978 insieme a Bruce Springsteen. “Perché la notte appartiene agli amanti”: è il testo simbolo di un’epoca, forgiato sullo stile di vita bohémien. Allo stesso tempo però i versi della canzone esprimono pienamente la passionalità dell’artista e, soprattutto, il suo credo nell’amore. Ricordiamo infatti che per quasi 15 anni, dall’inizio degli anni 80 a metà degli anni 90, Patti Smith ha scelto di stare lontano dai riflettori, per dedicarsi quasi totalmente alla famiglia. Solo su consiglio degli amici, il poeta Allen Ginsberg e Michael Stipe, cantante dei Rem, è tornata sulle scene, riuscendo così a superare il dolore per la morte del marito Fred, scomparso nel 1994.

 

 
 
 

"Walzer per un amore" Fabrizio de Andrè

Post n°2 pubblicato il 21 Ottobre 2009 da ivellmia
 
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Come sono? ...Dolce, sensibile alle emozioni che offre la vita, in ogni sua manifestazione. "Non sei la sola", direte voi, ma lo sento al punto che mi va di scriverlo qui, anche perchè non m'importa rincorrere l'originalità a tutti i costi ... Dolce sì ma dura di fronte all'abuso nei confronti della vita stessa sia esso rivolto alle persone, agli animali o alla natura, madre adorata. Disprezzo l'ipocrisia e l'ignoranza, quella maligna, che mette al primo posto il potere e la sopraffazione altrui. Adoro le arti umane in tutte le sue espressioni, ammiro e, affettuosamente, invidio chi ha la gioia di scoprire una passione e di viverla intrecciata alla propria vita...a me non è successo ma non mi cruccio più di tanto: l'arte usa a volte strade poco manifeste e si esprime ogni qualvolta si segua la via indicata dal proprio io. Beh...nemmeno questo posso dire di aver fatto, non fino in fondo... ma il cammino verso la conoscenza di me stessa non è ancora del tutto percorso ed è bello immaginare e sognare quello che sarà...

 
 
 

Mi fa male il mondo

Post n°3 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da ivellmia
 
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Una video-poesia sui testi e la voce di Giorgio Gaber, un'opera che mi ha dato i brividi, un misto di shock e illuminazione.

 
 
 

Blue Man Group

Post n°4 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da ivellmia
 

Dove si erano nascosti 'sti qua! Sono fortissimi e l'idea che hanno avuto è geniale. Sembra di vedere i primi individui dell'Umanità al momento in cui hanno cominciato a capire che si può fare musica. Perfezionando il metodo e adattandolo a scuole materne e asili nido produrrebbe risultati incredibili nell'avvicinamento dei bimbi alla Musica. Introducendo poi nelle stesse scuole più Sport, il teatro e l' insegnamento dello Yoga, si aiuterebbe di sicuro la formazione della personalità dei nostri giovani e di conseguenza degli adulti che nel futuro prenderanno le redini della Società. Ma mi chiedo, sarà davvero questo lo scopo di chi si occupa di educazione o al contrario mirano a formare dei cittadini non completamente maturi,frustrati, per poterli manovrare meglio...? 

Avete l'impressione che sia andata fuori tema...? Non credo proprio. Io ci vedo la relazione ;-)

 
 
 

Amare

Post n°5 pubblicato il 23 Ottobre 2009 da ivellmia
 
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Amare una persona è… averla senza possederla.
Dare il meglio di sé senza pensare di ricevere.
Voler stare spesso con lei, ma senza essere mossi dal bisogno di alleviare la propria solitudine.
Temere di perderla, ma senza essere gelosi.
Aver bisogno di lei, ma senza dipendere.
Aiutarla, ma senza aspettarsi gratitudine.
Essere legati a lei, pur essendo liberi.
Essere un tutt’uno con lei, pur essendo se stessi.
Ma per riuscire in tutto ciò, la cosa più importante da fare è…accettarla così com’è, senza pretendere che sia come si vorrebbe.

 
 
 

A proposito di invidia

Post n°6 pubblicato il 24 Ottobre 2009 da ivellmia
 
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Provo un'invidia, molto affettuosa, verso il mio amato fratello per l’enorme fortuna che ha avuto di essere il primogenito!
Grazie a questo quando ci siamo trasferiti nell’appartamento al terzo piano di fronte all’Italsider di Cornigliano aveva già potuto gattonare e correre con altri bambini in piena libertà, sui prati e sulle strade polverose di un paesino della Sardegna tra pecore e galline, inseguendosi e inseguendo nuvole dalle mille forme in quegli spazi infiniti.
Io invece al momento della traversata avevo solo 3 mesi e ho trascorso la prima infanzia praticamente da sola, con mia madre che, dovendo accudire marito e fratello operai e due bambini, aveva il suo bel da fare senza l’aiuto degli elettrodomestici che in seguito hanno notevolmente alleggerito il mestiere della donna di casa...
Pur essendo amorosa e dolce con me, era ben felice del mio buon carattere. Mi racconta spesso che mi piazzava con due sedie capovolte a mo’ di seggiolone davanti alla finestra e ci restavo ore senza lamentarmi. Che ci vedevo tra gli sbuffi del fumo grigio di quelle ciminiere, proprio non lo so.
Abituata a non vedere nessuno, se non le persone di casa, mi è venuta una paura degli altri, ma una paura vera, che quando andavamo al paese fuggivo da quella marea di parenti vocianti e complimentosi, rifugiandomi fra le gonne dell’unica zietta di cui avevo deciso di potermi fidare. “Poara stedda, cant’è ciusa”. Fin da subito mi son sentita dire che ero timida, dando per certo che questa cosa, oltre che vera, dovesse essere molto negativa.
Al momento dell’asilo naturalmente non ne ho voluto sapere e dopo un paio di tentativi mia madre ha rinunciato, consigliata dalla suora assai poco motivata che si occupava di noi :”Signora, sua figlia se ne sta sempre al banco a disegnare, non fa amicizia con le altre bambine e basta un nonnulla perchè scoppi a piangere... è davvero troppo timida, meglio che se la tenga a casa…”
Che sollievo ritornare al silenzio protettivo di casa, me ne stavo sotto un tavolo di legno con una enorme tovaglia decorativa e rassicurante che scendeva quasi fino a terra. E’ l’unico ricordo che ho di quel periodo, vivido al punto che vedo ancora le scanalature nelle quali mettevo i miei oggetti preferiti e inventavo di intrattenere un sacco di amici.
Il sollievo è stato solo temporaneo però, fino al momento di frequentare la scuola elementare, credo sia stata dura per me rendermi conto che quella non l’avrei potuta evitare.
Sotto quel tavolo ho comunque guadagnato qualcosa di fondamentale, la capacità di comunicare con il mio io, che mi è stata poi molto utile, magari non sempre ho capito i messaggi che mi mandava però non ho mai smesso di ascoltarne la voce.
Per questo non invidio per nulla i ragazzini di oggi che in presenza dello stesso problema di solitudine e timidezza si buttano a capofitto in uno schermo televisivo o in una consolle, certo queste cose aiutano a combattere la noia ma non a trovare un dialogo con se stessi.

Ma la mia invidia più grande risale ai tempi delle elementari, nei confronti di una mia compagna di scuola che si prese i complimenti della maestra per la sua chioma bionda e morbida. Come avrei voluto sentirli rivolti a me, che invece ricevevo dalle compagne commenti del tipo :”Ammetti che non sono veri, hai una parrucca…” e i conseguenti tentativi di tirarmela via. Odiavo quei capelli così strani, tanti e crespi… quanto ora invece ne vado fiera… ”Quanti capelli che hai, non si riesce a contarli…. di tanti capelli ci si può fidare…” Grande Lucio

 
 
 

Animals "The House of the Rising Sun"

Post n°7 pubblicato il 24 Ottobre 2009 da ivellmia
 

Un magico brano degli Animals  circonda con un'atmosfera perfetta le foto più belle di Johnny Depp.... quando voglio concedermi un momento di ricreazione...

 
 
 

I cento passi

Post n°8 pubblicato il 28 Ottobre 2009 da ivellmia
 

Indimenticabile questo film di Marco Tullio Giordana.
Mi ha permesso di conoscere meglio una persona di quelle che ti fanno dire "E'un peccato non averla incontrata." Con un coraggio e uno spessore interiore fuori dal comune che gli hanno permesso di vivere i propri ideali in modo più concreto di come li vive la maggior parte della gente.
Non dev'essere per nulla facile nascere e crescere in Sicilia (e quanti sono purtroppo i posti così belli e così tremendi, in Italia e fuori...)
Questo ragazzo ha preferito morire piuttosto che chinare la testa davanti a chi con l'arroganza vuole trasformare i cittadini, che dovrebbero essere legittimi padroni nel luogo in cui vivono, in esseri impauriti e striscianti.
Da brivido anche il brano dei Modena City Ramblers...

 
 
 

solo sogni...?

Post n°9 pubblicato il 29 Ottobre 2009 da ivellmia
 
Tag: sogni
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Il sogno comincia così: con A. facevo parte di un gruppo che si apprestava con un aire molto gioioso a fare una scarpinata su per i monti. La cosa ci è stata impedita dal gruppo che ci precedeva che doveva partire prima di noi e stranamente al momento dell’avvio voleva farlo alla maniera dei corridori olimpionici e retrocedendo, a mo’ di molla. In questa maniera veniva addosso a noi spingendoci quasi sgarbatamente nella cunetta vicino alla quale noi ci trovavamo.

Forse a causa di questa difficoltà  il sogno cambia ambientazione e mi trovo in una casa sconosciuta, grande, con un enorme giardino, non sono sicura che  fosse la mia, ma probabilmente sì.
C’era tanta gente, molte persone conosciute e altre no, parenti e amici.
Era un ambiente ad alto livello di socialità, si usava Internet e a momenti capitava che arrivasse gente  direttamente dall’etere.
Nel giardino ho trovato una tartaruga e la gioia era grande nonostante non sembrasse in piena salute: aveva il guscio rovinato, rotto in più di un punto e per questo spesso lo perdeva e rimaneva “nuda”. Uno dei ragazzi che erano lì si è offerto di fare qualcosa per ripararlo in modo che non lo perdesse più e io gli proposi l’idea, che apparve a  tutti geniale, di usare una pinzatrice. Presto fatto, la tartaruga venne messa a scorrazzare in  giardino.

Un altro dilemma si è presentato alle persone presenti e anche a quelle nell’etere, a mo’ di sondaggio ci si chiedeva: “ E’ sensato che A. e M. ritornino a fare coppia?”
Loro erano presenti in carne ed ossa e apparivano molto innamorati. Tutti cominciano a dire la propria ed è un unanime sì , solo una figura femminile comunicava con una mail il suo deciso dissenso. Questa persona si materializza e A. si distacca a malincuore da M. sentendo il bisogno di andare ad accoglierla alla porta per annunciarle che la decisione era stata presa comunque.

A questo punto mi distraggo da loro e mi avvicino ad un tavolo al quale siedono G., S., V. e altri. Mi interessava di conoscere il loro nuovo indirizzo email e soprattutto consigliare loro, se già non l’avessero fatto, di andare a visitare il sito di Jacopo Fo.
Mentre mi rivolgevo loro sentivo che qualcuno da dietro mi baciava ripetutamente sulla guancia, ma ci facevo caso distrattamente, tanto ero impegnata a parlare, un po’come farebbe una mamma assalita dalle coccole di un figlio in un momento poco opportuno o una fidanzata poco disposta alle effusioni del fidanzato. Solo dopo un bel po’ mi rendo conto che era M., arrivato all’improvviso dopo tempo che non ci si incontrava. “Finalmente ti accorgi di me..” Allora l’ho salutato  molto affettuosamente.

Nella scena seguente mi ritorna in mente la tartaruga e il desiderio di vedere se il rattoppo ha funzionato. Mi avvicino ad una finestra situata al pianterreno per guardare fuori e salgo sul davanzale per avere una più ampia visuale, allungo lo sguardo verso il giardino e a quel punto mi ritrovo a salire sempre più in alto, all’improvviso sono ancora sul davanzale ma ad un’altezza tipo al secondo piano, con una sensazione di vertigine sempre più attanagliante. Mentre mi sento sempre più prossima a cadere, sento S. che dall’ interno con calma attira la mia attenzione  cercando di tranquillizzarmi e guidandomi a farei movimenti giusti. “Tranquilla… tieniti al muro e girati piano… non guardare di sotto, ora siediti…” ho sentito il panico scemare e con un salto sono tornata giù.

 
 
 

ancora sogni...

Post n°10 pubblicato il 31 Ottobre 2009 da ivellmia
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Mi trovavo seduta fuori al tavolino di un bar con S.... J. non c’era ma era come se lo stessimo attendendo da un momento all’altro.
Sentivo una sensazione indistinta come se fossimo in procinto di partire per qualche luogo imprecisato.
Su uno schermo davanti a noi sfilavano delle scene di un film in lingua spagnola e S. dice di aver già visto quel film con suo fratello in lingua tedesca.
Allora io ho pensato :“Bene, potrebbero rivederlo così non si annoieranno mentre io vado a recuperare l’altra borsa..”
Ero molto preoccupata perché all’improvviso mi ero resa conto di portare a tracolla una borsa che non era quella con i miei soldi ma anzi era una borsa di poco valore, anche nel contenuto.
Mano a mano ricordavo di aver dimenticato la borsa in un posto dove eravamo stati poco prima.
A tutti i costi volevo evitare che loro venissero a conoscenza del guaio, mi avrebbero presa sicuramente per una sciocca,  pensavo di tornare là sperando di ritrovarla ma la sensazione di panico cresceva perché non sapevo con che mezzo andarci ed ero quasi sicura che anche arrivandoci non avrei ritrovato la borsa con i miei averi.

Cambio di scena, anche se c’è ancora aria di viaggi, sto andando in un albergo dove so esserci mamma, J., S., Gotham. Prima ero là con loro e parlavamo della scuola dei ragazzi e degli esami.
Non so perché fossi andata via ma ci stavo tornando non senza difficoltà, prima nel ritrovare la stanza, poi quando finalmente riesco ad orizzontarmi mi ritrovo a salire una scala molto affollata, imbottigliata da una moltitudine di persone, soprattutto donne.
Una in particolare si trova dietro di me, dopo aver attaccato bottone gentile e complimentosa, mi acchiappa una chiappa e molto sfrontatamente me l’accarezza a lungo parlando libidinosamente di quello che mi avrebbe fatto di lì a poco…
Stavo malissimo, accorgendomi che le altre persone erano dalla sua parte e liberarmi non sarebbe stato facile…

 
 
 

Lezione di democrazia dal passato

Post n°11 pubblicato il 07 Novembre 2009 da ivellmia
 

"Qui ad Atene noi facciamo così: qui il nostro governo favorisce i molti, invece dei pochi, e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così: le leggi, qui, assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza, quando un cittadino si distingue, allora esso sarà a preferenza di altri chiamato a servire lo stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa, al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così: la libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana, noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro, e non infastidiamo mai il nostro prossimo, se al nostro prossimo piace vivere a modo suo, noi siamo liberi, liberi di vivere, proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari, quando attende alle proprie faccende private. Qui ad Atene noi facciamo così: ci é stato insegnato di rispettare i magistrati e ci é stato insegnato anche di rispettare le leggi, e di non dimenticare mai coloro che ricevono offesa, e ci e’ stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte, che risiedono nell’universale sentimento di ciò che é giusto, e di ciò che é buonsenso Qui ad Atene noi facciamo così: un uomo che non si interessa allo stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile, e benché in pochi siano in grado di dar vita a una politica, beh, tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicita sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma io proclamo Atene scuola dell’Ellade, e che ogni ateniese cresce prostrando in se una felice versatilità la fiducia in se stesso e la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione. Ed é per questo che la nostra città é aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così!" 400 a.C. Questo è un monologo recitato da Pericle che, prima di diventare un grande statista, si era cimentato nell'arte del teatrante con gli amici Pindaro ed Eschilo. Fu trascritto e fatto giungere fino a noi da un tale Tucidide, insigne scrittore nonchè frequentatore di teatri e locali notturni (non pensate a personaggi come Corona, tutta un'altra storia...) Sembra impossibile che argomentazioni così all'avanguardia già albergassero nella mente degli uomini fin da tanti anni fa. Ritengo altrettanto incredibile che dopo 2500 anni l'uomo non sia ancora riuscito ad applicare nella realtà regole di civiltà così importanti e semplici allo stesso tempo. L'uomo antico, che noi dall'alto della nostre conquiste tecnologiche guardiamo con sufficienza, era già così consapevole del valore della convivenza umana e dell'importanza dei diritti fondamentali di ogni singolo individuo. In Italia testi come questo sono letti solo in qualche liceo, mentre sarebbero istruttivi fin dalle medie, affiancando lo studio della nostra Costituzione, trascuratissima pure lei. E i risultati si vedono, purtroppo. Provo invidia per gli umani di quel tempo in cui, non solo dalle teste di filosofi e politici, ma anche da quelle di buffoni e saltinbanchi scaturivano idee così avanzate. Oggi sì, abbiamo ancora alcuni saltinbanchi che continuano a fare una satira molto spassosa e spesso intelligente; dobbiamo sopportare però troppi politici che appaiono sempre più come buffoni..!

 
 
 

Solitudine

Post n°12 pubblicato il 21 Novembre 2009 da ivellmia
 
Foto di ivellmia

La solitudine è necessaria per nutrirmi, ricaricarmi. La solitudine è il luogo essenziale in cui posso essere me stessa, essere con me stessa, dove la realtà prende la forma del desiderio; solo quel che si desidera tra sé e sé tende a essere reale". La solitudine non è ciò che ci separa dagli altri, ma quello che ci lega a loro, in profondità. Siamo tutti soli. Esserne consapevoli porta a creare dei legami di compassione con chi ci è vicino.

 
 
 

"Nuotando nell'aria" Marlene Kuntz

Post n°13 pubblicato il 23 Novembre 2009 da ivellmia
 

 

"Quei giuramenti, quei profumi, quei baci infiniti... rinasceranno?"

"Se oramai sono appassiti...non possono rivivere..."

 
 
 

Sii cittadino, lasciati processare!

Post n°14 pubblicato il 29 Novembre 2009 da ivellmia
 

Lasciati processare, come perfino G. Andreotti ha fatto (pure con qualche aggiustamento). Oppure imita il tuo "compagno di merende" B. Craxi e vattene ad Hammamet... Se dimostrerai coraggio e qualcosa che somigli allo spirito civico (dote dei maggiori statisti) e ti farai giudicare -come qualsiasi cittadino deve fare, ubbidendo alla Costituzione-, avrai il benestare ad abitare nella bella Sardegna gli anni della vecchiaia che già vedo incombere su di te... A patto però che non ti si senta più parlare di tunnel sottomare e boiate del genere e soprattutto... giù le mani dal Quirinale, non sei abbastanza onorato per ambire a cariche così... onorevoli. Sì, sei stato eletto, lo sappiamo, ma CHI ti ha votato, questo si sa? Abbiamo sentito tutti quando hai beatificato mezza MAFIA: Dell'Utri, Ciarrapico e pure Mangano, e vai..! Jack lo Squartatore... no? Li definisci "lapsus" o "battute" e tutto finisce lì. Ma dove credi di essere, forse dall'onorevolissimo, comunque giudice da salotto, Sante Licheri? Sappiamo tutti che da circa 50 anni la mafia porta un bel numero di voti a questo e a quel partito e tu con queste battute e finti lapsus mi hai dato chiaramente l'impressione di parlare in codice, una specie di "pizzinno", invece che di carta in video-comunicazione. Per chi ci hai preso, per "teste di terza elementare"? Sarà presto chiaro che il tuo obbiettivo non è mai stato coincidente a quello delle persone, soprattutto quelle "comuni". Ci riusciremo a rendere consapevoli di questo anche qualcuno dei tuoi elettori, scegliendo tra quelli un po' meno imbambolati, quelli che hanno un minimo di coscienza civica e un po' più di sale in zucca. E questa non solo sembra, è una minaccia. Ecco, per chi ancora non lo sapesse, qual'è l'opinione che matricola 1816 della loggia P2 ha del suo pubblico, che sono anche i suoi elettori: "Il pubblico italiano non è fatto solo di intellettuali, la media è un ragazzo di seconda media che nemmeno siede al primo banco... E' a loro che devo parlare" (Silvio Berlusconi, Corriere della Sera, 10 dicembre 2004). Altro che voto, uno sputo in un occhio si meriterebbe. Chi non si offende è assopito oppure non vede l'ora di abusare pure lui di chi dorme...

 
 
 

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