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Don Giussani
Post n°140 pubblicato il 24 Febbraio 2005 da john.keating
Trovo sinceramente stucchevole l'unanime cordoglio che il mondo politico e culturale sta manifestando per la morte di Don Giussani. Tanto per non usare giri di parole. Personalmente, questa storia che tutti i morti sono uguali, non mi va giù. Sono uguali in quanto uomini, ma gli uomini sono tali innanzitutto e perlopiù perché producono significati. I loro atti, ciò che gli uomini compiono in vita, sono il senso stesso del loro essere umanità, così che ciò che un uomo ha compiuto in vita non può passare in secondo piano all'atto della sua scomparsa. Don Giussani non era un santo. Non lo era. Il movimento che ha fondato e guidato ha avuto commistioni col potere politico pesantissime, collusioni con organizzazioni mafiose, ed è stato al centro di scandali economici e finanziari. Era un centro di potere che ha pesantemente condizionato la vita di questo paese, secondo una logica e un'ottica tutt'altro che largamente condivisa. Ma al di là di questo, l'ideologia di Don Giussani era fermamente antimoderna, conservatrice e per certi tratti persino reazionaria. Esso si è battuto contro la modernizzazione dei costumi, contro le conquiste civili e sociali; era contro l'ideale illuminista e democratico largamente alla base del nostro concetto di "società civile". Mi spiace, non è morto un Santo. Morire è semplicemente una condizione fondamentale dell'Uomo. Ma questo non significa assolvere ciascuno dalla responsabilità delle sue azioni: queste egli è stato. Di queste si deve parlare. Di questo si deve giudicare.
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Inviato da: pal_jazz
il 05/07/2006 alle 15:28
Inviato da: john.keating
il 19/05/2006 alle 17:40
Inviato da: ladymiss0
il 07/10/2005 alle 10:40
Inviato da: singleproblem
il 07/10/2005 alle 01:49
Inviato da: Stephanie10
il 06/10/2005 alle 20:33