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La favola di Cristo… o la favola di Cascioli?

Post n°5 pubblicato il 28 Maggio 2006 da Johna
Foto di Johna

«Navigando su internet mi sono imbattuto nel sito di un certo Luigi Cascioli che dice di avere le prova inconfutabile che Gesù non è mai esistito… fra l’altro ho visto che è citato da molti altri siti. Io sono cristiano e a questo punto mi sento alquanto confuso… Se Cascioli avesse ragione che cosa ne sarebbe della mia fede? Fin d’ora in chi ho creduto, in un mito inventato dalla chiesa antica?»

Il caso “Luigi Cascioli” è emblematico per comprendere fino a che punto può arrivare il potere di persuasione del Web. Luigi Cascioli, nato il 16.02.1934 a Bagno Reggio, seminarista rigettato, agronomo in pensione, dopo essersi improvvisato storico fai da te, ha sfornato un libro che, a suo dire, costituirebbe la prova inconfutabile della non esistenza di Gesù Cristo.

A sostenerlo gran parte dei movimenti anticristiani, massonici e anticlericali d’Italia, molti dei quali hanno fatto della distruzione della chiesa il sogno della loro vita. Non si tratta soltanto di un sostegno finanziario, ma soprattutto “informativo”. Il sito di Luigi Cascioli è stato, infatti, oggetto di un’imponente azione di propaganda tra i siti anticristiani e basta utilizzare un motore di ricerca per rendersene conto.

A fronte di questa massiccia invasione del web, che potrebbe indurre a ritenere che le tesi sostenute dal Cascioli siano verosimili, c’è l’indifferenza pressoché totale del mondo accademico e scientifico Per quanto mi è dato sapere al momento nessun grande nome di studioso universitario  ha speso una parola di approvazione per l’opera del Cascioli. Anzi, sono pochi anche quelli che hanno speso parole di biasimo, tanto il suo lavoro è considerato sui generis e inadatto per costituire  l’oggetto di una seria discussione scientifica.

Per capirne la ragione basti riflettere sul fatto che Cascioli afferma ripetutamente  che la sua "prova" che nega l’esistenza storica di Cristo è “inconfutabile”. Lo fa evidentemente per ottenere un effetto di "incantamento" sui suoi ignari  e talora sprovveduti interlocutori. Ogni studioso di storia sa bene che anche qualora si ritenga di essere in possesso di dati importanti e inediti a favore di una determinata affermazione di carattere storico,  ci si deve limitare a parlare di una nuova “ipotesi”, la cui validità verrà poi eventualmente verificata attraverso il dibattito accademico. Ma temo che il signor Cascioli non sappia dove sta di casa l’“Humilitas scientifica”; al contrario, ogni pagina del suo libro è impregnata dalla persuasione di essere il più grande storico delle antichità cristiane dell’ultimo secolo, colui in grado di confutare il 99% di ciò che è stato scritto prima di lui a proposito dell’esistenza di Gesù, da credenti o da atei.

Malgrado tutto ciò, ci sono molte persone che, imbattendosi nel suo sito e nelle centinaia di siti che linkano questo sito, finiscono con il credere che i risultati della ricerca di Luigi Cascioli hanno un reale valore storico.

Se Cascioli fosse convinto del valore scientifico delle sue argomentazioni non affiderebbe le sue tesi ad uno strumento ingannevole e a-scientifico come internet, ma a qualche rivista accademica, naturalmente laica e concernente la letteratura antica cristiano-giudaica.

Ma il suo progetto è un altro, lo stesso dei cosiddetti “maestri del sospetto”: seminare il dubbio nel maggior numero possibile di persone sulle fondamenta della della fede cristiana e sulle origini della Chiesa ( …un “progetto” che sembra accomunare molte iniziative editoriali di questi tempi! il riferimento al Codice da Vinci è del tutto voluto…). Anche la causa intentata contro don Enrico Righi è servita a far da  gran cassa di risonanza, anche se paradossalmente ha trovato maggior attenzione da parte della stampa internazionale che di quella italiana (...e questo è evidente un punto in onore della nostra stampa!). Un processo ridicolo, che  sta piedi soltanto grazie alle ingenti somme di denaro devolute al nostro agronomo dai numerosi suoi fans anticlericali. Ciò che sta a cuore a Cascioli e ai suoi discepoli (e “maestri”!) è il clamore, non certo la scientificità.

Lascio ai lettori cristiani di questo post, che credono  all’esistenza di un “Male personale” che si accanisce da sempre contro i discepoli di Gesù, un'eventuale ulteriore riflessione sulle ragioni ultime  e più profonde di questo meschino progetto...

E' sufficiente  scorrere poche righe del suo sito per capire che l’Autore procede in un modo del tutto arbitrario ed a-scientifico, strumentalizzando a suo piacimento i documenti e talora con grossolani errori che solo uno pseudo-storico può commettere. Ad esempio questi afferma a proposito di Giuda Iscariota: «Ricorrendo ancora alla geografia, come avevano fatto con la città di Cana per trasformare Cananite (zelota) in cananeo e con la regione della Galilea per nascondere il significato rivoluzionario dell'appellativo "galileo", fecero derivare iscariota, in ebraico ekariot che significa sicario, dalla città di Keriot dicendo che questo era il suo paese nativo. Trasformazione che se fece ridere ancora una volta i loro avversari pagani ed ebrei (come fa ridere anche noi), non fu tanto per l'evidente trucco che avevano usato ancora una volta ricorrendo alla geografia, quanto perché questa città, la città di Keriot, non era mai esistita». Beh, fa ridere anche me, visto che basta conoscere l’Antico Testamento per sapere che la città di Keriot è esistita: appare a chiare lettere nell’elenco delle località della tribù di Giuda nel Libro di Giosuè (15, 25). Un’altra Keriot (di Moab) è citata in Amos 2,2. 

Ma dico io… se uno vuol proprio far credere che è uno storico almeno eviti queste gaffes! prima di dire allegramente che una città non è mai esistita controlli almeno (dico “almeno”) su un buon atlante biblico o nelle note della celebre Bibbia TOB dove si legge: «Keriot: borgata della Palestina meridionale» (Mt 10,4, nota a). Fra l’altro questa etimologia di “Iscariota” non esclude quella da lui proposta e accettata da molti studiosi, che naturalmente non farebbe nessun problema; nel gruppo dei discepoli, come tutti sanno, ce n’era già uno con questo appellativo, Simone lo “zelota” (“sicario” in latino è stato reso “zelota) e nessuno per questo si è mai stracciato le vesti!

Altra gaffe ancora più madornale. Scrive, il nostro simpatico (!) agronomo: «L'osservazione di carattere religioso riguarda l'evidente incoerenza che c'è tra le parole di Gesù che elegge 12 apostoli perché 12 sono i troni destinati nei cieli: "E Gesù disse loro: <>" (Mt. 19-28) e la realtà dei fatti che vede ridursi il numero degli apostoli a undici. (A ciascuno il proprio commento)». Ecco allora il mio commento: Anche la mia nipotina di 10 anni sa che gli Atti degli Apostoli ci parlano dell’elezione di un 12° apostolo, Mattia, che avrebbe dovuto prendere il posto di Giuda, dopo la sua morte, per ricostituire il gruppo dei “Dodici”. Cf At 1,15ss. C’è da chiedersi se Cascioli finge di non sapere e inganna sapendo di ingannare (in malafede) oppure se è solo una questione di “ignoranza” (nel senso etimologico del termine).

Forse potrebbe bastare quanto scritto fin qui. Non ho citato fonti accademiche perché, come dicevo, gli storici di professione si sono disinteressati allo studio di Cascioli. Per chi fosse comunque interessato a continuare nell’esplorazione de “La favola di Cascioli”, riporto qui di seguito alcuni testi presi da altri blog, dei quali non garantisco peraltro l’attendibilità storica.

Per chi, invece, desiderasse conoscere uno studio SERIO circa le testimonianze antiche extra-cristiane sul Gesù storico, consiglio  un recente libro di un professore americano di Nuovo Testamento: Robert Van Voorst: "Gesù nelle fonti extrabibliche; le antiche testimonianze sul maestro di Galilea"; Milano: San Paolo, 2004 (200 pagine, di non difficile lettura).

Buona lettura!

«Cascioli è uno spammer spaventoso. Ricevo decine di sue email tutte uguali, piene di comunicati stampa aggressivi. Scriveva un mio amico: "Non ho le competenze per valutare la maggior parte delle affermazioni fatte, e comunque non ho voglia di perderci tempo, ma nonostante ciò, mi sembra di poter dire che l'attendibilità del sito è bassissima. Ci sono le caratteristiche tipiche delle pseudoscienze: 1) comunicazione rivolta a Internet e ai mass media anziché alle riviste specialistiche e ai convegni di settore; 2) atteggiamento fondamentalistico (a partire dal titolo "anti-religions.org"); 3) toni sopra le righe ("l'Italia e' uno stato teocratico come l'Iran"); 4) disinteresse della comunità scientifica (tra le recensioni più "autorevoli" del suo secondo libro c'è quella commovente di un certo Carlo Medori - amico di studi dell'Autore, Dottore in Scienze Economiche e Commerciali,insegnante di scuole superiori, saggista e autore di libri scientifici)>> (da un intervento di Mariano TOMATIS ad un forum del sito RennesleChateau.it; Tomatis è Coordinatore del Gruppo di Studio su Rennes-le-Chateau e Creatore del sito del CICAP del Gruppo Piemonte; non certo un paladino della Chiesa! …ma, a differenza del Cascioli, dotato di una solida metodologia storico-scientifica).

<<Basta fare un giro sul suo sito per accorgersi che Cascioli è un tignoso, molto arrabbiato, che vuole morire con qualche grado di celebrità. Quanto a "scienza", nulla. Come il "Libro di Sani Gesualdi" di Nino Frassica, ma meglio impaginato. […] non è questione di "possibilismo" ma di serietà e di metodo storico, di studio e di convenzioni fra studiosi. Cascioli non rispetta queste qualità, e rientra di forza nella junk science, la scienza spazzatura. Un ateo che almeno ha faticato è Gianni Grana, è morto, i suoi libri sono tutti su internet. Ma Cascioli...>> (da un intervento di "Bud Spencer" al forum sopra-citato).

« Luigi Cascioli è un visionario. Cita documenti inesistenti e con coordinate fasulle come una fantomatica corrispondenza tra Leone X e il Bembo in cui il papa avrebbe ammesso che Gesù Cristo è una favola, ritiene inoltre che l’incendio di Roma sotto Nerone non sia mai avvenuto, cita costantemente storici della Chiesa facendo loro dire l’esatto contrario di quanto affermano, e, dulcis in fundo, non sa una parola di greco. Come già detto, l’unico sito scientifico che conosco sul cristianesimo antico è fatto da un mio amico di forum dell’università di Torino: www.christianismus.it di Andrea Nicolotti (Laureato in Lettere Classiche, nella disciplina Letteratura Cristiana Antica. Dottore di ricerca in "Istituzioni, società, religioni dal tardoantico alla fine del medioevo" - Università degli Studi di Torino. Già borsista di ricerca presso la Fondazione Michele Pellegrino - Centro di studi di storia e letteratura religiosa – Torino). L’unica favola è il libro di Cascioli, falso già nel titolo. La citazione incriminata è la seguente: “Si sa da tempi remoti quanto ci sia stata utile la favola di Gesù Cristo"Con coordinate annesse: Lettera di papa leone X al Cardinal Bembo. Archivi vaticani - Corr. Leone X - vol. 3° - volume cartonato grigio con cordame di collatura scaffale 41 - 2° piano inf. Mcrofilm disponibile. Nicolotti ha scritto agli Archivi Vaticani, il prefetto rispose con lettera protocollata qui riprodotta:

Prot. N. 39.315 Vaticano, 24 aprile 2003 Egregio Dottore Mi riferisco alla Sua lettera in data 22 u.s. e Le preciso, in sintesi, quanto segue. 1) La segnatura che Ella mi ha inviato, divulgata da alcuno, ovvero "Corr. Leone X, vol. 3°, scaffale 41, 2° piano inf." non è riferibile in alcun modo all'uso delle nostre segnature, né indica alcun nostro fondo. Ho pensato si trattasse di una collocazione di qualche volume alla vicina Biblioteca Vaticana, ma anche questo è da escludersi, perché la Biblioteca non ha lo scaffale 41, né usa simile genere di segnature. Quanto poi alle lettere di Leone X al Bembo (rare, in verità), esse sono note da tempo in diverse edizioni (fin dalla metà del XVI secolo) e sono dunque leggibili da tutti; ma credo che in esse non si troverà una frase come quella ascritta a Leone X. Nei nostri fondi si può escludere assolutamente che si conservi una qualche corrispondenza di Leone X in 3 voll. e i pochi Registri Vaticani in cui vi erano poche lettere del Pontefice dirette al Bembo sono purtroppo perduti. In buona sintesi penso di poter dire che si millanta una fontevaticana senza precisare in alcun modo una benché minima segnatura coerente e plausibile.                       P. Sergio Pagano, B., Prefetto

Del resto era prevedibile. La frase originale in latino attribuita a Leone X è stata scritta da uno sgrammaticato, inoltre non s’è mai vista una biblioteca che descrive l’esterno dei libri dicendoci addirittura che c’è del “cordame di collatura”, come se qualora si deteriorasse il cordame dovessimo cambiare segnatura. Viene poi da chiedersi come possa esistere un corridoio “Leone X” con 41 scaffali! Leone X non era così grafomane. Dopo una lunga serie di folli discussioni con un certo Elio (fan di Cascioli), Andrea Nicolotti riportava questa lista: Ricapitoliamo:
1) Cascioli riferisce di notizie riguardanti l'incendio di Roma e la morte di Pietro e Paolo riportate sugli Annali. FALSO, negli Annali non compaiono mai né Pietro né Paolo;
2) Cascioli dice che l'incendio di Roma del 64 è una invenzione dei Cristiani. FALSO, l'incendio di Roma sta pure sulla garzantina di cui ho dato riproduzione fotografica; 3) Cascioli dice che gli storici contemporanei non trattano dell'incendio da parte Tacito. FALSO, ne parla Svetonio, segretario imperiale; 4) Cascioli dice che Simone detto Cefa (Pietro) era stato fatto giustiziare nel 44. FALSO, nell'inizio 49 era a Gerusalemme per il concilio narrato da Atti, nel  febbraio 49 va ad Antiochia, ad aprile ha lo scontro con Paolo ad Antiochia, nel 56 viene a Roma e nel 64 muore. 5) Cascioli dice che il capitolo di Tacito sull'incendio di Roma uscì fuori soltanto nel XV secolo per opera di un certo Pogge, segretario pontificio, il quale disse di averle ricevute nel 1429, sotto forma di un manoscritto dell'XI secolo, da un monaco anonimo che era venuto a Roma in pellegrinaggio. INVENTATO, il cap. XV degli Annales è conservato in un codice beneventano del secolo XI (il Mediceus plut 68.2) tuttora custodito alla Biblioteca Medicea di Firenze, scoperto da Zanobi da Strada e dal Boccaccio (fiorentini), sempre restato a Firenze, mai andato a Roma da nessun segretario pontificio. Ignoriamo poi un segretario pontificio di nome Pogge; 6) Cascioli dice che La dimostrazione che il documento presentato da Pogge sia un falso ci viene anche dallo storico della Chiesa Duchesne che è arrivato alla conclusione di proporre la soppressione dalla storia della Chiesa dei primi nove papi, compreso lo stesso Pietro, perché mai esistiti (Storia Antica della Chiesa). MENDACE, ho riprodotto in fotografia le pagine dove l'abate Duchesne parla dei primi papi e non dice nessuna di queste scemate (Fine citazione).

Aggiungo alcuni fatti: 1) Il sito di Cascioli sostiene che il Testimonium Flavianum è spurio. FALSO: sono spurie solo le aggiunte di un copista cristiano successivo. E’ stata di recente trovata una versione araba del passo in questione, guarda caso senza le glosse che i filologi avevano già espunto, e dunque nessuno crede più che il testo sia interamente interpolato; 2) Vuol far passare la lettera di Plinio il Giovane a Traiano per un testo che parla di esseni. E’ FALSO. Nel 112 d.C., anno in cui questa lettera venne scritta, gli esseni non esistevano più. Plinio poi parla esplicitamente di “istruttorie a carico dei cristiani”, e chiede a Traiano se nel fare processi deve tenere conto dell’età e risparmiare i bambini. Peccato che gli esseni praticavano l’assoluta castità e i bambini non venivano neppure accettati nella setta. Viene poi da chiedersi come Cascioli intenda questo passo di Plinio dove si parla di due diaconesse cristiane: “Per questo, ancor più ritenni necessario l’interrogare due ancelle, che erano dette ministre, per sapere quale sfondo di verità ci fosse” Peccato che gli esseni non accettassero donne, vista la misoginia imperante. Si dice poi di questi cristiani che adorano: “Cristo come Dio”, Cascioli commenta che questo Cristo è il messia che aspettavano anche gli esseni. Due osservazioni: 1) Cristo è un termine greco, non è attestato in nessun documento esseno che gli aderenti alla setta chiamassero così il loro messia; 2) Gli esseni non consideravano Dio il messia che stava per venire. Dobbiamo forse andare avanti? Il sito è una serie ininterrotta di citazioni fasulle e paralogismi, un esempio lampante di come si possa ignorare il metodo storico critico dall’alfa all’omega>>    (da un intervento di  Polymetis" al forum sopra-citato).

 
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