Spazio musicaLargo alla musica e agli artisti locali: recensioni, idee, considerazioni |
PREMESSA
Mi chiamo Rain, ho 23 anni e sono da 5 anni il chitarrista e cantante scream/melodico di un gruppo chiamato Anomal Essence.
Ho deciso di creare questa rubrica per dare più spazio ad una realtà erroneamente troppo poco considerata: quella musicale. Essendone parte io stesso, mi rendo conto di come i gruppi locali si trovino a dover lottare contro una scena provinciale disposta a lasciargli uno spazio davvero ridotto.
E' ora di dire basta!
E' giunto il momento di dare più spazio alla fatica, all'impegno e alla bravura dei nostri artisti; ecco perchè, tramite questo piccolo blog, ho deciso di dare il mio contributo occupandomi di recensire i cd dei gruppi locali, di parlare di musica e di tutti i numerosi problemi che le gravitano attorno.
Tengo a precisare, a scanso di equivoci, che non sono qui per giudicare - perchè non sono superiore a nessuno, mi ritengo e sono uguale a voi - ma per ascoltare la vostra arte e darne mostra anche agli altri. Insomma, mi limiterò ad esprimere la mia opinione personale e ovviamente contestabile sui lavori giunti in redazione e più in generale sulla musica.
Ognuno di voi poi può dare il suo contributo inserendo commenti (anche anonimamente - basta lasciare vuoto il campo che richiede l'inserimento della propria e-mail) o scrivendo all'indirizzo e-mail jungle.musica@libero.it .
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Post n°20 pubblicato il 20 Luglio 2008 da jungle.rain
Cosa accomuna i componenti di un gruppo musicale? Molte cose… c’è chi vi risponderà “gli stessi gusti musicali”, chi “uno stile di vita”, chi ancora “la stessa passione per la musica”, e chi oltre a questo vi dirà che il collante del suo gruppo è quel particolare feeling, quell’aria di amicizia, risate, scherzi e anche tanta, tanta musica che volteggia dentro la sala prove ed esplode sul palco, grande o microscopico che sia, durante un live. Ci sono gruppi le cui canzoni forse non rimarranno in eterno, finiranno dimenticate in men che non si dica finanche da quei pochi amici che hanno sempre seguito la band e le sono stati accanto, ma la loro magica aria che nasceva dal fare musica non solo con la tecnica, ma anche col cuore, rimarrà indimenticata. Detto questo, non mi resta che salutare un piccolo grande gruppo prossimo alla fine, la cui magia però non cesserà mai di aleggiare in quella vecchia sala prove (e - aggiungerei - anche nei cuori di tutti noi)… CIAO, RIFF. CI MANCHERETE. "senza un pò di voi, qui c'è poco da scherzare" |
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CONTRO LA DITTATURA RADIOFONICA
Non si pone spesso attenzione sull’importanza delle radio nel veicolare e diffondere musica, eppure queste, pur non avendo più lo sconfinato potere di un tempo, continuano a detenere il coltello dalla parte del manico per ciò che riguarda i gusti della maggioranza delle persone. Al centro commerciale, in un negozio, a volte anche al lavoro, in macchina o in casa ciò che ci martella le orecchie sono i suoni che provengono dalle frequenze radiofoniche. Si sentono le stesse canzoni decine di volte, finchè quasi automaticamente si giunge a conoscerne a memoria il motivo.
Prestando un po’ di attenzione è facilissimo notare come le radio italiane in linea di massima selezionino i brani operando un vero e proprio “razzismo musicale”: un piccolo esempio? L’ossessività con cui vengono proposte canzoni di artisti come ad esempio Laura Pausini o Eros Ramazzotti, e la rarità con cui vengono fatte ascoltare le produzioni di gruppi invece famosi all’estero come Lacuna Coil o Linea 77… ma non solo! Per fare un esempio sugli artisti più gettonati abbiamo utilizzato due esempi italiani, ma forse ho un po’ sbagliato: la quantità di musica italiana che viene messa in onda è assolutamente irrisoria se paragonata a quella straniera. Molte stazioni si giustificano adducendo il pretesto che in Italia manca innovatività o uno stile personale: questa tesi è più che ovviamente falsa… basta pensare a gruppi come Subsonica o Bugo, assolutamente scartati dai programmi radiofonici!
Vi chiedete il perché le radio emarginino alcuni artisti, emancipandone altri? Bè, proviamo a darvi una risposta noi… perché si pensa troppo alla commercialità, all’orecchiabilità! A questo punto viene logico dire: “Le radio DEVONO pensare alle cose commerciali perché sono quelle che piacciono alla massa!”. Bè, a questa tesi sono da ribattere alcuni fatti storici: Elvis Prasely quando ancheggiò per la prima volta in tv era commerciale? Eppure è considerato il re della musica! E i Pink Floyd? Hanno rivoluzionato la musica! E con loro gente del calibro di Jim Morrison, Genesis, Nirvana…
Concludiamo con un augurio: che le radio la smettano con la loro dannata dittatura e inizino a dare spazio a tutti… dovrebbe essere veramente il pubblico a decretare chi merita fama e chi no, selezionando i propri artisti preferiti tra i molti che le radio dovrebbero mettere a disposizione di tutti gli uditori.
Rain, Laura Liguori
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