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Messaggi del 16/12/2008

UN SANTO NATALIZIO

Post n°158 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da xxx_bluebaby_xxx

SAN NICOLA
San Nicola nacque verso il 270, forse a Patara, nella Licia (attuale Turchia). Rimasto orfano ancora giovinetto, venne accolto da uno zio che risiedeva nella città di Mira (oggi Dembre). Ben presto Nicola si fece ammirare per la grande bontà e generosità che animavano il suo operato soprattutto verso i più poveri, ai quali distribuì le ricchezze ricevute in eredità dai genitori.

In seguito venne ordinato sacerdote dal vescovo di Mira e, alla morte di questi, ne divenne il successore. Anche in questo campo si distinse ben presto per lo zelo pastorale e l'amorevole cura con la quale seguì il suo «gregge», mentre la risonanza di grandi miracoli da lui compiuti si diffondeva ovunque accrescendo la fama di santo riconosciutagli dai suoi stessi contemporanei.

L'indomito vescovo, alla sua morte avvenuta il 6 dicembre ma di cui non si conosce con esattezza l'anno (che si ritiene compreso tra il 345 e il 352), venne sepolto nella cattedrale di Mira.

Le reliquie rimasero a Mira fino al 1087 (la città intanto da diversi anni si trovava sotto il dominio turco), allorché un gruppo di marinai baresi le trafugarono e trasportarono a Bari dove giunsero il 9 maggio 1087 e dove tuttora si trovano. Il fatto che in questa città siano conservate le sue reliquie ha fatto sì che il taumaturgo di Mira sia comunemente conosciuto anche come san Nicola di Bari, di cui venne proclamato patrono.


In Olanda, ad esempio, san Nicola che i bambini chiamano familiarmente Sinter Klaus, con l'abito rosso, la barba bianca e la mitra vescovile (cappello a punta) in testa, era stato adottato dagli abitanti come portatori di doni per i più piccini. Dall'Olanda la tradizione raggiunse le colonie americane dei Nuovo Mondo, e anche lì Sinter Klaus (Santa Claus) continuò a spostarsi di casa in casa lasciando regali a tutti i bambini.
Con il trascorrere dei tempo il suo aspetto mutò, il cappello vescovile divenne un cappuccio a punta, l'abito pur rimanendo rosso si trasformò in giacca e pantaloni orlati di pelliccia bianca, mantenne la folta barba bianca ma ingrassò non poco, infine dall'America tornò in Europa trasformato nel Babbo Natale sorridente e instancabile nel distribuire i regali, proprio come Santa Klaus (cioè san Nicola) di cui mantiene lo spirito e la capacità di donare.

dal web

 
 
 

tradizioni di natale

Post n°157 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da xxx_bluebaby_xxx

Il Natale presenta tutti i caratteri e le manifestazioni dei giorni che segnano l' inizio di un ciclo annuale.
Periodo preparatorio è la "novena di Natale" che in Sicilia viene allietata dai ciaramiddari (suonatori di cennamella).
Originario carattere purificatorio ha il cenone della vigilia di Natale, tutto di "magro" a cominciare dal capitone che a Roma si vende per tradizione al portico di Ottavia, ma ha soprattutto significato di affratellamento e di amicizia.
Nella più antica tradizione popolare, il centro della festa è però costituito dal ceppo. Nell' accensione del ceppo, che rimane sul focolare fino a Capodanno, si fondono due elementi propiziatori: il valore del fuoco, immagine del sole, e il simbolico consumarsi del vecchio anno con tutto ciò che di male vi si era accumulato.
Anticamente a Genova, il ceppo natalizio veniva offerto al Doge dalle genti della montagna in una pittoresca cerimonia pubblica chiamata col bellissimo nome di "confuoco", il Doge poi versava sul tronco vino e confetti tra la gioia dei presenti.
San Bernardino invece si scagliava sia contro chi buttava vino sul ceppo, o si serviva del ceppo per scongiurare le tempeste.
Entrambe gli usi si sono conservati in Abruzzo fino ai tempi moderni. In Puglia si crede che l' accensione del ceppo simboleggi la distruzione del peccato originale.
Alcuni spiegano l' aspersione col vino, col ricordo del sangue di Cristo.
A Polena, in Abruzzo, si mettono ad ardere tredici piccoli legni "in memoria di Cristo e degli apostoli".
A Isernia il capo di casa benedice il ceppo con l' acqua santa, mentre i familiari gridano "viva Gesù".
Nella notte di Natale si crede avvengano prodigi e incantesimi, e che solo in essa si possano trasmettere segreti e scongiuri per guarire gravi malattie.
Secondo un'antica tradizione chi nasce in quella notte diventa lupo mannaro, perchè essa è riservata per l' eternità alla nascita di Gesù, e chi osa violarla viene così punito.
Tra le credenze positive vi è quello che l' acqua attinta alle fontane a mezzanotte e in perfetto silenzio ("acqua muta") rechi benessere e ricchezza.
Un tempo si festeggiava il Natale in modo semplice. La maggior parte della popolazione era costituita da contadini la cui vita nel periodo di Natale era molto diversa rispetto al resto dell'anno; non c'era infatti lavoro nei campi e perciò si aveva più tempo per trovarsi, raccontare e ricordare mille cose sorseggiando un bicchiere di vino caldo.
La sera della vigilia alcune persone giravano per le vie del paese portando una stella, cantavano e suonavano le pastorelle e sul carro si teneva una damigiana di vino, che veniva man mano riempita dai più generosi.
Le donne la sera della vigilia, con tanto amore e gioia, preparavano il pranzo di Natale con i semplici prodotti della terra (polli, conigli, patate).
Gli uomini accatastavano tanta legna per il fuoco, il ceppo più grande veniva messo a bruciare e doveva durare per tutto il Natale.
Spesso c'era anche la neve alta, ma tutti dovevano assistere alla messa di mezzanotte. Il giorno di Natale, euforici e pieni di allegria, si alzavano molto presto e si scambiavano gli auguri , qualcuno portava un regalo al parroco (cappone, gallina, dolce).
A mezzogiorno erano tutti a tavola. Il pranzo era in genere frugale: per le famiglie più facoltose consisteva in tortellini, cappone o gallina ripiena e cotechino, ma molte erano però le persone che anche quel giorno si dovevano accontentare di un pò di latte con la polenta.
Non vi erano illuminazione, alberi addobbati, vetrine con strenne e regali lussuosi; solo qualche modesto fiocco rallegrava alcuni alberi.
Nella chiesa vi era un semplice presepio con un Gesù di gesso: per farlo si utilizzava molto muschio, la capanna e le montagne erano fatti di ceppi di legno, carta e frasche, le strade erano realizzate con sassolini oppure con farina gialla, le poche statuine erano di gesso e cartapesta, piccole e semplici (ora qualcuna di queste si può trovare nei mercatini dell' antiquariato); il presepio era tutto spruzzato di farina bianca e ricordava un paesino di montagna.
Anche l' arrivo dei Magi era festeggiato con semplicità. Per l'Epifania i fedeli dopo aver assistito alla messa e alle funzioni partecipavano alla processione dei re Magi.
Era tradizione fare per tale ricorrenza,o nella sera di San Silvestro, un grande falò detto "buriel".
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In MESSICO, i giorni che precedono il Natale sono caratterizzati da una simpatica e popolare tradizione (risalente probabilmente alla metà dei XVI secolo), las posadas, che ripropone l'episodio dell'arrivo a Betlemme di Giuseppe e Maria e della loro ricerca di un luogo dove alloggiare.
«Dar posada» vuol dire ospitare un viandante e, nella tradizione natalizia, la posada è l'abitazione stessa che accoglie i protagonisti della natività. In quest'occasione un corteo segue Giuseppe e Maria (rappresentati da due bambini vestiti appropriatamente oppure delle statue portate dai bambini) che vanno a chiedere «posada», cioè ospitalità, in una casa. Prima di arrivare alla casa dove verranno accolti, si fermano a chiedere il permesso per alloggiare presso altre abitazioni con esito, però, negativo. Poi la processione riprende al suono degli strumenti musicali, intervallato da preghiere e canti di litanie.
Finché, dinanzi alla porta della casa prescelta, al gruppo nella strada che domanda «posada» con un canto, risponde dall'interno dell'abitazione un secondo coro. Quindi viene aperta la porta per accogliere gli ospiti con Giuseppe e Maria.
Dopo aver pregato tutti insieme, la famiglia ospitante offre dolci e bevande. Si termina con il gioco della pinata, una pentola di terracotta (pignatta) appesa ad una corda che un bambino bendato dovrà rompere colpendola con un bastone. Le pignatte sono piene di frutta, dolci e giocattoli.
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In POLONIA, la vigilia di Natale è chiamata Festa della Stella, e la tradizione vuole che, sino a quando non compare in cielo la prima stella, non si debba iniziare la cena.
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In FINLANDIA, oltre al classico albero di Natale, viene preparato all'esterno delle case un secondo alberello per... gli uccellini.
Si tratta, infatti, di un covone di grano legato ad un paio e addobbato con semi appetitosi.
Anche in altri paesi c'è questo simpatico pensiero verso i piccoli volatili che riempiono con il loro cinguettìo le ore della giornata; ad esempio in Germania, soprattutto nel sud, la gente sparge dei grano sul tetto delle case affinché anche gli uccellini possano far festa il giorno di Natale.
In Svezia, invece, si mette un mazzo di spighe di grano sul davanzale della finestra.
Nella città di Vienna, in Austria, i bambini (ma anche gli adulti) gettano briciole di pane agli uccelli durante l'ormai tradizionale passeggiata nel parco.

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In FRANCIA, nella notte di Natale, Gesù Bambino passa nelle case a distribuire i regali che riporrà nelle scarpe dei bambini disposte, per l'occasione, con tanta cura e trepidazione dai bambini stessi. Inoltre, durante la sua visita appenderà dolci e frutta all'albero di natale.
Un dolce natalizio molto diffuso nelle famiglie francesi è una torta che nella forma richiama al ceppo che, soprattutto un tempo ma ancora adesso nelle campagne, viene acceso per riscaldare Gesù Bambino.
Il presepio anche in Francia occupa un posto privilegiato tra le tradizioni natalizie. Molto belli e famosi sono i presepi della Provenza (regione nel sud della Francia), composti da statuine in argilla che vengono vestite con costumi realizzati con grande precisione e realismo anche nei minimi particolari, e poi, a seconda dei personaggio, si aggiungono i minuti attrezzi da lavoro o gli accessori che servono per identificare la statuina.
Insieme a Gesù Bambino, Maria, Giuseppe e i re Magi trovano posto altre statuette che rappresentano le persone più comuni mentre svolgono la loro attività, proprio come si incontrano nella vita di tutti i giorni. La statuetta è chiamata Santoun che in lingua provenzale vuoi dire « piccolo santo». Ogni anno a Marsiglia, in occasione dei periodo natalizio, viene organizzata la: «fiera di santoun».
Ecco un'altra bella tradizione francese. La "galette des rois" (torta dei re) è un delizioso dolce fatto di pasta sfogliata con dentro crema alla mandorla. Dentro è nascosta una figurina di gesso verniciato o ceramica che si chiama la "fava" perché originariamente era una vera fava. Il giorno dell'Epifania (che ha dato il nome alla torta), quando arriva l'atteso momento, il più giovane dei conviviali va sotto il tavolo. Qualcuno taglia la torta. Quando si rispetta davvero la tradizione, questo taglio si fa con la torta coperta da uno strofinaccio, in modo che, se il coltello incontra la fava, il tagliatore non possa sapere in che porzione si trovi, e che non si possa barare. Ma, chissà perché, spessissimo la fava si troverà nella porzione del bambino che sta sotto il tavolo... uno dei misteri familiari mai bene spiegati!
Quando la torta è tagliata, si prende una porzione e si chiede al bambino sotto la tavola : "per chi è questa ?" Il bambino risponde : "Per mamma, papa, Zia Tizia, me, sorella o fratello ecc.", nell'ordine che vuole lui. (La tradizione vuole che ci sia una porzione in più del numero esatto dei conviviali. Si chiama : "la porzione del povero". Nei nostri tempi non ho mai sentito nessuno squillare alla porta per chiedere una porzione di torta, ma nel passato questo avveniva. Oggi si
divide normalmente la torta nel numero esatto).
Quando tutte le porzione sono distribuite, si mangia. Quello che trova la fava è il re o la regina. Gli si mette sulla testa una corona di cartone dorato. In qualche famiglia si beve nell'onore del re, il quale deve bere in un solo colpo un bicchiere di vino o acqua (secondo l'età) mentre tutti gli altri ripetono : "Le roi boit, le roi boit, le roi boit" (il re beve), o "la reine boit" (la regina beve). È più divertente con "il re", perché è più difficile da pronunciare.
Poi il re sceglie nell'assistenza la sua regina (o la regina il suo re), che al proprio turno deve bere un grande bicchiere.
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Le case in GERMANIA sono rallegrate dalla presenza dell'albero di Natale, una delle tradizioni più vecchie, insieme alla corona d'avvento.
Nelle camere dei bambini non manca, inoltre, il calendario d'avvento con le 24 finestrelle che scandiscono il tempo che manca alla grande festa natalizia; ogni giorno, aprendo una finestrella, il bambino promette di compiere una buona azione.
Al termine dei calendario (sarà quindi il giorno di Natale) appare l'immagine del presepe.

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In INGHILTERRA, fu sant'Agostino da Canterbury (t 604) a introdurre la tradizione natalizia allorché, con i suoi monaci, fu inviato da papa Gregorio Magno a svolgervi la propria missione apostolica, verso la fine dei Vi secolo.
In ogni casa l'albero di Natale occupa il posto d'onore. Persino l'austera città londinese si riempie delle festose luci di multicolori lampadine che addobbano un gigantesco albero allestito per la strada. Mentre sarà Father Christmas (Babbo Natale), passando per il camino con il sacco dei doni, a portare ai bambini inglesi i regali che riporrà nelle calze ordinatamente.
dal web

 
 
 

Post N° 155

Post n°155 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da xxx_bluebaby_xxx

leggilo se ti ha colpito mettilo sul tuo blog

Mamma, sono uscita con amici. Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non bere alcolici. Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, cosi ho bevuto una Sprite. Mi son sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici. Ho fatto una scelta sana ed il tuo consiglio è stato giusto. Quando la festa e finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo. Io ho preso la mia macchina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava... Qualcosa di inaspettato! Ora sono qui sdraiata sull'asfalto e sento un poliziotto che dice: "Il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco". Mamma, la sua voce sembra così lontana... Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando, con tutte le mie forze, di non piangere. Posso sentire i medici che dicono: "Questa ragazza non ce la farà". Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocità. Alla fine lui ha deciso di bere ed io adesso devo morire... Perchè le persone fanno tutto questo, mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite? Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente. Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, di a papà di essere forte. Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare... Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva... La mia respirazione si fa sempre piu debole e incomincio ad avere veramente paura... Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento così disperata... Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente. Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene per questo... Ti voglio bene e.... addio. Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente. La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole ed il giornalista scriveva... scioccato. Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza. Se questo messaggio è arrivato fino a te e lo cancelli... Potresti perdere l'opportunita, anche se non bevi, di far capire a molte persone che la tua stessa vita è in pericolo. Questo piccolo gesto può fare la differenza. Non ti costa nulla: mettilo anche nel tuo blog, grazie

 

 
 
 

Post N° 154

Post n°154 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da xxx_bluebaby_xxx


buon pranzoooo

 
 
 

dolce notteeeeeee

Post n°153 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da xxx_bluebaby_xxx

 
 
 

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