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Stella Polare

Post n°88 pubblicato il 29 Settembre 2006 da ventovela
Foto di ventovela

E' difficile parlare di stelle perché è un argomento liso. Qui un tempo era tutta campagna - non ci sono più le stagioni di una volta - guardi le stelle e ti senti piccolo piccolo.

Cose dette. Tante volte. Magari tante quante stelle ci sono in cielo. E con quest'ultima frase mi sono giocata il clou dei luoghi comuni.

Allora mi dico: i sentimenti umani sono destinati a ripetersi. Guardare un cielo stellato porterà sempre a vedersi minuscoli ed insignificanti. Amare farà sempre battere il cuore. La morte farà sempre soffrire. Più passa il tempo e più le cose sono state dette. Prima bisognava descrivere con destrezza. Ora bisogna dire le cose in maniera diversa, perché abbiamo già sentito tutto. Ed i modi diversi di dire le cose si accumuleranno gli uni sugli altri e diventeranno pesanti cumuli di pagine, ci peseranno sulle spalle e sugli occhi. Non potremo più dire niente senza citare qualcun altro. Qualsiasi cosa sarà stata detta. E detta in molti modi.

Cosa mi rimane da dire, allora, su quello che provo? Cosa posso dire, come posso dirlo, per illudermi di trovare un modo di spiegare - per illudermi che quello che provo io è così speciale da doverlo per forza trascrivere - per sottolineare la mia unicità e mettere anche io il mio contributo alla pendente pila di cose già dette...

Forse parlo qui solo per me stessa. E questo mio scrivere è per me sola. Per non dimenticare quello che provo. Per decifrarlo. Forse non c'è altra ragione per scrivere se non questa. Il bisogno straripante di trasformare il proprio sentire in suoni o segni percepibili, per portare quello che è dentro verso fuori. Perché a contenere tutto ci si farebbe male.

Allora scriverò delle stelle. Ma non troppo, per non esagerare. 

Vorrei dire che studiavo le costellazioni, ma che la maggior parte non si vedono dove c'è luce, vicino alle case, e non sono mai riuscita a trovarle tutte.
E che sto a naso in su a cercare stelle che conosco, quando cammino la sera, e che a volte inciampo.
Vorrei dire di quante volte ho pianto nel guardare il cielo. E non so spiegarne il motivo.

 
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