Creato da ventovela il 01/08/2005
niente di più imprevedibile del vento
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« Pelo d'acqua | Dieci e lode » |
Deriva
Quando prende in braccio il cucciolo lo fa con una foga da far sorridere. Lo porto con me! Lo porto con me, dice. Invece il cucciolo ha un laccio e una padrona, e lei dice dolecemente, lascialo a me, è l'unica cosa che ho. Mentre se ne va, lui lo guarda stringendosi le braccia intorno al petto.
Ecco. Lui passa le notti sulla piazza, carico dì'alcol perché deve vendere e per parlare con tutti deve essere disinibito - e senza alcol in corpo è timido, così tanto che non ha nemmeno il coraggio di guardarti negli occhi. Guarda altrove. Dice un sacco di sciocchezze, ride.
L'ho conosciuto perché tutti prima o poi si passa per quella piazza. Io ci ho mangiato un kebab, seduta sui gradini, e se rimani lì per pochi minuti prima o poi conosci il suo socio in affari, e poi lui. Così si chiacchiera mentre la notte diventa profonda e poi diventa mattina. Sulla piazza si sciolgono le canzoni strappate alle corde di una chitarra, cantate a gola incerta sul portone di una chiesa. Passano le ore della notte e tornano a casa quelli che hanno ballato e quelli che hanno bevuto. Poi si avvicina un uomo con gli occhi appannati e ci da un libro di aforismi che tiene in tasca come una bibbia. L'uomo legge declamando, lui ascolta ed è colpito e dice tienilo di buon conto, il libro, dice cose importanti, non lo perdere, è un bel libro.
Perché lui si commuove facilmente. Si commuove mentre parla di sua madre, che è lontana, dall'altra parte dell'oceano. Si commuove quando si parla di libertà. Poi smette di parlare di cose serie, si batte le mani sui jeans lisi e dice che capisce, capisce quello che sento e capisce quello che penso e si confonde tra la comprensione di sé e quella di me, che lo guardo - mentre lui guarda altrove. La mattina è blu come un mare profondo.
L'amore è vero come il tempo. Il tempo scorre, l'amore con lui. In quell'istante l'amore era sincero e breve. La stanza era buia e lui non doveva guardare altrove, così poteva parlare sussurrando ad occhi chiusi, tratteggiando con le dita i pensieri sulle mie braccia.
Come sei piccolo, come sei minuto e solo, in questa stanza dove ti piace fare entrare il sole, sotto le coperte calde e scomposte. Dormi stretto alle tue sole braccia, con le mie mani intorno alla vita, mentre ogni ora segna parole a metà, dette per controllare che la notte non sfugga via tutta in una volta, che si appoggi sulle palpebre piano, piano..
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Inviato da: champaosel
il 23/12/2009 alle 14:01
Inviato da: ventovela
il 18/12/2009 alle 12:06
Inviato da: ventovela
il 18/12/2009 alle 12:06
Inviato da: unadonnaperAMICAdgl
il 13/12/2009 alle 09:21
Inviato da: champaosel
il 12/12/2009 alle 08:34