Creato da lade.blog il 24/07/2006
Il blog della Libera Accademia degli Evasi

FACEBOOK

 
 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Tag

 

Ultimi commenti

Auguri per una serena e felice Pasqua...Kemper Boyd
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 17:28
 
Auguri di un felice, sereno e splendido Natale dal blog...
Inviato da: Anonimo
il 25/12/2007 alle 23:21
 
Perchè non vi siete anche informati su quali siano le...
Inviato da: s_b_deraglio_meglio
il 28/05/2007 alle 11:48
 
Mi pare di vedere, invece, che nessuno abbia centrato...
Inviato da: Anonimo
il 28/05/2007 alle 11:29
 
Massimo, non credo che la Cina sia così piccina... e...
Inviato da: Anonimo
il 20/05/2007 alle 01:23
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Area personale

 

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
 

 

« CENTRALE A BIOMASSEDECRESCITA »

CONSUMISMO FARMACEUTICO

Post n°6 pubblicato il 12 Agosto 2006 da lade.blog
 

" A lungo persuasi di far bene il loro mestiere, cioè di fare del loro
meglio per la salute del paziente, i medici si sono resi conto che
vengono reclutati per fare consumare il più possibile determinati
prodotti. Un sistema pubblicitario efficace mira a fare di chi
prescrive le ricette un braccio affidabile della tenaglia che stritola
certi malati. Ecco come si svolge il lavaggio del cervello, spiegato da
chi l'ha subìto in prima persona. All'inizio dei suoi studi, il futuro
medico scopre con piacere tutto un mondo di regali, di loghi che gli
divengono familiari e di sponsor generosi che sovvenzionano serate e
settimane bianche. La contropartita sembra minima, basta far finta di
ascoltarli mentre abbozzano una graziosa «verità scientifica» su un
dato prodotto.

Comunque, «fanno parte della nostra formazione», come
dicono i più vecchi, in generale già ben formattati. Più tardi, lo
studente comincia a conoscere seriamente le patologie. I libri su cui
studia raccomandano certi medicinali in grassetto, gli stessi di cui si
ritrova la scintillante pubblicità nella sovraccoperta o inserita tra
le pagine. Libri scritti dal «fior fiore della medicina», che ha
acquisito notorietà grazie alle sovvenzioni di laboratori legati alle
loro specializzazioni gli stessi che producono quei medicinali. Ma per
lo studente quel testo è il riferimento indispensabile, e siccome la
medicina s'impara a memoria, tutto ciò entra a far parte del sistema!
Durante l'internato, volente o nolente, frequenta i laboratori più
volte a settimana (in occasione di «visite di cortesia», di uscite
organizzate, di «riunioni d'informazione», ecc.). Inoltre, il primario
può esercitare pressioni dirette o indirette affinché si orientino le
prescrizioni a favore del laboratorio X, amico del primario.

Lungo
tutta la sua vita lavorativa, il medico sarà corteggiato per il suo
stesso bene: riunioni, pranzi, «soggiorni di formazione» lo
arricchiranno di un sapere preconfezionato, abilmente truccato alla
bisogna nelle riviste di riferimento o nei dépliant che vantano le
proprietà del medicinale (che talvolta «dimenticano» di menzionare
taluni effetti secondari).

Quando sono state lanciate le pillole
contraccettive di terza generazione (meglio tollerate delle precedenti,
ma considerate a rischio per un possibile aumento delle malattie
cardiovascolari), un laboratorio spiegava nelle sue schede promozionali
come, contrariamente alle pillole concorrenti, il tasso di colesterolo
non fosse aumentato con i suoi prodotti. Un esame più attento della
spiegazione segnalava che questa prova «scientifica» era stata
riscontrata... nella femmina del coniglio. Le cavie sapranno
apprezzare. Quindi, anche se i medici hanno appreso (molto di recente)
ad avere uno sguardo critico, i trucchi del mestiere funzionano sempre.
Allorché i rappresentanti cessano di incentivare i medici, il volume
dei medicinali prescritti nella zona geografica trascurata (sorvegliata
con la complicità dei farmacisti e delle mutue) precipita. Sono dunque
i rappresentanti ad acuire il senso critico dei medici? Sì, nei
confronti di malattie che non esistono e che vengono create a colpi di
convegni e articoli «scientifici» ratificati da rinomati professori.
Una creazione particolarmente facile quando la frontiera tra il normale
e il patologico è così sottile. A partire da quali soglie bisogna
prendere in considerazione il tasso di colesterolo o la tensione
arteriosa?
La minima flessione può creare un mercato immenso...

Philippe Pignarre, che ha lavorato per diciassette anni nell'industria
farmaceutica, ci ricorda che quest'ultima costituisce il «gioiello
della corona del capitalismo». I suoi tassi di profitto sono più alti
di quelli di qualsiasi altro settore, banche comprese. Ma per
mantenerli, tenendo conto della scadenza dei brevetti, bisogna innovare
di continuo e spingere con urgenza, a dispetto di ogni prudenza, al
consumo di nuovi prodotti. Pignarre ci spiega in dettaglio le strategie
impiegate: si pubblica uno stesso articolo, sotto firme diverse, per
aumentare la notorietà di una nuova molecola e suggerire ai medici che
i suoi vantaggi sono stati davvero confermati; poi la si può
addirittura commercializzare sotto due nomi diversi per imporla più
rapidamente (strategia detta di co-marketing); infine si fa pressione
per farla prescrivere in prima battuta, ecc. Quando le molecole
divengono di pubblico dominio, si procede alla «cosmesi» dei
medicinali, scommettendo sulla celebrità del nome di marca; ad esempio,
si fa di tutto per far dimenticare che la Tachipirina non è altro che
paracetamolo. C'è anche la «strategia di nicchia »: i laboratori
propongono il loro medicinale nel sottodominio limitato di una
patologia e in seguito «lavorano per allargare questa nicchia,
preparando i medici al depistaggio e sensibilizzando sia la stampa che
il grande pubblico. Si sono così visti nascere alcune 'nuove' turbe
psichiatriche», come certe forme di depressione breve o di schizofrenia
precoce.

Davanti alla difficoltà di trovare nuovi medicinali, i
laboratori si accingono dunque a inventare nuovi pazienti per vendere i
loro vecchi prodotti. A questo fine, essi ricorrono a tutti gli
stratagemmi del sistema pubblicitario, utilizzando le tattiche di
comunicazione che si indirizzano direttamente alle masse per il tramite
dei media. Negli Stati Uniti è così improvvisamente comparsa una nuova
malattia: «la turba da fobia sociale». Tra il 1997 e il 1998 vi si fa
riferimento, nei media, una cinquantina di volte ma, nel 1999,
l'epidemia sembra dilagare tanto che vi si fa riferimento più di un
miliardo di volte. Cosa è successo? Niente, se non lo sviluppo di una
vivace strategia di relazioni pubbliche per conto di un laboratorio che
cerca nuovi sbocchi per un antidepressivo, il Paxil, le cui vendite
aumentano del 18% nell'anno 200024.

Queste strategie sono pericolose,
perché i medicinali possono innestare una caterva di effetti
indesiderabili, che vanno dagli effetti collaterali benigni a quelli
mortali. Ad esempio, un laboratorio propone degli ormoni per occuparsi
della «menopausa maschile»; le sue pubblicità giocano sul desiderio
degli uomini di «restare giovani» e di conservare tutta la loro
libidine. Ma c'è da temere che il testosterone proposto comporti a
lungo termine un drammatico aumento dell'incidenza del cancro alla
prostata. Allo stesso modo, anche sul breve termine, i sondaggi clinici
su un campione di 2.500 persone sono statisticamente troppo deboli per
accertare eventuali effetti negativi gravi (con i laboratori che, in
caso di problemi, fanno tutto il possibile per spiegarli tramite le
caratteristiche delle cavie piuttosto che delle molecole). Un farmaco
tagliafame ha ottenuto nel 1985 l'autorizzazione alla distribuzione sui
mercati (AMM): trombe e tamburi, congressi sul prodotto miracoloso che
migliorerà l'alimentazione di milioni di persone, malate per aver
troppo consumato o più spesso schiave di un conformismo fisico
propagandato proprio dalla pubblicità.

In pochi anni viene consumato
da sette milioni di persone e qui ci si accorge della sua pericolosità:
200 persone moriranno o subiranno gravi conseguenze. L'ingegnosità
dispiegata per massimizzare la redditività del triangolo medico-malato-
laboratorio è terrificante. Il predominio dell'immagine sulla verità è
un tratto indiscutibile della pubblicità, ma nel campo della salute è
criminale, perché i medicinali sono potenzialmente delle vere e proprie
mine antiuomo.
Il principio di precauzione va a farsi fottere grazie a
un'ondata di pubblicità che stimola l'iperconsumo dei medicinali, il
quale a sua volta comporta 1.300.00 ricoveri (cioè il 10% del totale!)
e 18.000 decessi all'anno solo in Francia. Coccolando l'illusione
ossessiva della salute perfetta, della bellezza e della gioventù
eterne, Big Farma ha creato di fatto delle nuove malattie.

Il cinismo
dei laboratori trova l'eguale solo presso i loro marketers, che
sacrificano coscientemente la nostra indipendenza, e anche la nostra
vita, al Dio Profitto. Eppure sarebbe sbagliato e ingiusto imputare al
solo sistema pubblicitario questa deriva del mondo della medicina. Di
nuovo, essa non fa che svelare, aggravandole, le insufficienze di una
concezione della medicina come assistenza focalizzata sulla
prescrizione di composti chimici la cui aggressività è causa di
patologie e dipendenze. Ora, le statistiche provano che i progressi
della salute pubblica non sono legati in modo decisivo ai medicinali
moderni, ma molto più al miglioramento delle condizioni di vita e
specialmente dell'alimentazione, vale a dire a cose che gli individui
possono controllare da sé. Un'altra concezione della salute si profila
a questo punto, una concezione fondata sull'autonomia personale e
garantita da una sana igiene di vita che prevede il ricorso
all'assistenza medica solo in certi casi particolari.

Gli
«spettacolari progressi» della tecnica medica non solo non hanno
contribuito granché all'aumento della speranza di vita, ma hanno avuto
effetti nefasti non voluti o previsti dai medici. Da un lato questi
effetti, invece di spingere gli individui a prendere in mano la loro
salute per costruire un modo di vivere più sano, hanno rinforzato
l'idea che la salute è assicurata al meglio tramite il consumo
quotidiano di cure prodigate da istanze specializzate. Dall'altro lato,
sono stati sistematicamente usati per giustificare le condizioni di
vita moderne: condizioni che sono sempre più patogene! Il cancro, causa
di morte per 150.000 francesi ogni anno, è un'epidemia legata
all'industria, più precisamente a quella chimica, che è anche alla base
della farmacopea. Come scriveva Ivan Illich, "la civiltà industriale
crea nuove malattie e il sistema medico stesso è ben lungi dall'essere
sano: Una struttura sociale e politica distruttiva trova il suo alibi
nel potere di appagare le proprie vittime con terapie che esse hanno
imparato a desiderare. Il consumatore di cure diviene impotente a
guarirsi o a guarire chi gli sta vicino".

*** Inviato via e-mail da Simone Bilotta il 07/08/2006 ***

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963