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Terrificante analisi della situazione del cosidetto mondo civilizzato, ma,
temo, la situazione sia peggiore di così. Alcuni dati che il cronista
riferisce non sono esatti, o perlomeno non sono completi.
L'attacco del pezzo, suppongo giornalistico, contiene una imprecisione
sostanziale: tutte le malattie mentali, compresa la depressione, hanno una
incidenza bassissima, quasi irrisoria, nelle popolazioni in cui il problema
principale è la sopravvivenza. Sembra quasi che, in presenza di problemi
reali, che poco hanno a che fare con le seghe mentali (mi si passi il
francesismo) di chi ha lo stomaco pieno, l'urgente e l'importante
coincidano. Nel mondo occidentale, invece, l'importante è rinviato sine die,
e l'urgente è solo la gratificazione immediata.
Le età che vengono prese in considerazione dal signor George Monbiot sono,
per forza di cosa, impressionanti: tutta la fascia adolescenziale della
popolazione.
Il problema, però, è: fosse solo quella.
Uno studio sulla diffusione delle cosiddette "benzodiazepine", il valium e i
suoi famigerati fratelli, o sulle nuove molecole, come il prozac, dimostra
che sono i prodotti in ASSOLUTO più venduti nelle farmacie italiane.
Ovviamente i clienti di questo tipo di farmaci non sono solo gli
adolescenti, al contrario, ma le fascie di tutte le età, specialmente tra i
35/55 anni.
Preda, come siamo, delle case farmaceutiche, questi dati quasi mai vengono
divulgati al grande pubblico, se non in parte e con un capro espiatorio di
turno. Cosa significano?
Un terrificante insieme di cose:
1) le malattie mentali sono, nel mondo occidentale, estremamente più
diffuse di quanto si possa credere, o di quanto risulti dalle varie
statistiche
2) le età colpite sono varie, non certo solo l'adolescenza. Semmai, negli
adolescenti, il problema è solo più visibile.
3) nei vari tentativi di COPRIRE queste informazioni, c'è la stessa
complicità delle vittime, cioè dei malati mentali: infatti, nessuno
ammetterebbe di "non farcela" a vivere in un certo modo, quando questo modo
è l'unico che viene proposta da tutti i media, compreso il tamtam tra
persone. Sintomi estremamente chiari, come il non riuscire a dormire, o
l'essere costantemente stressati, sono chiari sintomi del fatto che questo
modo di vivere è sempre meno a misura d'uomo. Ma, con un "ma" grande come
una casa, anzichè modificare lo stile di vita, si cercano palliativi per
continuare a vivere in quel modo.
4) il modello statunitense che, nella costituzione, promette più o meno a
tutti la felicità, ha ovviamente le sue colpe, tra le quali quello di
essersi imposto come modo di pensare imperante sull'intero mondo
occidentale. Attenzione alle mie parole: il modello statunitense è il
modello vincente su tutta una serie di stili di vita europei. Vincente, ho
scritto, non giusto. Il modello statunitense si è imposto, anche grazie alla
vittoria nella seconda guerra mondiale, su tutta l'europa, e si sta
imponendo, questo volta anche a causa della caduta del monolite sovietico,
su tutti gli stati che tentano di abbandonare lo status di "terzo" mondo per
passare al primo. (Attenzione anche a questi numeri, non è una scala di
valori, è una indicazione solo in termini di ricchezza). Non c'è nulla di
giusto, eticamente o moralmente, nell'imporsi del più forte.
5) sempre il modello statunitense, benchè, nelle intenzioni degli stilatori
della loro costituzione, si intendesse una confederazione laica in senso
illuminista, ha conseguito, col tempo, una valenza anche mistica: "chiunque
(da non confondere con "tutti") puà diventare ricco, se lavora e se è dalla
parte giusta" ... la sensazione psicologica statunitense verso chi è
riuscito ad arricchirsi, anche parecchio, è che la divinità fosse d'accordo,
perchè, se è arrivato fino a lì, doveva essere nel giusto. Mi viene da
pensare che un san Francesco avrebbe qualche difficoltà a riconoscersi in
questi termini, ma le varie chiese cattoliche statunitensi, e non solo, sono
su questa linea.
6) lo stile di vita basato sul consumismo, perchè è di questo che stiamo
parlando, implica una struttura sociale a piramide, con pochi, ovviamente,
al vertice, e le varie categorie, a scendere, sempre più numerose, fino ad
una massa amorfa e valutabile solo in termini di produzione. Dovrebbe essere
ovvio a quasi tutti che, se i miei valori sono quelli del denaro e del
profitto, farò "quasi" qualsiasi cosa, per arrivare al vertice, o per
provarci. Concordo col giornalista che la sindrome è quella giusta, ed è un
sistema perfetto: ci fallisce, si sente un fallito, non mette minimamente in
discussione il sistema che lo ha PER FORZA fatto fallire: i posti al vertice
sono ovviamente limitati. Il meccanismo mentale che si instaura è che sono
io ad avere sbagliato, se non sono arrivato sulla vetta, e in questo modo la
vittima diventa il primo difensore del carnefice.
7) quella che viene definita nell'articolo come "mobilità
intergenerazionale" è, in Italia, alta, più alta che nel resto d'europa.
Forse vale la pena di ricordare ciò che, nell'idea originale ebrea, era il
significato dell'Anno Santo. Quello che la chiesa cattolica ha fatto
diventare una gita a Roma, con i più sentiti ringraziamenti degli operatori
turistici, e che ha simboleggiato in una porta aperta e chiusa era, in
realtà, un fare i conti con l'oggi. Mi spiego meglio: se, oggi, venisse
scoperto che un certo tipo di acqua minerale, con certe caratteristiche
chimico-fisiche, fosse la risposta al problema energetico, improvvisamnte,
per le leggi di mercato attualmente in circolazione, alcuni diventerebbero
proprietari di questo bene NATURALE. La tradizione dell'anno santo ebraico,
ogni 40 anni (non 4, come quello cristiano delle indulgenze), avrebbe
rimesso in gioco la proprietà di quelle acque. Venivano cancellati i debiti,
riequilibrata la ricchezza, si teneva conto delle nuove generazioni (che,
invece, nel nostro mondo si trovano semplicemente a dover considerare le
generazioni precedenti come nemici, perchè già proprietari di ciò che
esiste), e si ripartiva, per altri 40 anni di "mercato". Non intendo dire
che fosse un sistema perfetto, tutt'altro, ma da un'idea di quello che
volevo spiegare.
8) in questi termini, la leggittima lamentela del giornalista, compie un
errore di fondo: sembra proporre che, aumentando il tasso di mobilità nelle
classi sociali, tutti starebbero meglio, e non ci sarebbero questi problemi
di salute mentale: vale a dire, il giornalista, pur mettendo il dito su una
piaga di questo sistema, non mette in discussione il sistema, anzi, ne fa
parte.
9) il nostro corpo tenta di mandarci segnali di varia natura, sul nostro
livello di salute. Senza arrivare alle stupidaggini di chi è convinto che
qualsiasi malattia sia dovuta a qualche errore, facendo coincidere le parole
inglesi mistake e error (la prima è un errore, per esempio, grammaticale, la
seconda ha una valenza anche morale), come se "se stai male è colpa tua,
sempre". Qualche volta, magari molte volte, è senza dubbio vero. Altre volte
no. O è vero solo nella misura in cui ci pieghiamo a vivere in modalità che
di naturale, e di umano, hanno ben poco. Mantenere certi ritmi, sui posti di
lavoro, o passare la vita al cellulare per coordinare i propri affari, o
sentire l'ansia di non aver mai fatto abbastanza sono tutti metodi sicuri
per arrivare ad un malessere, prima, indubbiamente, fisico, come primo
allarme, poi indubbiamente psichico, come secondo allarme, più grave. Se
tappiamo anche questo secondo allarme, magari con il Tavor perchè altrimenti
non riesco a dormire, così come abbiamo tappato il primo allarme, quello
fisico, con farmaci per non sentire la fatica, o non essere indolenziti,
allora arriviamo ad un problema, perchè di allarmi non ce ne sono più.
Arriviamo ad un disagio mentale che, dai tempo al tempo, diventa mania,
diventa psicosi, diventa, appunto, malattia mentale.
Per concludere: smettiamo di considerare il mercato come questo mostro che
ci domina e ci costringe: è solo un cagnolino maleducato, che usa i nostri
soldi contro di noi. Non farebbe nulla, se i nostri soldi non fossero in
banca, perchè non avrebbe il denaro per farlo. Prendete in considerazione
questo aspetto: i soldi in banca, da un punto di vista economico, non sono
nostri. Sono un credito della banca nei nostri confronti. Siete sempre
sicuro, di poter disporre dei vostri crediti?
Sull'altro fronte: i malati mentali, controllati da farmaci diabolici, sono
persone normali e sono ovunque.
Io non sono normale, non lo voglio essere.
Vanni
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Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 17:28
Inviato da: Anonimo
il 25/12/2007 alle 23:21
Inviato da: s_b_deraglio_meglio
il 28/05/2007 alle 11:48
Inviato da: Anonimo
il 28/05/2007 alle 11:29
Inviato da: Anonimo
il 20/05/2007 alle 01:23