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la moscacieca

In quest'epoca di repentini cambiamenti vivere è come andare un pò alla cieca. Gli interrogativi si mescolano alle emozioni cercando nel pensiero le direzioni da seguire. Un Blog per delineare e fotografare le rotte collettive.

 

 

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Risposta a G. Fini

Post n°123 pubblicato il 25 Ottobre 2006 da PerUnaNotteDiPiacere
 

DA UNA LETTERA SUL CORRIERE DELLA SERA.

Questa mattina ho letto questa lettera di Gianfranco Fini suL corriere della sera.

Sbagliata una legge anti-velo

immagineTrovo questa lettera un atto di responsabilità civile e di richiamo alla riflessione.
Pur non condividendo l’ideologie e la chiave politica di base del suo partito,
non posso esimermi dal riconoscere in queste parole una elaborazione di coscienza.
E’ chiaro che la questione sociale dell’integrazione e delle religioni è il nodo della politica mondiale di quest’epoca.
Un nodo molto stretto che non permette di sciogliersi così facilmente.
La forza con cui è legato è quella della forte distorsione sociale presente in tutto il pianeta.
Da una parte un mondo occidentale che segue inconsapevole una direzione suicida che, con le sue mille illusioni, sta distruggendo l’intero ecosistema nonché le singole ed assuefatte esistenze individuali ormai incapaci di chiedersi: Cos’è la vita?
D’altra un mondo fatto di religioni e sette che di questa realtà ne traggono la paura per tenere coesi milioni di persone in una visione della realtà umana fittizia e manipolata dal momento che alla domanda sopraccitata ( cos’è la vita?) si somministrano delle risposte “letterali” (provenienti da “sacre scritture” ) prive di soggettive interpretazioni.
Quello che ne scaturisce è l’inevitabile innalzamento di barriere sia da una parte che dall’altra e la cosa non mi stupirebbe se prendesse sempre più corpo in una espansione capillare.

Lei è un uomo politico e sa bene quanto la forza di un idea, accettata nell’animo umano di una persona, sia in grado di scaturire determinati comportamenti attraverso le emozioni che la vincolano.
Sinceramente non faccio alcuna differenza se questa idea è politica, religiosa, privata, sportiva e via dicendo.
Quello che so è che se l’idea è molto radicata in una persona può anche portarla ad uccidere uccidendosi.
Come accade con i terroristi che si fanno esplodere. Per loro quell’idea è la loro “vita”.
Così può accadere con un tifoso di una squadra calcistica che accoltella un suo coetaneo di un’altra tifoseria. Oppure, come è successo con la ragazza pakistana, che un padre uccide la propria figlia e la seppellisce nel suo giardino.
Una idea, davanti al suo opposto, produce sentimenti e i sentimenti producono la realtà soggettiva.
Gli esseri umani per loro natura hanno bisogno di credere a qualcosa è su questa necessità innata che gli uomini che hanno posizioni di responsabilità, come lei, dovrebbero fare delle scelte radicali aprendo un sano dialogo.

Si parla spesso di religione ma mai di spiritualità.
Forse con una neutra educazione alla vita e con la promozione di un amore universale, intrinseco nel miracolo della vita stessa, si potrebbe accedere a percorsi esistenziali più consapevoli.
La religione nella fattispecie è una tradizione che di generazione in generazione tramanda l’esperienza spirituale di un individuo che è stato presente nella storia umana.
Non è però, la personale esperienza spirituale. E’ questo il punto nevralgico per sciogliere il nodo.
Fin quando le istituzioni religiose non cederanno al loro singolare diritto di esclusiva sul proprio “Dio”, (compresa quella cristiana che promuove l’unicità di religione rivelata con un Dio fatto carne) lasciando la libera interpretazione individuale di sperimentarsi con la propria spiritualità, non si può creare quella sana apertura per avvicinare gli esseri umani tra loro in una pacifica convivenza.
Gandhi una volta disse: in democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica.
Io vorrei amplificare questo concetto dicendo: Nel mondo nessun fatto di vita si sottrae alla spiritualità.
Sinceramente auspico che la terra un giorno sia invasa da milioni di religioni diverse, una per ogni abitante del pianeta.

Lei, per questo traguardo, sarebbe disposto a rinunciare a tutti i suoi "CREDO"?

 
 
 
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"... un mercante, una volta, mandò il figlio ad apprendere il segreto della felicità dal più saggio di tutti gli uomini. Il ragazzo vagò per quaranta giorni nel deserto, finché giunse a un meraviglioso castello in cima a una montagna. Là viveva il Saggio che il ragazzo cercava. Invece di trovare un sant'uomo, però, il nostro eroe entrò in una sala dove regnava un'attività frenetica: mercanti che entravano e uscivano, ovunque gruppetti che parlavano, una orchestrina che suonava dolci melodie. E c'era una tavola imbandita con i più deliziosi piatti di quella regione del mondo. Il Saggio parlava con tutti, e il ragazzo dovette attendere due ore prima che arrivasse il suo turno per essere ricevuto. Il Saggio ascoltò attentamente il motivo della visita, ma disse al ragazzo che in quel momento non aveva tempo per spiegargli il segreto della felicità. Gli suggerì di fare un giro per il palazzo e di tornare dopo due ore. Nel frattempo, voglio chiederti un favore, concluse il Saggio, consegnandogli un cucchiaino da tè su cui versò due gocce d'olio. Mentre cammini, porta questo cucchiaino senza versare l'olio. Il ragazzo cominciò a salire e scendere le scalinate del palazzo, sempre tenendo gli occhi fissi sul cucchiaino. In capo a due ore, ritornò al cospetto del Saggio.
Allora, gli domandò questi, hai visto gli arazzi della Persia che si trovano nella mia sala da pranzo? Hai visto i giardini che il Maestro dei Giardinieri ha impiegato dieci anni a creare? Hai notato le belle pergamene della mia biblioteca?'
Il ragazzo, vergognandosi, confessò di non avere visto niente. La sua unica preoccupazione era stata quella di non versare le gocce d'olio che il Saggio gli aveva affidato. Ebbene, allora torna indietro e guarda le meraviglie del mio mondo, disse il Saggio. Non puoi fidarti di un uomo se non conosci la sua casa.
Tranquillizzato, il ragazzo prese il cucchiaino e di nuovo si mise a passeggiare per il palazzo, questa volta osservando tutte le opere d'arte appese al soffitto e alle pareti. Notò i giardini, le montagne circostanti, la delicatezza dei fiori, la raffinatezza con cui ogni opera d'arte disposta al proprio posto. Di ritorno al cospetto del Saggio, riferì particolareggiatamente su tutto quello che aveva visto.
Ma dove sono le due gocce d'olio che ti ho affidato? domandò il Saggio.
Guardando il cucchiaino, il ragazzo si accorse di averle versate.
Ebbene, questo è l'unico consiglio che ho da darti, concluse il più Saggio dei saggi. Il segreto della felicità consiste nel guardare tutte le meraviglie del mondo senza dimenticare le due gocce d'olio nel cucchiaino."

tratto dall'Alchimista:
di Paulo Coelho

 
 
 

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