Creato da PerUnaNotteDiPiacere il 28/12/2005

la moscacieca

In quest'epoca di repentini cambiamenti vivere è come andare un pò alla cieca. Gli interrogativi si mescolano alle emozioni cercando nel pensiero le direzioni da seguire. Un Blog per delineare e fotografare le rotte collettive.

 

 

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Sofia

Post n°149 pubblicato il 05 Novembre 2006 da PerUnaNotteDiPiacere
 

immagineRicollegandomi al post su Saddam mi è tornata in mente una giornata di diverso tempo fa. Discutevo insieme a Sofia, la proprietaria cinese di un ristorante, il tema della condanna a morte.
Il suo è l’unico ristorante in cui più abitualmente vado tra quelli cinesi che conosco.
Gente semplice dal sorriso sincero dediti ad un lavoro autonomo che riscontra le stesse identiche problematiche di tutti i lavoratori autonomi italiani.
Sofia è una persona molto alla mano e gli piace spesso confrontarsi.
Nel ristorante non c’era un gran da fare, così abbiamo potuto parlare di diversi argomenti.
Ho avuto l’opportunità di fargli questa domanda: “ Sofia, ma tu come consideri la pena di morte nel tuo stato d’origine?”.
Lei mi rispose che la trovava una questione giusta. Se una persona non rispetta determinate regole sociali; se uccide, deve essere eliminata perché è un pericolo per gli altri.
Io allora gli chiesi: “Sofia, per te è importante la vita?”
Lei disse di si, che la vita è molto importante e deve essere tutelata. Per queste motivazioni mi diceva che la pena di morte è un sistema giusto da applicare in uno stato.
”Ma allora Sofia, come fai a dire che la vita è importante se poi tu stessa sostieni che sia giusto uccidere in determinati casi?” gli chiesi io.
Sofia a quest’ultima domanda non sapeva più come rispondere. Era rimasta interdetta.
Certo non subito, ho insistito sullo stesso punto parecchie volte tornando sempre indietro sulle sue affermazioni dicendogli che, se uno stato uccide un assassino per questioni di giustizia, è anche lo stato stesso un assassino, perché adotta lo stesso comportamento del condannato.
Quel comportamento che lo stato vorrebbe reprimere.
Senza lasciare nessuna traccia educativa , a nessuno, della sanzione inflitta.
Ascoltandola e riportandola sulle sue credenze più volte si rese conto delle sue contraddizione.
Mi stupii molto la sua presa di coscienza quando affermò, con la sua semplicità e con quel coraggio tipico di chi riesce a mettersi in discussione: che le mie erano parole sensate.
Quel giorno mi fece uno straordinario sconto omaggiandomi del gelato fritto di cui io vado matto e di una bella dose di grappa cinese alle rose.
Sono uscito un po’ storto dal ristorante per via dei fumi dell’alcool, ma con un gran sorriso ho alzato gli occhi al cielo godendomi il panorama azzurro di quel giorno.

 
 
 
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"... un mercante, una volta, mandò il figlio ad apprendere il segreto della felicità dal più saggio di tutti gli uomini. Il ragazzo vagò per quaranta giorni nel deserto, finché giunse a un meraviglioso castello in cima a una montagna. Là viveva il Saggio che il ragazzo cercava. Invece di trovare un sant'uomo, però, il nostro eroe entrò in una sala dove regnava un'attività frenetica: mercanti che entravano e uscivano, ovunque gruppetti che parlavano, una orchestrina che suonava dolci melodie. E c'era una tavola imbandita con i più deliziosi piatti di quella regione del mondo. Il Saggio parlava con tutti, e il ragazzo dovette attendere due ore prima che arrivasse il suo turno per essere ricevuto. Il Saggio ascoltò attentamente il motivo della visita, ma disse al ragazzo che in quel momento non aveva tempo per spiegargli il segreto della felicità. Gli suggerì di fare un giro per il palazzo e di tornare dopo due ore. Nel frattempo, voglio chiederti un favore, concluse il Saggio, consegnandogli un cucchiaino da tè su cui versò due gocce d'olio. Mentre cammini, porta questo cucchiaino senza versare l'olio. Il ragazzo cominciò a salire e scendere le scalinate del palazzo, sempre tenendo gli occhi fissi sul cucchiaino. In capo a due ore, ritornò al cospetto del Saggio.
Allora, gli domandò questi, hai visto gli arazzi della Persia che si trovano nella mia sala da pranzo? Hai visto i giardini che il Maestro dei Giardinieri ha impiegato dieci anni a creare? Hai notato le belle pergamene della mia biblioteca?'
Il ragazzo, vergognandosi, confessò di non avere visto niente. La sua unica preoccupazione era stata quella di non versare le gocce d'olio che il Saggio gli aveva affidato. Ebbene, allora torna indietro e guarda le meraviglie del mio mondo, disse il Saggio. Non puoi fidarti di un uomo se non conosci la sua casa.
Tranquillizzato, il ragazzo prese il cucchiaino e di nuovo si mise a passeggiare per il palazzo, questa volta osservando tutte le opere d'arte appese al soffitto e alle pareti. Notò i giardini, le montagne circostanti, la delicatezza dei fiori, la raffinatezza con cui ogni opera d'arte disposta al proprio posto. Di ritorno al cospetto del Saggio, riferì particolareggiatamente su tutto quello che aveva visto.
Ma dove sono le due gocce d'olio che ti ho affidato? domandò il Saggio.
Guardando il cucchiaino, il ragazzo si accorse di averle versate.
Ebbene, questo è l'unico consiglio che ho da darti, concluse il più Saggio dei saggi. Il segreto della felicità consiste nel guardare tutte le meraviglie del mondo senza dimenticare le due gocce d'olio nel cucchiaino."

tratto dall'Alchimista:
di Paulo Coelho

 
 
 

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