LA NEVE NELL'ANIMA

La raccolta delle vaccate

Quando è successo quello che è successo, oltre a trovarmi sola, con il dolore e tutti i problemi pratici da gestire, ho anche dovuto affrontare la reazione di tutte le persone che ci stavano intorno: parenti, amici, conoscenti.

Lui ha scelto di andare a vivere in un'altra regione, e sostanzialmente è scappato da tutto e da tutti. Io invece sono rimasta nel nostro ambiente, e all'inizio è stato un dramma vero. Perché tutti, quando mi vedevano, la prima domanda era "Ma tuo marito? Come sta? E' via per lavoro?". Che, per carità, non si poteva pretendere diversamente. Ci vedevano sempre insieme per cui è logico che, nel momento in cui vedevano solo me, la domanda scattasse spontanea.

Il problema è che io mi sarei sparata piuttosto che rispondere alla domanda. Però, mi sono sempre fatta coraggio e ho detto la verità. Anche perché mentire non è che avesse molto senso.

E ho visto e sentito veramente di tutto.

"Stai scherzando, non ci credo". Eh tesoro mio ... purtroppo no.

"Non è possibile, eravate una coppia così bella e affiatata". Eh ... evidentemente anche le coppie affiatate non sono esenti da una fine.

"Ma lui ha un'altra?". Che, per carità, io posso capire benissimo che a uno sta domanda venga spontanea. Ma provate ad immaginare me, nel mio stato, che mi sento dire una cosa del genere. Quando me l'ha detta mio padre quasi quasi lo mangio.

"In fin dei conti, non sei mica rimasta vedova". Vero. Però è anche vero, e questo non lo dico io ma la mia dottoressa, che trovandomi a 44 anni alla prima rottura del mio primo e unico rapporto importante della vita, oltretutto con un abbandono accompagnato da una spiegazione (secondo lei) troppo generica, il trauma subìto è esattamente equiparabile ad un lutto. E comunque, non è che paragonando la mia tragedia ad una ritenuta più grave io mi senta poi così tanto meglio.

"Se non è un problema di salute, tutto si risolve". Dipende. Perché anche la salute si cura. E non è che i problemi psichici che possono derivare da una situazione del genere siano meno gravi di alcuni problemi fisici. Mia madre soffre di depressione dal 1989, e da allora prende farmaci potentissimi ma non è mai guarita. E poi, non mi sembra si debba fare a gara a chi ha il problema più grave.

"Eh va beh... non sei la prima nè sarai l'ultima persona ad affrontare una separazione". Ma va?????? Se non me l'avessi detto tu non ci sarei mai arrivata guarda.

"Adesso tu ti devi divertire e darla a tutti quanti" (pardon il francesismo ma è esattamente ciò che mi è stato detto). Qui mi avvalgo della facoltà di non commentare, vi dico solo che c'è mancato poco che mettessi le mani al collo del soggetto in questione.

"Una donna bella come te deve reagire, non può lasciarsi andare. Quando usciamo a bere qualcosa?". Eccallà. Questo, per dovere di cronaca, é l'idraulico 32enne. Il quale mostra comunque qualche barlume di intelligenza in quanto, dopo aver asserito ciò ha anche aggiunto "Se vuoi dirmi di farmi i cazzi miei fallo pure". Brrrravissssimo.

"Eh ma io l'avevo capito, l'ultima volta che vi ho visti ...". Certo, più di tre anni fa avevi la palla di cristallo e andavi in giro vestito come il mago Otelma.

Per dovere di cronaca, devo anche dire che ci sono state persone che, essendo rimaste di sasso, hanno avuto il barlume di non dirmi nulla e di darmi solo un abbraccio e tutto il loro sostegno.

Poi, per carità, ognuno reagisce a proprio modo alle vicende della vita e io sicuramente ero (e sono ancora) altamente sensibile.

Però è anche vero che a volte la gente perde proprio l'occasione di stare zitta.

Tant'è che un giorno, dopo qualche mese, ho detto a mio cugino, che poi è il mio angelo custode/secondo fratello: "Ti prego, portami in un posto dove non mi conosce nessuno perché non ce la faccio più".

Perché va bene tutto, ma anche la tolleranza ha un limite. E il mio sta proprio ai minimi storici.