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La telecom e i licenziamenti operai(che si abbassino li stipendi i managers)

Post n°665 pubblicato il 05 Giugno 2008 da hesse8

La scure di Bernabè: 5mila licenziati in TelecomMarco Ventimiglia

telecom
Riassetto.
La sostanza fa impressione, ma anche la forma non scherza... Stiamo
parlando delle decisioni che sono state comunicate ieri da Telecom
Italia: sotto l’ineccepibile «ombrello» di un piano di efficienza
triennale, viene annunciata con algida contabilità «una riduzione del
personale in Italia di circa cinquemila unità entro il 2010 con una
conseguente riduzione dei costi a regime per circa 300 milioni di euro
all'anno».

Al momento non c’è ancora nessun dettaglio sulle
modalità di questa imponente fuoriuscita di dipendenti, ma anche
nell’ipotesi più soft, ovvero con un massiccio ricorso ai pensionamenti
e prepensionamenti e senza alcun licenziamento, è facile capire che si
tratterà di un percorso assai doloroso.

«Dietro i movimenti
annunciati da Telecom ci sono tagli al personale per 5.000 persone e
l'annuncio di ulteriori tagli oltre un'esclusiva attenzione al mercato
domestico», ha dichiarato il segretario generale dell'Slc Cgil, Emilio
Miceli, che dicendo no agli esuberi ha affermato: «L'azienda è sotto
tutela, probabilmente questo è il primo prezzo che si paga a
Telefonica». Il piano annunciato dal maggior gruppo di
telecomunicazioni del Paese comporterà oneri di ristrutturazione
aggiuntivi per circa 250 milioni di euro, rispetto ai 100 già previsti
nel piano 2008, che si prevede impatteranno principalmente sui
risultati dell'anno corrente e i relativi target comunicati il 7 marzo
scorso. Tali oneri, a detta della compagnia, «saranno comunque più che
compensati da risparmi di costi già nel corso dei prossimi 2 anni».


Telecom ha anche varato il nuovo assetto organizzativo e, con la
costituzione di una nuova direzione per il mercato domestico affidata a
Oscar Cicchetti, si avvia ad abbandonare la suddivisione per aree di
business e ad adottarne una per clientela: Consumer, Business e Top
Client.

Intanto l'amministratore delegato Franco Bernabè in
un'intervista al Financial Times apre a possibili intese con fondi in
operazioni all'estero e annuncia l'obiettivo a cui sta lavorando, un
taglio del 40% ai costi del business domestico.

Per quanto
riguarda le possibili alleanze «possiamo affiancare fondi di private
equity o fondi sovrani per condurre più efficientemente operazioni in
altri Paesi», ha dichiarato il manager al quotidiano inglese. Sugli
oneri, invece, «dobbiamo ripensare globalmente la nostra struttura di
costi una società come la nostra nel lungo termine dovrebbe ridurla del
40 per cento». I conti del gruppo saranno fermi quest'anno ma Bernabè
punta i riflettori sulla trasformazione che intende imprimere al
colosso telefonico italiano: «Non crescere non significa stagnazione,
non crescere equivale a un'enorme trasformazione».

In questo
solco prosegue la riorganizzazione annunciata a marzo con la
presentazione delle linee guida per il prossimo triennio. La nuova
direzione “domestic market” avrà il compito di integrare la gestione e
il controllo delle attuali strutture fisso e mobile che, come detto,
progressivamente si trasformeranno in area business e area consumer,
con quella già esistente Top client. Ed anocora, le attività
internazionali restano affidate a Cicchetti mentre le funzioni Strategy
e National Wholesale Services vengono collocate alle dirette dipendenze
dell'amministratore delegato. Resta invariata la direzione Technology
& Operations affidata a Stefano Pileri.

Intanto, sempre
nella giornata di ieri, si è appreso da Telecom Italia che Giovanni
Ferrario si è dimesso dalla carica di amministratore delegato di
Olivetti e che ha contestualmente lasciato il gruppo Telecom per
assumere altri incarichi professionali. Al suo posto sarà nominato
Francesco Forlenza che assumerà la carica di vice presidente esecutivo

 
 
 
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