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Scuola:Il Berluska sa' che con l' uso della polizia lo proteste si calmeranno(non è così)

Post n°770 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da hesse8

Il presidente del Consiglio annuncia la linea dura contro le occupazioni
"Darò istruzioni a Maroni su come intervenire attraverso le forze dell'ordine"
Berlusconi: "Polizia nelle università"
Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco"

Dura replica del segretario del Pd :"Il disagio non è un problema di ordine pubblico"



Berlusconi:

Silvio Berlusconi














ROMA - Con la mobilitazione degli studenti che si moltiplca in tutta Italia,
le proteste nel mondo della scuola sono state oggi terreno di un
durissimo scontro tra Silvio Berlusconi e Walter Veltroni. Il rpesidene
del consiglio in tarda mattinata ha convocato una conferenza stampa a
Palazzo Chigi per mandare un avvertimento ai giovani: "Non permetterò
l'occupazione delle università. L'occupazione di luoghi pubblici non è
la dimostrazione dell'applicazione della libertà, non è un fatto di
democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che
vogliono studiare".






La reazione del Pd. Dichiarazioni
che hanno fatto scattare la dura prelica del segretario del Pd Walter
Veltroni. "Abbiamo dovuto convocare questa conferenza stampa - ha
replicato - dopo aver letto le parole del presidente del Consiglio di
questo Paese, parole molto gravi, parole che possono essere cariche di
conseguenze". "Il premier - ha aggiunto - soffia sul fuoco, il disagio
sociale non è una questione di ordine pubblico: mi chiedo se in questo
Paese è ancora possibile dissentire".






Monito a Maroni.
Ha preferito invece rivolgersi al ministro dell'Interno Roberto Maroni
il suo vice, Dario Franceschini. "Rivolgo un appello agli studenti - ha
commentato il numero due del Pd - che sono i provocati, affinché tutto
si svolga nel modo più civile e trasparente, ma rivolgo un appello
anche al ministro dell'Interno e alle strutture periferiche preposte
alla gestione dell'ordine pubblico perché conservino il senso di
responsabilità e affinchè non sia neanche sfiorato un capello a nessuno
studente italiano".











Ordini al Viminale.
Berlusconi ha chiarito che la sua non è solo un'affermazione di
principio, ma l'inizio di un piano d'azione che verrà concordato oggi
con il Viminale. "Convocherò oggi - ha chiarito - il ministro degli
Interni, e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire
attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa
succedere". "La realtà di questi giorni - ha detto ancora il premier -
è la realtà di aule piene di ragazzi che intendono studiare e i
manifestanti sono organizzati dall'estrema sinistra, molto spesso, come
a Milano, dai centri sociali e da una sinistra che ha trovato il modo
di far passare nella scuola delle menzogne e portare un'opposizione
nelle strade e nelle piazze alla vita del nostro governo".






Epifani invita al dialogo.
Contesta la minaccia di Berlusconi contro le occupazioni anche il
segretario della Cgil Guglielmo Epifani. "E' profondamente sbagliato -
afferma il leader sindacale - rispondere alle ragioni del movimento
degli studenti con una modalità che non sia quella del dialogo". "Il
governo - sottolinea Epifani - non può ricorrere alle minacce. Questo è
un movimento che ha caratteristiche del tutto nuove, che non ha senso
paragonare al '68 né, tanto meno, al '77. E' un movimento pacifico, gli
studenti chiedono di investire nella scuola, è gente che chiede di
studiare di più e meglio".






Fioroni: "Parole gravi".
Riflessione simile a quella svolta dall'ex ministro della Pubblica
Istruzione del centrosinistra Giuseppe Fioroni. "Tutti i ministri della
Pubblica Istruzione - ha ricordato - hanno sperimentato le occupazioni
e le autogestioni. Nessuno ha mai pensato di invadere le competenze
dell'autonomia scolastica e di intervenire nelle decisioni interne che
devono essere assunte nel rispetto della serenità e della sicurezza".
Quelle di Berlusconi, ha aggiunto, "sono dichiarazioni gravi".








Attacco alla manifestazione.
Il presidente del Consiglio ha toccato quindi il tema della
manifestazione lanciata dal Pd per sabato prossimo. "Manifestare - ha
proseguito - è una possibilità della democrazia ed anche noi ne
usufruimmo. Noi, però, manifestammo contro la pressione fiscale del
governo Prodi. La manifestazione del 25 ottobre è solo contro il
governo e non ha proposte. La piazza non è il posto migliore per fare
proposte. Le proposte si fanno in Parlamento".








Nessuna marcia indietro. Il
premier accusa poi l'opposizione su uno temi centrali della protesta.
"La sinistra - sostiene - dice bugie sulla scuola, fa un allarmismo
inutile". E rispondendo a Veltroni, che oggi ha chiesto di ritirare il
decreto Gelmini davanti "alle proteste così ampie e diffuse contro la
riforma della scuola e le misure con i tagli", invitando Palazzo Chigi
a rimodulare i costi, lasciando all'istruzione "ogni euro recuperato
dal taglio di sprechi", Berlusconi ha replicato secco: "Noi andremo
avanti, questo decreto sulla scuola è sacrosanto, altro che ritirarlo,
bisogna applicarlo".








Le classi ponti resteranno.
Il Cavaliere ha chiarito successivamente che non sono previsti
ripensamenti neppure per la contestatissima proposta delle 'classi
ponte' per i figli di immigrati perché "non è dettata da razzismo ma da
buonsenso. Conoscere la lingua italiana è necessario". Berlusconi
accusa infine la Rai di aver presentato in maniera distorta i
provvedimenti del governo. "La televisione pubblica - lamenta -
diffonde ansia e le situazioni solo di chi protesta. Sono preoccupato
da questo divorzio tra i mezzi di informazione e la realtà".








"A quando la polizia nei giornali?".
Affermazioni contro la stampa, quest'ultime, che hanno fatto scattare
la preoccupata replica del parlamentare del Pd Piero Martino. "Il tono
minaccioso con cui il presidente del Consiglio segnalava ai direttori
dei giornali e dei telegiornali la propria preoccupazione ma
soprattutto la propria indignazione - si è chiesto il deputato
democratico - sarà forse all'ordine del giorno dell'incontro che avrà
con il ministro dell'Interno Maroni?". "Oltre a prendere le
contromisure adatte a bloccare le manifestazioni degli studenti, degli
insegnanti e del corpo non docente della scuola - ha proseguito -
Berlusconi invierà le forze dell'ordine anche nelle redazioni per
verificare che il suo verbo venga amplificato come lui gradisce?".









Università, non è ancora finita.
Deciso a non fare marcia indietro anche il ministro Gelmini, che ha
annunciato di voler anzi intervenire in maniera ancora più decisa sulle
università. "Bisognerà voltare pagina e fare autocritica", dice, senza
"difendere lo status quo". "Siamo disposti a confrontarci e dialogare -
prosegue - ma la situazione attuale porterebbe al collasso" perciò
"bisogna cambiare".

 
 
 
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