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Contro la pena di morte nel mondo
Messaggi di Ottobre 2008
Post n°776 pubblicato il 30 Ottobre 2008 da hesse8
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Post n°775 pubblicato il 29 Ottobre 2008 da hesse8
Se succede qualcosa la colpa è degli studenti "frottoloni" della sinistra, vai con lo sciopero. Il Senato approva, in via definitiva, la conversione in legge del
Intanto gli
Ancora un giorno davanti al Senato per urlare che quel decreto non deve passare: l'ennesimo sit-in sotto palazzo Madama. È
Qualcuno
Sul
È stato in ogni caso annullato il corteo previsto
Intanto, sul fronte universitario
Protesta;
di una riforma molto più ampia». Così il senatore leghista Federico Bricolo (Lega Nord) nella sua dichiarazione di voto oggi al Senato sul dl Gelmini che riforma la scuola.«Non è soffiando sul fuoco della protesta che si riforma la scuola - avverte Bricolo - sulla scuola la sinistra ha sparso solo critiche e falsità, nessuna proposta costruttiva. Su questo tema ci saremmo aspettati un'opposizione più matura. Ma così non è e quindi andremo a fare questa riforma da soli. Voi ieri avete protestato qui in Senato. Oggi vi diciamo che la ricreazione è finita e oggi approveremo il decreto». E infatti, alla faccia della democrazia. P.S. Le dichiarazioni di un senatore a vita Francesco Cossiga(clicca)........ che se ne vergogni |
Post n°774 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da hesse8
Cresce la rabbia dei lavoratori: nel 2008, 65% di scioperi in più Adesso
basta, torniamo in piazza. I tempi sono cupi, serve uno scatto d’orgoglio e di dignità. L’Istat non ha dubbi: la voglia di riscatto dei lavoratori negli ultimi mesi è cresciuta un po’ di più. A dimostrarlo ci sono le due milioni e 400 mila ore scioperate. Da gennaio a luglio. Un anno prima erano state il 65 per cento in meno. Operai e impiegati si sono rotti: e hanno capito che per risolvere i conflitti, l’unica è farsi sentire, che questi non ci ascoltano. Nel 76 per cento dei casi, si incrociano le braccia perché si vuole un rinnovo del contratto di lavoro: oggi ci sono in Italia 3 milioni e seicento mila lavoratori che sono in attesa di veder aggiornata la loro posizione retributiva. Tra chi aspetta il rinnovo, ci sono gli statali. Il ministro Brunetta ha fatto la sua proposta: 70 euro in più al mese. Cisl e Uil hanno accettato, la Cgil no. La stessa spaccatura interna al sindacato che si ritrova anche nella riforma dei contratti che si sta facendo insieme a Confindustria. La presidente Emma Marcegaglia ha ribadito più volte la sua teoria (potenziare la contrattazione aziendale a scapito di quella nazionale) ma anche qui il sindacato guidato da Guglielmo Epifani ha deciso di abbandonare il tavolo. Non aveva altra scelta, visto che dagli industriali non arriva nessun segnale di apertura ma solo inviti a «ripensarci». I metalmeccanici sono quelli che si stanno arrabbiando di più. Il 5 dicembre torneranno in piazza, come annunciato lunedì dal segretario della Fiom Gianni Rinaldini, contro le politiche economiche del governo, contro la riforma dei contratti proposta dalla Confindustria e contro il precariato. Poi c’è la scuola, in questi giorni minacciata dalla scure della Gelmini. Insegnanti e lavoratori della conoscenza incrociano le braccia giovedì 30 ottobre. Una protesta che alla fine ha raccolto l’adesione di tutti e tre i sindacati confederali. Inizialmente solo la Cgil era convinta della necessità dello sciopero, mentre Cisl e Uil speravano di poter mediare. Ma quello della Gelmini non è dialogo, è aut aut. E finalmente anche Bonanni e Angeletti giovedì saranno in piazza Navona a Roma per la manifestazione nazionale. A rendere ancora più evidente la necessità dei lavoratori di far sentire la loro voce, c’è un altro dato, di cui si è accorto anche il governo: il ricorso alla cassa integrazione sta aumentando. Tra gennaio e settembre 2008 le richieste di Cigs sono state 985, rispetto alle 923 dello stesso periodo dello scorso anno. I sindacati, in particolare la Cgil, chiedono al governo di aprire un tavolo anti-crisi per discutere delle ricadute che il terremoto dei mercati finanziari potrà avere sull'occupazione. Ma Tremonti e Sacconi fanno orecchie da mercante. Prima avevano aggiunto 150 milioni di euro al Ddl lavoro, poi li hanno tolti, spiegando che forse verranno stanziati nel passaggio al Senato. Per la Cgil – che ha calcolato che nell’industria italiana ci sono 300 mila posti a rischio, per la maggior parte giovani con contratti a tempo determinato – le risorse sono ancora poche - anzi ora sono sparite del tutto - ma soprattutto si tratta dell’ennesimo tampone che non frena l’emorragia: servono riforme strutturali che rilancino l’economia e l’occupazione nel nostro Paese. I lavoratori lo sanno che non basta vincere al lotto per cambiare la vita. Serve un lavoro sicuro, una casa, un welfare che protegge. Per questo sono tornati a scioperare. |
Post n°773 pubblicato il 26 Ottobre 2008 da hesse8
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Post n°772 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da hesse8
Le tragedie in Val d'Aosta, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte Un cantiere edile ROMA - E' di quattro morti il bilancio di un'altra giornata drammatica in fabbriche, campi e cantieri. La prima vittima è un operaio 22enne rumeno rimasto ucciso oggi pomeriggio a Glereyaz di Saint Vincent (Aosta) mentre lavorava a fianco di un piccolo escavatore 'Bobcat', condotto da un compagno di lavoro. Un cedimento del terreno dove stavano preparando le fondamenta di un edificio hanno fatto piombare il mezzo addosso al giovane, travolgendolo. Un incidente per alcuni aspetti simile è costato la vita a Simone Guagnini, un operaio metalmeccanico di 31 anni, travolto dal muletto guidato da un collega mentre stava lavorando insieme ad un collega al montaggio di un macchinario in un'azienda di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. Travolto da un mezzo ha trovato la morte anche Matteo Lucarda, elettricista di 32 anni residente a Mirano (Venezia). L'uomo è finito schiacciato tra una motrice ed un carrello mentre stava eseguendo la manutenzione di alcuni macchinari della 'Mecno service', un'azienda di Salzano (Venezia) specializzata nella rettifica di binari. La quarta vittima è un giovane bracciante indiano di 24 anni, Ranjit Singh, rimasto schiacciato tra due trattori mentre era al lavoro nell'azienda agricola Mainero a Buriasco, nel Pinerolese. Secondo i primi accertamenti, il giovane ha collegato un trattore che non partiva con un cavo d'acciaio ad un altro mezzo agricolo, quando improvvisamente il cavo si è spezzato. Ranjit si è quindi spostato fra i due trattori per capire cosa fosse successo, ma uno dei due mezzi è scivolato all'indietro schiacciandolo. Ai quattro morti va infine aggiunto il decesso, dopo dopo 35 giorni di agonia, di Diana Cromaz, rimasta vittima a settembre di un infortunio sul lavoro. La donna, 37 anni, dipendente della Artwood di Moimacco, in provincia di Udine, era rimasta gravemente ustionata da una fiammata mentre lavorava al banco delle vernici. P.S. 250.000 x Saviano la Repubblica on line finisce la sua raccolta firme on line.Grazie |
Post n°771 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da hesse8
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Post n°770 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da hesse8
Il presidente del Consiglio annuncia la linea dura contro le occupazioni Silvio Berlusconi ROMA - Con la mobilitazione degli studenti che si moltiplca in tutta Italia, le proteste nel mondo della scuola sono state oggi terreno di un durissimo scontro tra Silvio Berlusconi e Walter Veltroni. Il rpesidene del consiglio in tarda mattinata ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Chigi per mandare un avvertimento ai giovani: "Non permetterò l'occupazione delle università. L'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà, non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che vogliono studiare". La reazione del Pd. Dichiarazioni che hanno fatto scattare la dura prelica del segretario del Pd Walter Veltroni. "Abbiamo dovuto convocare questa conferenza stampa - ha replicato - dopo aver letto le parole del presidente del Consiglio di questo Paese, parole molto gravi, parole che possono essere cariche di conseguenze". "Il premier - ha aggiunto - soffia sul fuoco, il disagio sociale non è una questione di ordine pubblico: mi chiedo se in questo Paese è ancora possibile dissentire". Monito a Maroni. Ha preferito invece rivolgersi al ministro dell'Interno Roberto Maroni il suo vice, Dario Franceschini. "Rivolgo un appello agli studenti - ha commentato il numero due del Pd - che sono i provocati, affinché tutto si svolga nel modo più civile e trasparente, ma rivolgo un appello anche al ministro dell'Interno e alle strutture periferiche preposte alla gestione dell'ordine pubblico perché conservino il senso di responsabilità e affinchè non sia neanche sfiorato un capello a nessuno studente italiano". Ordini al Viminale. Berlusconi ha chiarito che la sua non è solo un'affermazione di principio, ma l'inizio di un piano d'azione che verrà concordato oggi con il Viminale. "Convocherò oggi - ha chiarito - il ministro degli Interni, e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere". "La realtà di questi giorni - ha detto ancora il premier - è la realtà di aule piene di ragazzi che intendono studiare e i manifestanti sono organizzati dall'estrema sinistra, molto spesso, come a Milano, dai centri sociali e da una sinistra che ha trovato il modo di far passare nella scuola delle menzogne e portare un'opposizione nelle strade e nelle piazze alla vita del nostro governo". Epifani invita al dialogo. Contesta la minaccia di Berlusconi contro le occupazioni anche il segretario della Cgil Guglielmo Epifani. "E' profondamente sbagliato - afferma il leader sindacale - rispondere alle ragioni del movimento degli studenti con una modalità che non sia quella del dialogo". "Il governo - sottolinea Epifani - non può ricorrere alle minacce. Questo è un movimento che ha caratteristiche del tutto nuove, che non ha senso paragonare al '68 né, tanto meno, al '77. E' un movimento pacifico, gli studenti chiedono di investire nella scuola, è gente che chiede di studiare di più e meglio". Fioroni: "Parole gravi". Riflessione simile a quella svolta dall'ex ministro della Pubblica Istruzione del centrosinistra Giuseppe Fioroni. "Tutti i ministri della Pubblica Istruzione - ha ricordato - hanno sperimentato le occupazioni e le autogestioni. Nessuno ha mai pensato di invadere le competenze dell'autonomia scolastica e di intervenire nelle decisioni interne che devono essere assunte nel rispetto della serenità e della sicurezza". Quelle di Berlusconi, ha aggiunto, "sono dichiarazioni gravi". Attacco alla manifestazione. Il presidente del Consiglio ha toccato quindi il tema della manifestazione lanciata dal Pd per sabato prossimo. "Manifestare - ha proseguito - è una possibilità della democrazia ed anche noi ne usufruimmo. Noi, però, manifestammo contro la pressione fiscale del governo Prodi. La manifestazione del 25 ottobre è solo contro il governo e non ha proposte. La piazza non è il posto migliore per fare proposte. Le proposte si fanno in Parlamento". Nessuna marcia indietro. Il premier accusa poi l'opposizione su uno temi centrali della protesta. "La sinistra - sostiene - dice bugie sulla scuola, fa un allarmismo inutile". E rispondendo a Veltroni, che oggi ha chiesto di ritirare il decreto Gelmini davanti "alle proteste così ampie e diffuse contro la riforma della scuola e le misure con i tagli", invitando Palazzo Chigi a rimodulare i costi, lasciando all'istruzione "ogni euro recuperato dal taglio di sprechi", Berlusconi ha replicato secco: "Noi andremo avanti, questo decreto sulla scuola è sacrosanto, altro che ritirarlo, bisogna applicarlo". Le classi ponti resteranno. Il Cavaliere ha chiarito successivamente che non sono previsti ripensamenti neppure per la contestatissima proposta delle 'classi ponte' per i figli di immigrati perché "non è dettata da razzismo ma da buonsenso. Conoscere la lingua italiana è necessario". Berlusconi accusa infine la Rai di aver presentato in maniera distorta i provvedimenti del governo. "La televisione pubblica - lamenta - diffonde ansia e le situazioni solo di chi protesta. Sono preoccupato da questo divorzio tra i mezzi di informazione e la realtà". "A quando la polizia nei giornali?". Affermazioni contro la stampa, quest'ultime, che hanno fatto scattare la preoccupata replica del parlamentare del Pd Piero Martino. "Il tono minaccioso con cui il presidente del Consiglio segnalava ai direttori dei giornali e dei telegiornali la propria preoccupazione ma soprattutto la propria indignazione - si è chiesto il deputato democratico - sarà forse all'ordine del giorno dell'incontro che avrà con il ministro dell'Interno Maroni?". "Oltre a prendere le contromisure adatte a bloccare le manifestazioni degli studenti, degli insegnanti e del corpo non docente della scuola - ha proseguito - Berlusconi invierà le forze dell'ordine anche nelle redazioni per verificare che il suo verbo venga amplificato come lui gradisce?". Università, non è ancora finita. Deciso a non fare marcia indietro anche il ministro Gelmini, che ha annunciato di voler anzi intervenire in maniera ancora più decisa sulle università. "Bisognerà voltare pagina e fare autocritica", dice, senza "difendere lo status quo". "Siamo disposti a confrontarci e dialogare - prosegue - ma la situazione attuale porterebbe al collasso" perciò "bisogna cambiare". |
Post n°769 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da hesse8
Grande abbraccio a Vittorio Foa Un secolo per la sinistra italianaNapolitano: posto d'onore nella storia Vittorio
Foa è morto nella sua casa di Formia (Latina), aveva 98 anni. Coscienza critica della sinistra ha fino all'ultimo lottato per la causa del riformismo. La sua vita è stata interamente dedicata alla causa della libertà e della democrazia, prima come antifascista, poi come studioso, sindacalista e politico. Il suo primo insegnamento è stato quello
La notizia è stata
«Una
Fu eletto deputato all'Assemblea
Nel
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Post n°768 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da hesse8
«Sul clima non siamo soli» Berlusconi chiede lo stop Ue Il
L'Italia
Più tempo, dice il premier, è necessario per "approfondire il tema
E oggi l'Italia non solo ribadirà la sua proposta di adottare il
L'opposizione, spiega Pierluigi Bersani, non è contraria a chiedere
È "assurdo - rincara la dose Ermete Realacci, ministro ombra
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Post n°767 pubblicato il 17 Ottobre 2008 da hesse8
A Ragusa un operaio cade in un silos di cioccolato. Tre lavoratori perdono la vita precipitando ROMA - Ancora infortuni mortali sul lavoro: sei vittime in ventiquattro ore. Dal Nord al Sud, la tragedia delle morti bianche non sembra arrestarsi. A Ragusa, un operaio di 38 anni, Giuseppe Tumino, è morto in una fabbrica di cioccolato precipitando dentro un silos di cioccolato fuso. A Parma, un artigiano siciliano, Giuseppe Tabone di 57 anni, ha perso la vita precipitando da un'impalcatura. E poi c'è stata la morte di Massimiliano Strifezza, 33 anni, vittima anch'egli di un infortunio sul lavoro in un cantiere edile a Battipaglia, in provincia di Salerno. Un operaio è morto folgorato nel Piacentino; un ventunenne ha perso la vita schiacciato da lastre di marmo nel Casertano. E all'ospedale Cardarelli di Napoli, è morto stamane Guido Palumbo, 35 anni, operaio, caduto ieri da una scala nell'officina in cui lavorava. Una lista che sembra non avere termine. Anche nel cantiere edile allestito nell'istituto alberghiero di Roccaraso, in provincia dell'Aquila, è crollata stamane un'autogru e tre operai, di cui due di nazionalità romena, sono rimasti feriti. "Basta con le morti sul lavoro", aveva detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano appena cinque giorni fa, in occasione della 58esima Giornata nazionale per le vittime. Ogni giorno in Italia rimangono uccisi tre operai, 1.200 morti in un anno: gli infortuni sul lavoro - seppure in costante calo dal 2000 a oggi - sono quasi il doppio delle vittime degli omicidi, due volte quelle della Francia e il 30 per cento in più rispetto a Germania e Spagna. Così scrisse il Censis due mesi fa elaborando i dati del 2007. "Le morti sul lavoro stanno diventando un'emergenza nazionale", ha detto il presidente del Senato Renato Schifani. La cronaca di queste ore supera la media delle statistiche. Giuseppe Tumino è morto stritolato nella macchina per impastare la pasta di cioccolato nella fabbrica dolciaria Ciocodor di Ragusa. Avrebbe dovuto finire il suo turno di lavoro alle 19, ma a casa non è più rientrato. Insospettita per il ritardo, la moglie ha chiamato il titolare dell'azienda, che a sua volta ha avvertito la polizia. Gli agenti hanno trovato il cadavere parecchie ore dopo: nessuno si era accorto della tragedia. Giuseppe Tabone, siciliano di Gela, trasferito da qualche anno a Parma per lavorare in una ditta edile, è morto precipitando da un'impalcatura alta cinque metri. Come Massimiliano Strifezza che lavorava in un cantiere a Spineta, nel comune di Battipaglia: è rimasto schiacciato da un pannello di copertura di un capannone. Folgorato è morto invece un operaio albanese di 38 anni, colpito da una scarica a Roveleto di Cadeo, nel piacentino: era su una piattaforma aerea a circa otto metri da terra per eseguire dei lavori al tetto di una casa, ha urtato i cavi dell'alta tensione ed è morto sul colpo. Nel Casertano è morto schiacciato da lastre di marmo cadute da una gru Costache Dan Cristian, 21enne romeno, operaio di una fabbrica di lavorazione marmi in via Polvica a San Felice a Cancello. L'operaio si trovava sotto gru quando improvvisamente la corda che teneva legati i marmi si è spezzata. Infine si è spento nell'ospedale di Napoli dove era ricoverato dopo la caduta da una scala, Guido Palumbo, 35 anni. Cinque morti in un solo giorno. |
Inviato da: lo_snorki
il 28/08/2014 alle 03:29
Inviato da: hesse8
il 23/04/2013 alle 12:50
Inviato da: hesse8
il 07/01/2013 alle 14:42
Inviato da: hesse8
il 09/11/2012 alle 14:02
Inviato da: perpiuzza
il 06/11/2012 alle 20:48