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L'arte di vivere

per non sopravvivere

 

 

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Marta

Post n°80 pubblicato il 16 Giugno 2017 da survivant

Per me il virtuale è semplicemente un mezzo come tanti altri. Non l'ho mai demonizzato e ho sempre conosciuto persone fantastiche con questo mezzo. Però una delle mie regole è sempre stata portare nella realtà il rapporto che era nato virtualmente. Perchè altrimenti si rischia di vivere in un mondo fatto di fantasia e idealizzato. L'unica eccezione era Marta. Siamo stati amici virtuali per 15 anni. Abbiamo condiviso di tutto, i segreti più intimi e le emozioni più segrete. Però non ci siamo mai sincronizzati. Lei di Verona io di Firenze. Entrambi tendenti a isolarsi quando eravamo in coppia. Per cui quando ero libero io era accoppiata lei e viceversa. L'anno scorso quando ho iniziato questo mio nuovo cammino ho deciso di incontrarla. Ed è stato meraviglioso. Siamo stati a pranzare in un bar all'aperto del centro e abbiamo parlato potendoci finalmente guardare negli occhi. E il nostro rapporto ne ha addirittura guadagnato. Perchè adesso non solo c'è la stessa intesa di prima ma ci siamo resi conto che era tutto reale e non fantasia. Ora lei è felicemente fidanzata ma ha trovato una persona che non la limita e dunque riusciamo a sentirci ogni tanto. Certo non spesso come vorrei o come probabilmente accadrebbe se abitassimo nella stessa città, ma ogni volta che ci sentiamo è come se fossimo seduti in quella piazza di Verona a guardarci negli occhi.
ieri ci siamo sentiti al telefono e le ho confidato le mie difficoltà nel socializzare, nel costruire rapporti profondi. E mi ha sollevato scoprire che per lei era stato lo stesso quando si era lasciata. La sua fortuna fu incontrare un amica che come lei si era lasciata e che quindi aveva tutto il tempo del mondo da condividere con lei. 
E si ritorna al famoso caso. Per quanto tu possa pianificare le cose saranno sempre dei singoli incontri casuali a cambiarti la vita.
Parlando è uscito un pensiero che mi ha colpito.
Viviamo in un mondo perennemente connesso. Con infinite possibilità di incontrarsi e entrare in contatto. Ma al tavolo di un ristorante preferiamo rimanere connessi al mondo esterno piuttosto che alla persona che abbiamo accanto. Perennemente con i nostri cellulari in mano. E ciononostante siamo in un epoca in cui socializzare è diventato un tabù.
Mi ha raccontato che ogni tanto esce con le sue amiche. Da un anno vanno sempre in un locale in cui ha notato che ci sono tavoli di solo maschi e tavoli di sole donne. E mi ha detto: Ma in un anno che andiamo li è mai possibile che nessun tavolo di uomo si sia avvicinato solo per scambiare due parole? Mica per fare chissà che cosa ma almeno per passare insieme una serata? Ma davvero noi donne mordiamo?

 
 
 
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