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DALLA STAMPA:

Post n°66 pubblicato il 14 Febbraio 2011 da lesmo.pedemontana

La Pedemontana pronta a marciare su Roma
Dura la reazione dell'Assessore Cattaneo di fronte al rischio di blocco

14 Febbraio 2011 - Se in Lombardia si lavora, si produce e si trovano soluzioni, a Roma invece si impiega il tempo nel creare problemi e inventare ostacoli. Dietro a quello che può apparire un luogo comune si riassume il momento attuale attraversato dall’Autostrada Pedemontana. A un anno e pochi giorni dall’inaugurazione, tutto è infatti pronto per entrare nel vivo dei lavori, con i cantieri dei nodi più critici ormai attivi da qualche tempo. Tutto come da programma, forti anche della convinzione di avere le carte in regola, in senso rigorosamente burocratico, per pensare di proseguire con la necessaria tranquillità e concentrarsi sui problemi operativi.

Invece no. Proprio quando tutto l’apparato di scartoffie sembrava ormai sbrigato, dagli uffici ministeriali arrivano nuove e inattese difficoltà, di fronte alle quali la diplomazia sembra sempre più lasciare il posto allo scontro. Alle nuove avvisaglie infatti, la scorsa settimana Raffale Cattaneo, Assessore alle infrastrutture e mobilità di Regione Lombardia, è volato a Roma per cercare riscontro a voci per nulla rassicuranti. Il problema è una improvvisa frenata, molto vicina a una vera e propria retromarcia, da parte del Ministero dell’Economia in relazione al finanziamento pubblico, lo stesso già approvato dal Cipe in due occasioni, nel 2007 e nel 2009.

Pur essendo solo uno dei circa cinque miliardi di euro necessari a completare l’opera (il resto è finanziato attraverso banche e privati), anche solo un ritardo nella disponibilità della cifra rischia di far mancare i presupposti per ottenere i prestiti dal sistema finanziario e proseguire quindi con i lavori. Oggetto del contendere, la quota di 1,2 miliardi di euro legati al soggetto destinato a subentrare nella gestione allo scadere dei trent’anni previsti dalla concessione a Pedemontana Lombarda, che da Roma si chiede di azzerare subito, senza pensare al prevedibile aumento di valore dell'opera alla scadenza.Per coprire subito questa parte di debito, è stato chiesto di aumentare il pedaggio, peraltro già superiore alla media; ipotesi scartata in partenza.

“Proprio nel momento in cui i cantieri stanno partendo, è ancora più grave che qualcuno a Roma voglia fermare tutto – denuncia Cattaneo -. Devono rispettare i patti e dopo due approvazioni del Cipe non è ammissibile che salti fuori qualche funzionario romano e si metta di mezzo”. La scelta dei tempi sembra inoltre non essere del tutto casuale. Come sottolinea Cattaneo infatti, la possibilità di voler a tutti i costi impedire la realizzazione dell'autostrada per difendere gli interessi di qualche altro operatore è qualcosa di più che una semplice ipotesi, soprattutto di fronte alla regolarità e alla tempesitività con le quali continuano a essere finanziate opere ben più onerose per le casse dello Stato, quali per esempio il Mose nella laguna veneta o il Ponte sullo Stretto di Messina.

Nella giornata dell'ennesimo sopralluogo, di fronte alle ruspe impegnate a scavare l’imbocco della galleria che passerà sotto l’abitato di Morazzone, nel territorio di Gazzada Schianno, la distanza tra l’approccio tipicamente lombardo a un progetto e quello ministeriale appare più evidente che mai, rafforzato dal timore di vedere svanire in pochi giorni anni di lavoro . “Il rischio concreto è che ora i privati scappino di fronte alla prospettiva di un’interruzione dei lavori e questo non possiamo permettercelo – aggiunge l’Assessore -. Finalmente siamo riusciti a far partire i cantieri e ora li vediamo messi a rischio dal mal di pancia tardivo di qualche burocate romano”.

Parole inaspettatamente dure da parte di un Amministratore sempre schietto ma altrettanto attento a misurare ogni frase. Segnale che la prospettiva di vedere rimesso in discussione il futuro della Pedemontana non si limita a una possibile sconfitta politica, ma viene vista come il pericolo di compromettere seriamente lo sviluppo di un territorio. “Ora aspetteremo ancora quindici giorni – conclude Raffaele Cattaneo -, ma se la risposta dovesse essere negativa, io ho già pronta una catena per andare a incatenarmi a Roma davanti al Ministero, ed è una catena molto lunga perché spero che ci siano tanti lombardi che la pensano come me siano pronti a seguirmi. Quando la misura è colma, bisogna trovare i gesti adeguati”-

COMMENTO: Quanti Lombardi sono pronti a ..............seguirlo????? Comunque la proposta è buona  potremmo incatenarci anche noi, ma all' arrivo delle ruspe sul territorio.

 

 

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Commenti al Post:
sexydamilleeunanotte
sexydamilleeunanotte il 26/08/16 alle 12:09 via WEB
articolo veramente ben fatto complimenti. Ciao da

cr-edilizia

 
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