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Acquedotto di Ferrara: Hera decide di trasferire il Laboratorio Analisi Acque: Il Consiglio Comunale di Ferrara dice no!

Post n°20 pubblicato il 31 Agosto 2009 da levatofrancesco1
 

Consiglio Comunale Straordinario del 31 Agosto 2009 su “Trasferimento del Laboratorio Analisi Acque di Pontelagoscuro da parte della Holding Energia Rifiuti e Ambiente” (HERA) 

Cittadini, Signor Sindaco, Presidente del Consiglio, Assessori, Consiglieri

in questo Consiglio Comunale Straordinario, chiesto unitamente dall'opposizione, stiamo discutendo della decisione unilaterale di Hera di trasferire il Laboratorio Analisi Acque da Pontelagoscuro a Sasso Marconi; questa scelta si dimostrerà dannosa per i cittadini di questa città, non solo nell'immediato, ma anche negli anni futuri, e le conseguenze maggiori  saranno pagate dai nostri figli e nipoti.

Hera, con questa decisione offende la città e le sue istituzioni e umilia i lavoratori del Laboratorio.

Offende la città e le sue istituzioni perché nonostante gli impegni, le posizioni, i deliberati, le dichiarazioni di partiti, liste, comitati, sindacati, nonostante il programma elettorale del sindaco, nonostante l’accordo elettorale tra il Sindaco e Rifondazione Comunista, nonostante gli ordini del giorno o le delibere approvate dal precedente Consiglio Comunale e la precedente Giunta, nonostante gli impegni assunti dal Consiglio Provinciale, tutti finalizzati a mantenere il Laboratorio Analisi Acque a Pontelagoscuro, Hera ha continuato nella sua scelta motivata esclusivamente da interessi economici e di mercato.

Umilia gli attuali lavoratori perché non assicura loro quel lavoro che con professionalità, dedizione e ottimi risultati hanno sempre svolto, a meno che non accettino di recarsi tutti i giorni a Bologna, offre sì la certezza del lavoro, ma come afferma il Direttore di ATO, a poco più di 7 giorni dalla prevista chiusura del 7 settembre, “a breve avremo un incontro con Hera per discutere ruolo e compiti del personale di laboratorio che resterà operativamente a Pontelagoscuro, e che dovrebbe assolvere a quell'attività di supporto e gestione degli impianti di trattamento che riteniamo prioritaria rispetto al mero controllo analitico”: NESSUN COMMENTO. Ne subiranno le conseguenze, anche i futuri laureati di Ferrara, perché non avranno mai la possibilità di lavorare in un Laboratorio Analisi Acque in questa città.

Chiediamo, pertanto, a HERA di non pubblicizzare  che “vuole essere la migliore multiutilty italiana per i suoi clienti, i lavoratori e gli azionisti, attraverso l’ulteriore sviluppo di un originale modello di impresa capace di innovazione e di forte radicamento territoriale nel rispetto dell’ambiente”.

Ad oggi sappiamo con certezza che

  • Il Po, con tutto il suo inquinamento, variabile in qualità e quantità giorno per giorno, è stato e continuerà ad essere la nostra fonte di acqua.
  • L’acqua destinata alla distribuzione, dopo essere stata potabilizzata,  viene prelevata per la maggior parte dal Po e in parte dai pozzi golenali.
  • Vengono, nell’arco della giornata e in tutta la filiera di lavorazione, analizzati diversi e ripetuti prelievi i cui risultati indirizzano l’operatività degli addetti.
  • L’acqua immessa nell’acquedotto per la distribuzione è sempre stata di ottima qualità.
  • Mai sono state contestate inadempienze ai lavoratori del Laboratorio Analisi.

Hera, da quello che sembra, vuole sostituire questo collaudato modello di operare inviando, tutti i giorni alle 8.00, con navetta, i campioni da analizzare a Sasso Marconi e assicura di avere la refertazione finale alle 14.00, anziché alle 16.00 come in precedenza, come da dichiarazioni sulla stampa nei giorni scorsi. Oggi apprendiamo che il trasporto dei campioni avviene mattino e pomeriggio.

UN PO' DI CHIAREZZA NON GUASTEREBBE

Il Direttore di ATO ci dice “se tutto funzionerà come da progetto, in particolare per il trasporto dei campioni due volte al giorno, mattina e pomeriggi, sette giorni su sette, la reperibilità su 24 ore e la rapidità nei tempi di certificazione analitica, non ci saranno conseguenze peggiorative rispetto alla situazione attuale”.

Il Direttore del Dipartimento di Sanità pubblica ci dice “si può ipotizzare che la qualità dell'acqua erogata non possa subire modificazioni in senso peggiorativo”

Noi invece, e penso anche i Medici presenti in questo Consiglio, conoscendo quale è la nostra fonte dell’acqua e le sostanze inquinanti in essa contenute, inquinanti variabili di qualità e quantità anche nell’arco di una stessa giornata, vorremmo sapere con certezza se  questa nuova modalità operativa,  potrà assicurare:

  • Una tempestiva operabilità?
  • Una continua disponibilità del laboratorio al processo di potabilizzazione?
  • Una facilitazione ai  contatti diretti e continui fra i tecnici dell’impianto e i professionisti del laboratorio ?
  • L’assenza di pericoli improvvisi e acuti per la salute dei cittadini. ?

A tal proposito ci viene spontanea una domanda: una “Fabbrica”,  che “produce” un alimento così importante come l’acqua, può avere il suo Laboratorio di analisi lontano dalla fabbrica?

E’ come se  un Ospedale avesse il proprio il Laboratorio analisi a 100 km di distanza!

Tutto questo, ma anche quello che andremo ad affrontare nei prossimi mesi con Ferrara T.U.A sul parcheggio vicino all’Ospedale S. Anna, ci porta ad altre considerazioni, non certamente di minore importanza; lontano dal Palazzo si ha l’impressione che la politica, dopo avere affidato dei beni primari ed essenziali alla gestione di Società di Profitto, non solo ne abbia perso il controllo, ma sembra che ne sia diventata subalterna.

Profitto, realizzazione di utili, risparmio sono diventate le finalità di queste multiutility, dimenticando che l’obbiettivo prioritario per il cittadino è migliorare il servizio e utilizzare gli utili per ridurre le tariffe.

Ci piace pensare, speriamo insieme a tutti voi, che alcuni “Servizi pubblici essenziali, di interesse generale, come quello idrico, debbano essere riconosciuti privi di rilevanza economica”

Per metterla sullo sportivo, perché bisogna sempre perderla con le altre città dell’Emilia Romagna e perché a Ferrara vengono sempre tolti servizi per la collettività?

In attesa del derby calcistico in serie B, perché Signor Sindaco, oltre al derby di Basket, non cerchiamo di  vincere anche questo sul Laboratorio Analisi?

Noi Signor Sindaco pensiamo che nei riguardi di Hera Lei può agire in modo risoluto, anche  senza questo documento che oggi unitariamente approveremo.

Infine, anche se  a qualcuno può sembrare che non ci sia una correlazione con il mantenimento del Laboratorio Analisi Acque a Pontelagoscuro, ma avremo modo di chiarirne la correlazione, proponiamo alla riflessione di tutti i dati di mortalità per tumori a Ferrara.                                                                                          Nel 2008 sono deceduti 1804 cittadini e di questi 566 per tumori;.  330 su 566, pari al 58% sono morti per tumori del polmone (123), stomaco-colon e retto (115), fegato (39), leucemie e tessuti del sistema linfatico (34) e vescica (19). A voi le dovute considerazioni sulla correlazione fra inquinamento e tumori.

 
 
 

Gratuito il parcheggio adiacente all'Ospedale S.Anna- Pubblicato su "Il Resto del Carlino" del 18 Agosto 2009

Post n°19 pubblicato il 18 Agosto 2009 da levatofrancesco1
 

Caro Direttore,

vorremmo, insieme a Lei, ritornare sull’argomento “Parcheggio Via Rampari di San Rocco”; area adibita a sosta e parcheggio adiacente all’Ospedale San Anna.

Come tanti altri cittadini di Ferrara, anche noi, durante la campagna elettorale, abbiamo ascoltato le affermazioni dall’allora Candidato Sindaco, Avvocato Tagliani, ora primo cittadino, e il suo impegno a rendere gratuito il parcheggio.

Sembra, però, che gli Operatori dell’Ospedale San Anna, gli Utenti che vi si recano per visite specialistiche o accertamenti e i Cittadini che vanno a trovare i loro familiari ricoverati, dovranno continuare a pagare.

“Ferrara T.U.A. società per azioni a capitale interamente pubblico, soggetta a controllo e coordinamento della “Holding Ferrara Servizi SRL” e partecipata dal Comune” non può , o non vuole, rinunciare a circa 300.000 Euro annuali, che, come dalla medesima affermato, incassa da tale servizio?

E’ noto che la gestione dell’area di sosta in questione è stata affidata a “Ferrara T.U.A.” con Delibera di Giunta nella seduta del 8 Febbraio 2005, prevedendovi una capienza di 237 posti disponibili, orario 7.30-20.00, tariffa della 1^ ora di 0.50 Euro/ora e successive alla 1^ di 0.50 Euro/ora con max di 2.00 Euro totali e pagamento anche nei giorni festivi.

Fino ad allora, e per diversi anni, la Concessionaria era stata l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra (A.N.M.I.G.); era previsto un prezzo del biglietto giornaliero per posto macchina inizialmente di 2500 Lire/giorno e poi, dal 1998, di 3000 Lire/giorno dalle ore 7.00 alle ore 20.20 nei giorni feriali, e dalle 13.00 alle 20.20 nei giorni festivi. Tale denaro veniva utilizzato per le “necessità retributive degli addetti al parcheggio”.

Noi non sappiamo se, con un eventuale uso gratuito del parcheggio deliberato dall’Amministrazione Comunale, come nei suoi poteri, le entrate di “Ferrara T.U.A.” si ridurranno effettivamente della cifra apparsa sui giornali.

Potremmo chiedere dati più precisi. Infatti nel “Contratto di servizio per la Regolamentazione del Servizio di Gestione della sosta a pagamento nella “Città di Ferrara” stipulato fra il Comune di Ferrara e la “Ferrara T.U.A.” è previsto che:

1.       “Ferrara T.U.A.” debba provvedere alla raccolta e contabilizzazione degli incassi, anche a fini statistici;

2.       il canone annuo, che “Ferrara T.U.A.” versa al Comune di Ferrara, potrà essere adeguato in caso di riduzione tariffaria.

Pensiamo, però, che il nostro compito non debba limitarsi a questa richiesta; noi abbiamo il dovere di sollecitare il Signor Sindaco, per ora attraverso il giornale, ma, se sarà necessario, anche in Consiglio Comunale con le modalità previste dai Regolamenti, a:

·         eliminare quanto da lui definito “immorale”;

·         restituire all’uso del San Anna questa area di parcheggio;

·         non più permettere che gli Operatori Sanitari, gli utenti per necessità e i familiari dei pazienti ricoverati continuino a pagare questa ingiusta “tassa”.

Siamo sicuri di trovare ascolto.

 
 
 

Lettera al Carlino Ferrara-29.7.09, pubblicata l'8.8.09

Post n°18 pubblicato il 31 Luglio 2009 da levatofrancesco1
 

Che senso ha avere 'ospedali' che 'ospedali' non sono più?

Caro Carlino, 

Sul" Carlino Ferrara del 28 Luglio scorso, abbiamo letto la risposta che la dottoressa Ricciardelli, Responsabile 118 Ferrara, alla quale ci legano, da lungo tempo, stima e amicizia, ha dato all’articolo del 18 Luglio dal titolo "Attesa inaccettabile per l’ambulanza".

Francamente ci è sembrata una lettera tipica di chi occupa un ruolo istituzionale.

Sarebbe stato meglio che le scuse fossero state formalizzate direttamente al paziente, che si immagina non più giovane; questi, infatti, per un problema che aveva richiesto anche un "trasferimento" non in urgenza, ha dovuto aspettare più di 6 ore.

Chiunque, e sicuramente anche la Dottoressa, di fronte al disagio del proprio padre, avrebbe protestato senza dovere, necessariamente, inoltrare all'Azienda una richiesta scritta.

Se vogliamo, poi, impegnarci per una migliore Sanità, come ci viene proposto, non possiamo non chiederci:

1. Il "Pronto Soccorso" di Copparo che, per una consulenza ortopedica, richiede  il trasferimento al "Delta", può essere considerato un vero "Pronto Soccorso"?

2. E' economicamente sostenibile tenere ancora aperti in questa Provincia "Ospedali" che "Ospedali" non sono?

3. Come possiamo usare al meglio le risorse messe a disposizione dal Servizio Pubblico  senza creare disagi agli utenti?

4. In alternativa agli Ospedali "non più Ospedali", cosa possiamo fare per meglio organizzare  le Cure Primarie nel Territorio, nel rispetto della capillarità, in modo da rispondere alle esigenze  non da "Pronto Soccorso"?

Ci viene però spontanea la domanda se lei stessa, visto che da tempo siede in Consiglio Comunale a Ferrara, in un ruolo di maggioranza, non avrebbe potuto porsi questi problemi, anzitutto come Medico, magari più attenta alle esigenze di salute dei cittadini.

Infine la invitiamo a pensare cosa potrà un domani succedere a Ferrara se, dopo aver aperto "Cona", rimane nell’ex Ospedale Sant’Anna un "Pronto Soccorso" come quello di Copparo. 

Francesco Levato

Medico di Medicina Generale

Consigliere del PDL al Comune di Ferrara

 

 
 
 

OSSERVAZIONI-8 LUGLIO 2009

Post n°17 pubblicato il 30 Luglio 2009 da levatofrancesco1
 

OSSERVAZIONI A: "LINEE PROGRAMMATICHE DI MANDATO" PRESENTATE NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI FERRARA, L’ 8 Luglio 2009 (I)

Le "Linee Programmatiche di mandato" relativamente alle politiche socio — sanitarie ci sembrano non solo deludenti, ma neanche conseguenti a quanto da Lei, Signor Sindaco, declamato nella premessa: "Oggi il mio compito è quello di sottolineare il come e magari le priorità, il percorso, più che gli obiettivi finali". Ci viene infatti riproposto un modello di Welfare basato ancora su una logica assistenziale. Eccone alcuni esempi.

E’ previsto, per le Associazioni del Volontariato Sociale, solo un ruolo propositivo all'interno dei luoghi di una programmazione con contenuti già determinati.

Per favorire lo sviluppo dello sport nella sua funzione educativa, di promozione sociale e di accoglienza, ci si dice che bisogna fare prioritariamente scelte di investimento verso le Associazioni di Promozione sportiva, e le Società non professionistiche. Non pensa che questo modello organizzativo, con incentivi a pioggia, debba essere rivisto sottoponendo, per esempio, la capacità di avviamento allo sport a parametri di valutazione, come il ritiro da parte dell'utente, l'entita delle quote mensili a carico delle famiglie, o l’organizzazione di eventi sportivi di qualità?

Ci si dice che il problema della "retta nelle RSA e Case protette deve indurci ad esplorare con la Regione Emilia Romagna nuove strade, per evitare che l'accertamento sacrosanto dei diritti possa aprire voragini di bilancio". Ma le famiglie non possono aspettare queste nuove strade e chiedono invece di conoscere se le rette delle strutture di Ferrara (per la maggior parte convenzionate) siano più alte o più basse rispetto ad altre città, se possano essere abbassate o sostenute da incentivi fiscali locali; chiedono altresì di sapere quanti siano gli anziani che dovrebbero vedere riconosciuto "questo diritto" e a quanto ammonterebbe realmente la spesa.

Infine, non si potrebbe pensare se e come destinare (parte o tutto) il "fondo regionale della non autosufficienza” alla disabilità che richiede ricovero nelle case protette e di collettività?

Sull'ambiente ci viene detto che

"la situazione ambientale è compromessa in qualsiasi città della Pianura Padana, con un presente e soprattutto un passato industriale, un carico di traffico in crescita vertiginosa negli ultimi 20/30 anni, la carente ventilazione e la produzione di rifiuti, record specifico nelle nostre zone";

"i cittadini del ‘quadrante est’ devono sapere se ci sono rischi per la salute ed in caso affermativo quali";

"le problematiche ambientali sono presenti in varie zone del territorio comunale, in alcuni casi fortemente presidiate e monitorate, come nel petrolchimico, in altri casi ancora da valutare";

" il diritto alla salute [è] inteso come tutela dai rischi dell’inquinamento da traffico".

 
 
 

OSSERVAZIONI-8 luglio 2009

Post n°16 pubblicato il 30 Luglio 2009 da levatofrancesco1
 

OSSERVAZIONI A: "LINEE PROGRAMMATICHE DI MANDATO" PRESENTATE NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI FERRARA L’ 8 Luglio 2009 (II)

Ma in tutta la sua relazione

l. non si dice mai che tra le città della Pianura Padana, Ferrara è al primo posto per incidenza di tumori (anche se il confronto fa riferimento ai dati del Registro Tumori limitati al 32% della popolazione italiana)

2. non compare mai il termine "Prevenzione"

3. non viene prevista una mappatura delle zone della citta che potrebbero essere depositi di inquinanti tossici e cancerogeni

4. non si riconosce che le precedenti amministrazioni avrebbero dovuto prevedere la crescita vertiginosa del traffico e fare, sulla viabilità, scelte conseguenti

5. non si dice che i cittadini del "quadrante est" avrebbero dovuto sapere "prima" quali fossero i rischi per la salute.

Alla Sanità, e solo a quella Ospedaliera, dedica 15 righe, dichiarando "E' archiviata finalmente la polemica Cona sì, Cona no! "Cona dovrà diventare non solo un ‘luogo’ nuovo, ma anche un modo diverso di mettere il malato al centro". "Il Sant’Anna si apre ad una occasione unica di trasformazione per una integrazione funzionale fra spazi pubblici e privati".

Veda Signor Sindaco, premesso che la decisione e la perseveranza a fare il nuovo Ospedale a Cona appartengono ad una sola parte politica e nessuno ha mai chiesto ai cittadini e agli operatori sanitari (con le modalita previste dalla legge) quale fosse il loro parere, ci sembra "originale" definire "archiviata la polemica".

E’ per forza di cose che bisogna considerare Cona il nuovo ospedale della città.

Per di più ci lascia perplessi l’affermazione che non avremmo potuto mettere "il malato al centro in modo diverso", in un Ospedale ubicato altrove: forse al Sant’Anna o in qualunque altro Ospedale del mondo, il malato non  potrebbe venire messo al centro in modo diverso?

Ancora, ci saremmo aspettati di conoscere il percorso che lei vorrà seguire per l‘utilizzo dell‘ex Sant’Anna. Se dovesse essere quello previsto nel documento prodotto dalla Commissione Lugli, senza lasciare spazio a proposte di modifiche, sappia che avremo molto su cui confrontarci.

Inoltre i cittadini, e noi con loro, vorrebbero conoscere

cosa farà per rendere Cona, non un Ospedale periferico, ma un Ospedale facilmente accessibile a tutti, in particolare alle Frazioni, con una viabilità adeguata;

quali sono i servizi che verranno trasferiti e quali quelli che resteranno al Sant’Anna;

qual è il suo pensiero sulla possibilità che il Pronto Soccorso (e non un Ambulatorio per i Codici Bianchi) resti al Sant’Anna? Sappia che su questo saremo intransigenti.

Infine la destinazione degli spazi privati suscita interrogativi senza risposta.

 
 
 
 
 

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