Creato da liberaliberas il 14/02/2008

Inferno XXVI

Misi me per l'alto mare aperto, sol con un legno, e con quella compagna picciola da la qual non fui diserto....

 

 

« Primo giorno di mareIl pescatore »

Certo non sai...

Post n°630 pubblicato il 24 Giugno 2011 da liberaliberas

 

 

Certo non sai quanto sei dolce e bella quando dormi
coi tuoi capelli sparsi e abbandonati sul cuscino
neri e lucenti, come degli stormi
di corvi in volo chiaro del mattino.
Certo non so che cosa puoi sognare quando sogni
e appare solo appena un lieve affanno nel respiro
che ti esce piano e si mescola coi suoni
di questa notte che si consuma in giro.
E sulla tua fronte gocce di sudore;
io vorrei asciugarle, io vorrei parlarti,
dirti cose vane ma c'è in me il timore
di spezzarti il sonno, forse di svegliarti.
Forse non sai quando sia felice nel vederti
addormentata e persa accanto a me, stesa vicino;
quanto sia bello il gioco dell'averti
in sogno verso chissà quale destino.

Certo non sai quanto mi commuovi quando dici
parole strane e quasi senza senso a mezza voce,
forse ricordi di attimi felici
persi in un atomo onirico veloce.
Certo non so con cosa o chi sorride quel sorriso;
dicon con gli angeli ma il nostro cielo è quello umano,
un lampo breve che dà luce al viso
accarezzato da questa mia mano.
Questa breve notte lenta si frantuma
ed il nuovo giorno piano sta arrivando,
già sull'est albeggia, non c'è più la luna;
sveglia ti alzi e chiedi: "Cosa stai guardando?"
Forse non sai quando di sonno e di notte sei bagnata
quanto ti ami e quanto siano vuote le parole;
chiedo: "Che sogni ti hanno accompagnata?"
e fuori il giorno esplode al nuovo sole

 
 
 
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FINALMENTE LIBERI

Ho sempre ritenuto questo:
che l'uomo nasce vecchio,
poi, piano piano, diventa giovane.
Ringiovanire significa,
secondo me, eliminare.
Eliminare sempre più,
eliminare certe cose inutili
che noi facciamo da giovani.
Certe cose inutili che ci danno
 
l'impossibilità
di essere liberi.

Eduardo De FIlippo

 

LA POESIA E LA DIVINA FOLLIA

Chi senza la follia delle Muse si avvicina alla poesia, inutile è lui e la sua arte, perchè di fronte alla poesia dei folli, la poesia del saggio ottenebrata scompare.------PLATONE, Fedro, 245 a.

 

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