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BLOG IN PAUSA!

Post n°10 pubblicato il 07 Aprile 2013 da ilpopolodellalibert1

 
 
 

L'orgoglio dei veri italiani alla faccia di chi li offende!

 

 

 

Articolo di Giuliano Ferrara

da "Il Giornale" del 24/03/2013

 

L'orgoglio dei veri italiani alla

faccia di chi li offende.

 

 

Non è la via stretta, quella di Bersani, è la via sbagliata. Quattro mentecatti

che vorrebbero dichiarare ineleggibile il principale uomo politico italiano

degli ultimi vent'anni, i micromeghisti che passeggiano a Roma, piazza

Santi Apostoli, sono nell'immaginazione malata di questo vecchio e fino

a ieri prudente capo apparato l'avanguardia della cosiddetta società

civile dei Farinetti, delle Gabanelli, dei Barca (oddiomio!) e di non

so chi altro, manca solo Saviano alle Pari Banalità. Un governo aperto

 ai grillini, cioè agli alieni, alle astensioni dalla presenza in aula, cioè

ai futuri cecchini, un governo ridondante di scemenze programmatiche,

 senza numeri e senza idee, pronto a tutto pur di durare un pochettino

 di più della compagine Prodi del 2006, quella che aveva ventimila

 voti di vantaggio alla Camera su Berlusconi. Ecco il pragmatismo,

ecco il cambiamento.

Invece a Piazza del Popolo ci sono i berluscones. Milioni di voti

regolarmente espressi. Una esperienza di molti anni e un assetto

della vera società civile, quella dei piccoli imprenditori, delle

casalinghe, dei pensionati, del sud e del mondo della produzione

nordista, dei lavoratori dipendenti e autonomi di pezzi d'Italia in rivolta

contro gli eccessi del carico fiscale, un terzo del paese. Con questi,

dice Bersani, non si parla. Non esistono se non alla lontana per un qualche

accordo formale sulle riforme istituzionali ed elettorali. Ma non fanno

 "discorso di rinnovamento", non si prestano alla mascherata che ha

 portato alla presidenza delle Camere gli outsider senza consenso, gli ultimi

venuti senza altro appeal che non sia una presuntiva garanzia civile

derivante dalle sezioni umanitarie dell'Onu e, figuriamoci, da una

carriera in magistratura.


Questa via non c'entra niente con la buona politica, con la Costituzione,

con le buone regole della convivenza civile. È la via della faziosità,

 della demagogia sfrenata, dell'ottusità, del muro contro muro, del

 guerreggiare senza costrutto, dell'esclusione programmatica.

Hai la maggioranza? Allora forma un governo e rispetta l'opposizione

invece di sognare decreti autoritari per abolirne la leadership, nessuno

 te lo impedisce. Non ce l'hai? Allora fa' una grande coalizione con

l'avversario di ieri, con l'altro grande partito che ha preso praticamente

 i tuoi voti, sei obbligato dalla logica, dalla situazione effettiva in cui

si trova il tuo Paese, dall'orientamento ovvio dell'opinione europea

e italiana a favore di soluzioni per quanto possibile stabili,

 che abbiano fondamento in un vero consenso.


Che i capricci molesti del gruppo Espresso-Repubblica e le invidiose

cattiverie dei neopuritani del Palasharp abbiano a tal punto condizionato

Bersani e il suo Pd è veramente uno scandalo in movimento,

difficile da sopravvalutare. Bersani è un faticone della vita di partito

e un buon ministro «riformista», uno dei pochi che si segnalarono

per qualche idea efficace nei governi di centrosinistra degli anni Novanta.

Il suo progetto culturale era chiaro: restaurare un certo ordine mentale

 e culturale in politica, fare le cose che è possibile fare, tenere conto

del ruolo e della storia delle forze sociali e politiche realmente

espresse dalla società italiana, senza chiusure pregiudiziali a quel

che si muove fuori delle istituzioni, ma senza star lì a adulare ogni

cascamorto che si autoinsignisce della titolarità della società civile.

 È finita malamente. Il Pd si vergogna di sé stesso, e il suo leader

sacrifica al proprio interesse personale provvisorio, come uno che scopra

il potere a sessant'anni, i sogni della generazione che aveva giurato

di voler promuovere alla guida del Paese.

Vinci le elezioni e fa' il governo che avevi promesso agli elettori, con

 i tuoi uomini e donne di partito, con i Fassina, con i Matteo Orfini, con

le Moretti, con le forze vive che hanno nutrito la tua battaglia

(sbagliata, peraltro) contro Matteo Renzi. Non sarà niente di

eccezionale ma questo è il risultato di una fisiologia democratica. Invece

ecco che Bersani le elezioni non le vince, e fa o vuole fare il governo

suggerito dai giornali di area, dalle lobby della cosiddetta società

civile, un esecutivo subalterno ai dettati di Grillo e Casaleggio. Faccia tosta:

dal governo di Bettola, con benzinaio incorporato, alla giunta di Gaia,

la fumisteria apocalittica del guru.

 

 

 

 
 
 

BLOG IN PAUSA!

Post n°8 pubblicato il 28 Febbraio 2013 da ilpopolodellalibert1

 

 

 
 
 

Il Pifferaio di Hamelin!

 

 

Ecco il caos post elezioni, c'era da immaginarselo... Grillo, che ha incantato da buon pifferaio magico il suo popolo..., ha  fatto con il suo partito  il suo ingresso in Parlamento... (Monti ama definire il Cavaliere un pifferaio magico, ma io ci vedo molto bene Grillo a rappresentare questa figura). Quali scenari sconvolgenti  si apriranno ora? Un'alleanza fra Grillo e il Pd? Dio ce ne scampi!!! La cosa che più mi rallegra è che il Cavaliere, dato per estinto da molti, abbia fatto una bella rimonta.

Trama del Pifferaio di Hamelin (per chi non la conoscesse).

La storia si svolge nel 1284 ad Hameln, in Bassa Sassonia. Un uomo con un piffero si presenta in città e promette di disinfestarla; il borgomastro acconsente promettendo un adeguato pagamento. Non appena il Pifferaio inizia a suonare, i ratti restano incantati dalla sua musica e si mettono a seguirlo, lasciandosi condurre fino alle acque del fiume Weser, dove muoiono annegati.

La gente di Hamelin, ormai liberata dai ratti, decide incautamente di non pagare il Pifferaio. Questi, per vendetta, riprende a suonare mentre gli adulti sono in chiesa, questa volta attirando dietro di sé tutti i bambini della città. Centotrenta bambini lo seguono in campagna, e vengono rinchiusi dal Pifferaio in una caverna. Nella maggior parte delle versioni, non sopravvive nessun bambino, oppure se ne salva uno solo che, zoppo, non era riuscito a tenere il passo dei suoi compagni. Varianti più recenti della fiaba introducono un lieto fine in cui un bambino di Hamelin, sfuggito al rapimento da parte del Pifferaio, riesce a liberare i propri compagni. Una variante dice che i bambini entrano in questa caverna seguendo il pifferaio magico e fuoriescono da un'altra caverna, la grotta di Almaş in Transilvania.

Questa era una delle leggende che spiegava l'arrivo dei sassoni in Transilvania, che  sarebbero appunto i bambini portati dal pifferaio magico di Hamelin.

 

 
 
 

Appartamenti, libri e dvd: gli affari della "Grillo SpA"

 

Articolo di Gabriele Villa da "Il Giornale" del 

22 febbraio 2013.

Il comico chiede trasparenza ai politici, ma da anni non dice quanto

guadagna:

nel 2006 dichiarò oltre 4 milioni. Con il fratello possiede un'agenzia

immobiliare.

Storie di palanche, per dirla alla genovese, e di ottimi investimenti.

Storia di un tesoretto, tenuto rigorosamente al riparo dai comizi,

dai palchi e dai fan.

Storia di Beppe Grillo, il gran fustigatore dei vizi capitali italiani che,

forse, proprio trasparente, come vorrebbe far credere, non è

e non è mai stato.


Tutto cominciò alla fine degli Anni Settanta in cui esordì come

presentatore a Fantastico assieme a Loretta Goggi. Sbocciò il

successo e, con il successo, i primi veri e tanti soldi, che il fratello

Andrea cominciò a gestirgli.

Anche perché Beppe non si fidava, come non si fida ancora oggi

di nessuno.

Così, impegnato nel mondo dello spettacolo si sbarazzò

dell'aziendina di fiamme ossidriche di suo padre, la Cannelli Grillo,

ceduta agli stessi operai che ci lavoravano e si diede agli

investimenti. Un attico in corso Europa a Genova, poi trasformato

in un centro benessere, quindi l'acquisto di una villa al Pevero, in

Costa Smeralda e di tre appartamenti nel residence Marineledda

nel golfo di Marinella, vicino di casa, a suo tempo, dunque

di Silvio Berlusconi. Investimenti sempre in tandem col fratello,

da cui rileverà la maggioranza assoluta, 99 per cento,

dell'immobiliare Gestimar di Genova, che nel 2006 ha denunciato

12 appartamenti in provincia di Genova, per un reddito imponibile

di 53.530 euro ma che ha anche usufruito del berlusconiano

condono tombale, guarda caso, uno dei bersagli preferiti nelle

varie satire di Grillo.

Si possono avere belle case e non belle auto? No di certo.

E dunque ecco che il comico-imbonitore comincia circa sei anni

fa la sua formidabile collezione: Porsche,

Chevrolet Blazer, una Maserati, una Ferrari 308 bianca e

una Ferrari Testarossa che terrà parcheggiata davanti alla

discoteca Davidia di Genova, coperta da un telone.

La svolta per le sue finanze arriva con l'apertura,

il 26 gennaio 2005, del blog internettiano e con il tour teatrale

Beppegrillo.it: il primo caso di uno spettacolo che promuove

l'indirizzo di un sito. Grillo ha dichiarato nel 2006 un reddito

imponibile di 4.272.591 euro, mentre il settimanale statunitense

Time nel 2008 promuove il suo diario internet tra i 25 più

influenti del globo. Un palco virtuale da cui il nostro finto povero

arringa in media, oltre 200mila persone al giorno.

Nella dichiarazione 2006 a Grillo arrivano dalla Marangoni,

l'agenzia, che ha sempre seguito i suoi spettacoli, 3.942.038

euro, 512.132 euro provengono dalla Siae, 69.784 dalla

Casaleggio associati, l'agenzia che gestisce il suo blog, 45mila

dalla Feltrinelli (con cui ha pubblicato il libro

Tutto il Grillo che conta); 15.500 dal settimanale Internazionale,

per cui scrive. Nel saggio Chi ha paura di Beppe Grillo? pubblicato

dalla Selene edizioni i tre autori hanno tenuto

sotto osservazione il sito per quasi tre anni. «Chi spera di

trovare un blog in realtà entra in uno splendido negozio

con un sistema di vendita che funziona benissimo»

ha affermato Edoardo Fleischner, saggista e docente di

nuovi media e società all'Università Statale di Milano. Via internet

Grillo vende ogni genere di gadget.

Basta cliccare sul sito www.beppegrillo.it per rendersene conto. Di fianco ai vari «comunicati politici» c'è il catalogo: il dvd dello spettacolo Reset (10,20 euro), il libro Tutte le battaglie di Grillo

(9,40) e molto altro. Non manca un'area riservata ai negozi.

I librai non possono acquistare meno di 25 pezzi e non è

previsto il reso. Persino le sezioni virtuali del partito fruttano.

Chi vuole aprire un fan club deve collegarsi alla piattaforma

statunitense Meetup.com e pagare una quota: 19 dollari

per un mese, scontati a 72 per chi prenota un semestre.

Visto che i meetup segnalati sul sito sono 508 (per 360 città e

72mila iscritti), i conti sono presto fatti: garantiscono un

introito di almeno 73mila euro l'anno, anche se il comico dice

di non incassare nemmeno un euro. In pochi minuti

diventano così già prenotabili online (sul sito Meetup.com)

magliette (16,95 dollari), cappellini (11,95), tutine per neonati

(16,95) e tazze (12,95) con i loghi dei nuovi gruppi. Il sito di

partenza (Beppegrillo.it) è gestito dalla Casaleggio associati

di Milano, società nata nel 2004 e specializzata nel far fruttare

al massimo la rete.

Basti pensare che già nel 2006 il fatturato era schizzato a

1.187.724 con un reddito imponibile di 380.505 euro quindi se

l'imbonitore si rovesciasse la tasche oggi e mettesse sul tavolo

davanti ai suoi adepti i suoi incassi, beh, forse qualche «grillino»

diserterebbe subito.

 

 
 
 
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