Un blog creato da librodade il 26/01/2008

Canto XXXV - Inferno

Donne affette da Endometriosi

 
 
 
 
 
 

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Elena

Post n°266 pubblicato il 22 Settembre 2008 da librodade

Vorrei entrare senza far rumore ........senza disturbare .....ma dopo che ho letto tanta sofferenza e ne ho preso parte mi sento quasi in dovere di scriverti . ho letto tante testimonianze , ho sentito i lamenti , ho percepito il dolore ,  adesso mi rendo conto, anche se non sono mai stata ammalata, che l'endometriosi e' una limitazione sia fisica che psicologica che aumenta la sofferenza sociale e privata di una donna .......lavoro come infermiera in un reparto di ginecologia e ostetricia ....vedo nascere i bimbi e piango sempre lacrime di felicita' e vedo anche donne meste entrare per un aborto spontaneo e piango lacrime di dolore guardando quegli occhi pieni di tristezza , di una rabbia interiore di una muta rassegnazione , mi sono sentita dire dai colleghi che mi faccio troppo trasportare che partecipo con troppa veemenza ...ma sono fatta cosi ......... vorrei con tutta me stessa che l'ambiente dell'ospedale coi suoi lunghi corridoi , con le luci artificiali , con i muri carichi di sentimenti potessero essere un rifugio ,che la vista  di una divisa verde , di un sorriso spontaneo , di uno sguardo velato  potessero essere un conforto ma mi rendo conto che nella maggior parte dei casi e' sinonimo di malattia .....spero inoltre di parlare per tante infermiere che non si limitano a fare il proprio turno ma che vivono ogni singolo istante ogni singolo sguardo, carezza o parola come momenti interminabili di una vita vera ........forza ragazze ....con tutta l'anima che avete dentro .....forza !!                                           
 
Elena 
  

Elena, cara dolce Elena, grazie per le tue parole. Mi hanno alzato la pelle, e mi hanno regalato emozioni bellissime.

Noi che siamo sempre abituate a considerare chi è dall’altra parte come qualcuno che non comprende, che non capisce la nostra sofferenza.

Ma la prossima volta che girerò per i corridoi di un ospedale, penserò a te, che magari sei a pochi metri … lo so … non abiterai neanche nella mia città, ma mi piace pensare che ci sei, che hai questa sensibilità e che comunque darai tanto conforto alle donne che incroceranno la tua strada.

Ti abbraccio forte e ti ringrazio a nome di noi tutte.

Vero 

      

 
 
 
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