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« Divina è la parola...parte TerzaTRENTENNALE Nuovo Umanesimo »

Divina è la parola...conclusioni

Post n°57 pubblicato il 19 Ottobre 2013 da librodelfuturo1



Divina è la parola...

 

Conclusioni

 

                                           15

D'Annunzio appartiene dunqueal Novecento ed alle avanguardie del Novecento.

La sua prorompente vitalitàche lo spinge a calcare anche il palcoscenico della storia come poeta soldatonell'avventura di Fiume ha confuso la condizione di artefice della parola:Nonnel senso che la parola è il centro di un artificio ma nel senso che il suo lavorosi incentra in essa ,sulla parola che diviene il centro di emozioni,disensibilità

Si pensi a Palazzeschi alfunambolismo verbale di Lasciatemi divertire

Esso è meno sfrenato dialcune pagine dannunziane

il fatto che egli vada allaricerca della parola desueta è un indizio della centralità della parola stessache ha bisogno per cosi' dire di uno spazio incontaminato per essere davveroespressiva

L'impressione è che lareazione di giovani poeti come Sbarbaro a D'Annunzio sia superficiale ecomunque dovuta a motivi ideologici e che una volta sgombrato il  campo da essi si possa guardare in modo nuovoalla ricerca linguistica dannunziana

 

Tra il D'Annunzio bizantinoche ha al centro Roma e l'impero al suo termine come ebbe a dire Huysmans. IlD'Annunzio notturno,quello dell'ultimo periodo su cui si appunta la simpatiadei critici,e il D'annunzio 'felice' che è quello delle Faville.

Indubbiamente è quest'ultimoil piu' interessante dal punto di vista linguistico

Le Faville venivano compostead intervalli dal 1893 al 26 aGardone sul Corriere della sera

Il giudizio di Serra restaindubbiamente quello piu' vicino alla verità

 

 

-Invece della vanità e deltedio,sentiamo qualcosa di nuovo,una freschezza ed insieme un tepore di vita.Unsoffio primaverile

                                          16

muove le parole stillate epreziose,come se le perle fine diventassero gocciole di guazza,tremanti in cimain cima.

Non le vogliamo scrollare conle mani grosse........la qualità dell'artista appare liquida......e' un D'Annunziofelice come nei giorni piu' belli della giovinezza

 

E' un poeta legato allememorie ed alle cose,ai ricordi ed ai paesaggi senza funambolismi

Sulla Tribuna' il poetastesso dice

 

-è un libro in cui faccio lastoria delle cose che non ho scritto,..un edificio documentale del mio spiritoe del mio istinto...

 

Osserviamo gli esiti dellamescolanza di elementi nella parola in questo brano

 

-Io penso al Monte degliolivi che mi appar lontano come il piu' lontano vertice dei secoli.... e miappare Alessandro dalla testa inclinata sulla spalla.......

 

 

La musica nella parola è comeun flauto

 

dice il poeta

-il mio linguaggio miappartiene come il più potente dei miei istinti.è un istinto carnale purificatoed esaltato dal fuoco bianco della mia intelligenza

 

-immensa fuga di corridoi,dianditi,di aule,di sale come una reggia piena di insidie e di minacce dove iofossi per cercare qualcosa di infinitamente prezioso che m'appartenesse ed'attimo in attimo mutasse di natura e di pregio serbando la sua novità perpetua...

quante porte,quanteporte.....

 

 

 

 

 

                                         17

Il poeta doctus ancoradeclama ma l'interiorità ha il sapore di una confessione

l'emozione trapela nellamemoria

 giustamente dice Raimondi

 

 

-la pagina si frastaglia,siassottiglia,si piega in tutte le parti

docile al pari di una teneramateria cera,ancora soffusa di un intimo ritmo lirico in cui si sorprende ilritmo di un edonismo verbale ma anche l'ansia di una vita misteriosa edenigmatica

 

e' l'avvento della parolafelice.

 

 

L'elemento metamorficocontribuisce a questo  esito

il poeta si trasforma incentauro,ha un  demone mimetico

 

-Ora m'imbestio.Si non so chedivina bestialità m'inebria-

 

il poeta evoca naturalmenteOvidio,le Metamorfosi,il perenne mutare delle forme

 

Ed anche la musica entra inquesto mondo incantato

D'Annunzio in pratica vivetutte le sperimentazioni delle avanguardie europee del tempo ed obbliga leriottose èlites italiane a misurarsi con esse

 

 

Rispetto a questaliaison  con le avanguardie europeeappare meno ampio lo spazio del futurismo che si muove per quanto riguarda il

                                             18

linguaggio nell'ambito delleparole in libertà e per quanto riguarda il rapporto della parola con lamusica,nell'ambito dell'onomatopea

Certo il dato sintattico sispezza e i poeti  intitolano le loroopere 'frammenti,trucioli'

                                      

tanta anima mi cresce nellacarne che mi pare quasi di non avere piu' carne

 

 

e viceversa il ritmo pervadela parola e le detta la mimesi del reale,le imprime un che di fisico dicorporeo.

 

Il mito del mostro nato daPasifae e dal toro,la favola antica di Teseo in Creta

….sotto la sera purpurea  d'autunno egli si trasfigurava

secondo i suoi istinti delsuo sangue e  i ricordi del suointelletto

in una di quelle formeancipiti tra bestiali e divine

 

E' il Fuoco'

 

giustamente commenta Raimondi

 

la possibilità di ritrovarenell'illusione di una favola antica,,una cadenza di gesti,di movimenti,difigurazioni che somigli ad una danza a una mimica plastica e musicale

 

La poesia d'Alcyone che sidissolve in musica è vicina

 

nell'onda volubile dei suoni

 

 

che forse il geniodell'antica Grecia

 l'onda possente ti battea sul capo

 

Gli esempi potrebberomoltiplicarsi all'infinito

 

Resta da esplorare l'ereditàpostuma di D'Annunzio  in Manganelli ma èun momento davvero successivo

 

 
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