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Creato da librodelfuturo1 il 18/08/2012
il senso di noi... nel cammino del tempo
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Conclusioni
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D'Annunzio appartiene dunqueal Novecento ed alle avanguardie del Novecento.
La sua prorompente vitalitàche lo spinge a calcare anche il palcoscenico della storia come poeta soldatonell'avventura di Fiume ha confuso la condizione di artefice della parola:Nonnel senso che la parola è il centro di un artificio ma nel senso che il suo lavorosi incentra in essa ,sulla parola che diviene il centro di emozioni,disensibilità
Si pensi a Palazzeschi alfunambolismo verbale di Lasciatemi divertire
Esso è meno sfrenato dialcune pagine dannunziane
il fatto che egli vada allaricerca della parola desueta è un indizio della centralità della parola stessache ha bisogno per cosi' dire di uno spazio incontaminato per essere davveroespressiva
L'impressione è che lareazione di giovani poeti come Sbarbaro a D'Annunzio sia superficiale ecomunque dovuta a motivi ideologici e che una volta sgombrato il campo da essi si possa guardare in modo nuovoalla ricerca linguistica dannunziana
Tra il D'Annunzio bizantinoche ha al centro Roma e l'impero al suo termine come ebbe a dire Huysmans. IlD'Annunzio notturno,quello dell'ultimo periodo su cui si appunta la simpatiadei critici,e il D'annunzio 'felice' che è quello delle Faville.
Indubbiamente è quest'ultimoil piu' interessante dal punto di vista linguistico
Le Faville venivano compostead intervalli dal 1893 al 26 aGardone sul Corriere della sera
Il giudizio di Serra restaindubbiamente quello piu' vicino alla verità
-Invece della vanità e deltedio,sentiamo qualcosa di nuovo,una freschezza ed insieme un tepore di vita.Unsoffio primaverile
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muove le parole stillate epreziose,come se le perle fine diventassero gocciole di guazza,tremanti in cimain cima.
Non le vogliamo scrollare conle mani grosse........la qualità dell'artista appare liquida......e' un D'Annunziofelice come nei giorni piu' belli della giovinezza
E' un poeta legato allememorie ed alle cose,ai ricordi ed ai paesaggi senza funambolismi
Sulla Tribuna' il poetastesso dice
-è un libro in cui faccio lastoria delle cose che non ho scritto,..un edificio documentale del mio spiritoe del mio istinto...
Osserviamo gli esiti dellamescolanza di elementi nella parola in questo brano
-Io penso al Monte degliolivi che mi appar lontano come il piu' lontano vertice dei secoli.... e miappare Alessandro dalla testa inclinata sulla spalla.......
La musica nella parola è comeun flauto
dice il poeta
-il mio linguaggio miappartiene come il più potente dei miei istinti.è un istinto carnale purificatoed esaltato dal fuoco bianco della mia intelligenza
-immensa fuga di corridoi,dianditi,di aule,di sale come una reggia piena di insidie e di minacce dove iofossi per cercare qualcosa di infinitamente prezioso che m'appartenesse ed'attimo in attimo mutasse di natura e di pregio serbando la sua novità perpetua...
quante porte,quanteporte.....
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Il poeta doctus ancoradeclama ma l'interiorità ha il sapore di una confessione
l'emozione trapela nellamemoria
giustamente dice Raimondi
-la pagina si frastaglia,siassottiglia,si piega in tutte le parti
docile al pari di una teneramateria cera,ancora soffusa di un intimo ritmo lirico in cui si sorprende ilritmo di un edonismo verbale ma anche l'ansia di una vita misteriosa edenigmatica
e' l'avvento della parolafelice.
L'elemento metamorficocontribuisce a questo esito
il poeta si trasforma incentauro,ha un demone mimetico
-Ora m'imbestio.Si non so chedivina bestialità m'inebria-
il poeta evoca naturalmenteOvidio,le Metamorfosi,il perenne mutare delle forme
Ed anche la musica entra inquesto mondo incantato
D'Annunzio in pratica vivetutte le sperimentazioni delle avanguardie europee del tempo ed obbliga leriottose èlites italiane a misurarsi con esse
Rispetto a questaliaison con le avanguardie europeeappare meno ampio lo spazio del futurismo che si muove per quanto riguarda il
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linguaggio nell'ambito delleparole in libertà e per quanto riguarda il rapporto della parola con lamusica,nell'ambito dell'onomatopea
Certo il dato sintattico sispezza e i poeti intitolano le loroopere 'frammenti,trucioli'
tanta anima mi cresce nellacarne che mi pare quasi di non avere piu' carne
e viceversa il ritmo pervadela parola e le detta la mimesi del reale,le imprime un che di fisico dicorporeo.
Il mito del mostro nato daPasifae e dal toro,la favola antica di Teseo in Creta
….sotto la sera purpurea d'autunno egli si trasfigurava
secondo i suoi istinti delsuo sangue e i ricordi del suointelletto
in una di quelle formeancipiti tra bestiali e divine
E' il Fuoco'
giustamente commenta Raimondi
la possibilità di ritrovarenell'illusione di una favola antica,,una cadenza di gesti,di movimenti,difigurazioni che somigli ad una danza a una mimica plastica e musicale
La poesia d'Alcyone che sidissolve in musica è vicina
nell'onda volubile dei suoni
che forse il geniodell'antica Grecia
l'onda possente ti battea sul capo
Gli esempi potrebberomoltiplicarsi all'infinito
Resta da esplorare l'ereditàpostuma di D'Annunzio in Manganelli ma èun momento davvero successivo
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