Creato da angiolhgt il 01/09/2011

Deliri di notte

vaneggiamenti inutili

 

« sardinelavoro »

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Post n°148 pubblicato il 24 Aprile 2015 da angiolhgt

Quando ero ragazzo il 25 aprile era molto sentito ma anche molto politicizzato, monopolizzato direi da quelli che si credevano veri partigiani e che spesso si sono scontrati con altri partigiani ritenuti di fede non ortodossa ammazzandoli pure: troppi ragazzi morti dalle tutte le parti politiche che credevano in qualcosa con gli ideali dei giovani e con lo slancio generoso , spesso incosciente. che è della giovinezza.

Sulla strada principale  della città sfilava un corteo con in testa, vestita a lutto,  mamma Piol, la madre di due ragazzi fucilati al muro del castello di Rivoli in Piemonte; era una scena triste che ho ancora negli occhi e che ricordava più un funerale che una festa.

Pansa sta rivisitando quei tristi tempi ritengo con senso di onestà, lo  ricordo ottimo editorialista dell'Espresso, il settimanale su cui direi di essermi formato politicamente ma che per fortuna ha prodotto in me come in Pansa, mio concittadino, anche un senso critico e mi ha salvato dal dogmatismo di un certo modo fazioso di essere di parte.

Riferisce di cose ignobili fatte specialmente dalle brigate garibaldi, ma direi un po' da tutti in una situazione in cui la legalità era sopita e non  sempre i valori nobilitavano le azioni.

Ma riferisce anche del "nemico", spesso, giovani animati da ideali seppur frutto di una ventennale propaganda di un male inteso senso dell' onore della patria .

Ci furono atti di banditismo e di gratuita crudeltà da ambo le parti ma anche atti di nobiltà d'animo da ambo le parti.

Credo che si debba pensare a quella guerra partigiana, che fu soprattutto civile, con uno spirito che condanni certamente  il regime ma che abbia rispetto per quei giovani generosi e irruenti che sbagliarono a schierarsi spesso non  per colpa loro e altri giovani ancora che, per paura  dovettero scegliere nell l'alternativa dei campi di concentramento  o della fucilazione: per essere considerato traditore bastava dichiararsi neutrale.

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Commenti al Post:
ossimora
ossimora il 25/04/15 alle 00:24 via WEB
ah pansa il prezzolato revisionista , mia mamma comprava il "primo " pansa , poi dopo la svolta destraiola e revisionista si vergognava dei suoi libri , li ho ritrovati sepolti nel soffitto. Oggi ho sentito un sacco di bellissime storie della resistenza , quelle contano , dovremmo scendere in piazza a ballare tutti grati ed allegri .Qui stasera c'è un bel concerto in piazza ...e domani pomeriggi si replica con un sacco di gruppi di giovani, tra l'altro qui si stanno iscrivendo in massa all'ANPI !!!
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 25/04/15 alle 03:17 via WEB
ti conosco troppo bene da non prevedere la tua alzata di scudi! Se avessi letto senza pregiudizi il Pansa bis percepiresti che non è affatto un revisionista voltagabbana, ma cerca di dissipare l'alone sacrale di una certa resistenza che non fu limpida e pura , si macchiò di crimini e di lotte intestine. Pansa non toglie nulla al valore fondante della resistenza, che ebbe pur grandi uomini con grandi ideali ma anche.... E quel ma anche ...che fa girare i coglioni a Voi irriducibili seguaci col cero in mano . Addirittura Pansa non tenta nemmeno di rivalutare se non timidamente sul piano morale quei giovani che sbagliavano in buona fede e che vollero essere italiani nel senso retorico oltre ogni ragionevole calcolo: combattevano una battaglia persa in anticipo, patetici e idealisti sino alla stupidità.. o forse senza altra scelta. E' una mia considerazione aggiuntiva di uno che non è di destra ma condivide con la destra il rispetto di tanti morti sui quali incombe una damnatio memoriae. Ovviamente tra loro ci furono carnefici e criminali ..ma non tutti . Imparate a pensare in termini ..man non tutti...imparate, poichè siete persone mature, a non essere qualunquisti. Avevo uno zio che per sfuggire a morte certa in campo di concentramento per ufficiali italiani accettò di rientrare in quello che era l'esercito italiano, l'unico esercito che ci rimaneva, si comportò d galantuomo facendo il suo dovere nei servizi logistici, questo gli valse, pur avendo meritato una medaglia d'argento sul fronte greco l'emarginazione nella repubblica italiana fondata sul partigianesimo. La nuova classe dirigente , compreso mattei provenivano da quelle file, ottime persone non c' che dire che tra l'altro si premurarono di fare una amnistia confermando molti ex fascisti nelle istituzioni dello stato. Saprai bene che l'amnistia non fu affatto gradita e diede lo spunto per ulteriori eccessi persecutori nei confronti dei traditori. Ma, se tanti ex fascisti con entrature la fecero franca mio zio che non lo era mani stato, solo per salvarsi la pelle e perchè in fondo non contava un cazzo , venne discriminato sul lavoro come funzionario dello stato e solo dopo tanti anni riuscì a essere sdoganato ricoprendo alla fine un posto adeguato alle sue capacità ed alla sua istruzione....la lettera scarlatta o meglio rossa con falce e martello. Ma hai delle attenuanti analoghe a qui giovani nutriti di ideologie manichee, cos' come loro che marciavano alla musica delle fanfare e al canto di giovinezza voi continuate a marciare al suono della fanfara della retorica di una fiaba costruita astoricamente , di un mito propagandistico che si è nutrito di mezze verità...quelle che fanno comodo per fidelizzare le masse rinate alla libertà. Ma quale libertà? quella di dire e votare senza essere di alcuna influenza sulla scalcinata vita pubblica di questa italia in cerca disperata di un nuovo messia ..ora ce l'abbiamo e non sei contenta? L'Italia dei partiti, molto migliore di questa dei personalismi, è morta, la nemesi della storia ci dice che mussolini è sempre lì pronto a risorgere.
 
ossimora
ossimora il 25/04/15 alle 09:56 via WEB
Il fatto che GpP esca in un paginone e sia esaltato dal "GIORNALE" , noto fogliaccio e inviso a tutti gli storici dovrebbe far pensare. Secondo certi storici francesi i suoi libri sanguinolenti e trash dovrebbero addirittura essere proibiti .Io non la penso così , ovviamente ; libertà assoluta anche per chi ravana sul fondo del barile . Quanto ai tedeschi , quando si parla di seconda guerra mondiale e di efferatezza hanno ben poco da festeggiare , tanto meno il "presunto, ridicolo " tradimento (che vulgata noiosa!!!) ; tradimento di chi??? Mio nonno che non volle la tessera annonaria e fin da subito , come molti che se ne andarono o altri che salirono in montagna è stato tradito in primis da un buffo dittatore che con le sue idiozie reiterate ha condotto un paese ad una guerra terribile.Ti ricorderei anche che mia nonna che osò ...dire "accidenti a questi zoccolacci e a chi ce li fa portare !!!" , venne pesantemente redarguita da una carampana della GIL ;olio di ricino.
 
lorifu
lorifu il 27/04/15 alle 22:14 via WEB
Ho la fortuna di essere cresciuta in un ambiente in cui la parola libertà era aprioristica e avulsa da ideologismi di sorta. Non riesco assolutamente a capire le ideologie, oggi morte e sepolte e che senso abbiano quando il perseguimento del bene comune dovrebbe non avere colori. Anche la resistenza, come il fascismo ha avuto i suoi scheletri nell’armadio ed è inutile nasconderlo per inveterato bisogno di mostrare il volto immacolato di un movimento che fermo restando l’indubbio valore ai fini della Liberazione del nostro Paese va visto anche nei suoi risvolti negativi. A questo proposito ho frequentato grazie a comuni amici il figlio di Francesco de Gregori, il leggendario “Bolla”, omonimo del cantautore di cui è cugino, comandate della brigata Osoppo che fu tra i primi ad essere ucciso tra il 10 e il 18 febbraio attirato in un agguato nelle malghe di Porzus, al confine con la Slovenia da Mario Toffanin capo della Brigata Garibaldi. Qua in Friuli non si sono mai spente le polemiche per quella che è stata definita una vergognosa strage che ha rimarcato le differenze tra i gruppi partigiani italiani che invece di mirare ad un unico obiettivo perseguivano scopi diversi. In particolare la Brigata Garibaldi era composta da partigiani comunisti strettamente legati ai partigiani slavi guidati da Tito mentre la Divisione Osoppo formata da persone con altri orientamenti politici, cattolici e vicini al partito d’azione si opponeva a una visione che non fosse di opposizione al fascismo e di liberazione nazionale. Questa lotta tra “fratelli”, tra delazioni, imboscate, tradimenti, nell’illogicità delle ragioni, ha gettato numerose ombre su quella che avrebbe dovuto essere ricordata soltanto come una limpida pagina di lotta per la libertà.
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 27/04/15 alle 23:25 via WEB
ho letto proprio in un libro di Pansa la vicenda di Porzus e di condanne poi vanificate da amnistie varie e grazie ( mi pare persino da Pertini) La politica ha protetto anche quando la magistratura si è pronunciata per la condanna. Fu un a guerra civile in cui una parte aveva ragione e l'altra era stata condannata dalla storia. Se mussolini fosse rimasto neutrale sarebbe morto nel suo letto come Franco, se si fosse alleato con gli inglesi ( cosa possibilissima e auspicata non solo da Ciano) avremmo ancora il fascismo . Le masse erano fascistizzate e si sa che le masse hanno un concetto di libertà poco astratto...per usare una litote
 
woodenship
woodenship il 28/04/15 alle 22:26 via WEB
Sinceramente Pansa non mi è mai piaciuto molto.Non tanto perchè sia un mangiatore di comunisti,ma perchè mi pare si sia preso troppo sul serio, nella parte dello storico castigamatti.Per quel poco che ho letto di lui,mi pare che mancase assolutamente di quella capacità di contestualizzare i fatti:è vero che ci sono state attrocità da entrambe le parti.Ma bisognerebbe considerare anche il contesto di allora.Un paese che usciva da un ventennio di dittatura sporca,oppressiva e repressiva,oltre che pretenziosa roboante e inetta.Invece,leggendo Pansa,sembra che ogni cosa sia slegata dal suo contesto,ridotta a semplice fatto fine a se stesso.Cosa che moltiplica l'indignazione,però fa sfuggire il quadro di insieme.Come ad esempio la questione della Osoppo:coloro che massacrarono la brigata,successivamente finirono nei capi titini,muorendo di percosse e di stenti terribili.Come allo stesso tempo alcuni di quelli che avevano scelto la resistenza ne approfittarono per portare avanti delle rese dei conti che nulla avevano a che vedere con la lotta contro il fascismo.Ma così è da sempre e di certo Pansa non ha raccontato grandi novità.Già molti storici avevano affrontato quel periodo.Anche se mettendo l'accento su fatti che erano in contrasto con la politica di allora del partito comunista di Togliatti.Mentre il ministro Togliatti decretava l'amnistia per i fascisti in galera,allo stesso tempo nulla del genere veniva accordato per i partigiani che,per un motivo o un altro,avevano finito per macchiarsi di reati legati alla condizione di povertà degli individui.Dunque lo stesso Togliatti finì per mostrarsi insensibile a certe condizioni sociali.Ma per costoro nemmeno Pansa ha avuto un occhio.Si è preoccupato soltanto di andare a scartabellare su fatti che avessero potuto colpire la parte da cui lui si era sentito discriminato.E ciò non gli fa certo onore,insieme a questa sua mancanza di professionalità imparziale nel raccontare i fatti contestualizzandoli.........Un caro saluto.........W........
 
ossimora
ossimora il 29/04/15 alle 00:01 via WEB
Innanzitutto bisogna evidenziare che i sei libri di Pansa che costituiscono il cosiddetto “ciclo dei vinti”, al contrario dei saggi scritti dagli storici, sono stati letti da centinaia di migliaia di persone: già nel 2006, lo stesso Pansa affermò, accusando quanti lo criticavano di essere invidiosi del suo successo, che Il sangue dei vinti aveva venduto 400 mila copie .Il libro ha quindi raggiunto un pubblico ampissimo, composto principalmente da non specialisti, ignari della storiografia sull’argomento. «Sarebbe tuttavia un errore isolare Pansa: ormai si deve parlare di tutta una categoria di “rovistatori” della Resistenza,che grattano il fondo del barile per vedere dove si annidi (eventualmente) il marcio, e anche se non c’è, lo si inventa, lo si amplifica, e lo si sbatte in prima pagina. Che questa operazione sia fatta senza alcun criterio storico, senza le cautele minime di qualsivoglia studioso, poco importa. Se gli autori di libri di tal fatta, vendono, troveranno editori disposti a scommettere su di loro, media pronti a parlarne (e come si fa a non parlarne?), e un pubblico via via più incuriosito. Ma anche i rovistatori della Resistenza rientrano in una categoria più ampia, che sembra inesauribile e dalla quale ci dobbiamo aspettare altre puntate, sempre più clamorose. Noi sappiamo bene che esiste una differenza essenziale tra la revisione, momento irrinunciabile del lavoro del ricercatore storico, e il revisionismo, che possiamo definire come l'ideologia e la pratica della revisione programmatica. […] Ma il revisionismo vuole invece pregiudizialmente“rivedere”, possibilmente in modo drastico, le conoscenze acquisite, partendo dal presupposto che quello che abbiamo appreso finora siano «bugie»: sintomatico in tal senso il titolo dell'ultimo Pansa ( La grande bugia nel quale apprendiamo una serie di comiche “rivelazioni” partorite tutte dalla fertile inventiva dell'autore: da Marx che “ignorava il mondo del lavoro” a Hitler che “non voleva la guerra”. Con questi due esempi - non sono certo gli unici - siamo oltre il revisionismo: siamo in pieno “rovescismo”. Che può essere definito come la fase suprema del revisionismo stesso. Volete assicurarvi il successo in un pubblico vasto e ingenuamente appassionato di storia? Bene. Basta prendere un fatto noto, almeno nelle sue grandi linee, un personaggio importante, un episodio che ha costituito un momento variamente epocale. Poi si afferma che tutto quello che sappiamo in merito è una menzogna, o perché fondata sulla falsità, o perché basata sull'occultamento; di solito, responsabili delle menzogne e dei nascondimenti della verità, sono “i comunisti”, da Gramsci fino ai suoi pronipoti, con un particolare accanimento su Togliatti. Che viene presentato, spesso e volentieri, egli stesso come un soggetto storico su cui esercitare l'arte speciosa del rovesciamento, e come ispiratore delle trame storiografiche negatrici della verità, infine rimessa a posto dai Pansa e sodali. Dunque, se quello che si sa è menzogna, si tratta di costruire una Alla straordinaria diffusione di queste opere ha contribuito certamente il fatto di essere scritte da un giornalista e romanziere di successo, con uno stile vivace e scorrevole e, soprattutto, di essere presentante sotto la forma di romanzo a sfondo storico: quelli che scrive Pansa, infatti, non sono saggi, ma si collocano a metà tra il pamphlet e il romanzo. Al loro interno vi sono alcuni personaggi(femminili) inventati – Livia nel Sangue dei vinti , Emma nella Grande Bugia – che accompagnano ilgiornalista attraverso la sua “scoperta” dei fatti, ponendogli domande, a cui egli risponde: SergioLuzzatto ha osservato che si tratta dello «stile del catechismo» per bambini .Questo modello narrativo mette in seria discussione la scientificità dell’opera: nessun libro di Pansa contiene note o apparati bibliografici, nessuno è fondato su una qualsiasi ricerca archivistica e, anzi,spesso il racconto degli eventi è tratto esclusivamente dalla pubblicistica e dalla memorialistica (neo)fasciste sull’argomento . Pansa, per quanto sia un giornalista, conosce bene anche il metodo storico – in gioventù, infatti, fu un ricercatore che, in materia di Resistenza, giunse anche ad alcune acquisizioni storiografiche importanti: relatore finale della sua tesi di laurea fu Guido Quazza, uno dei maggiori storici della Resistenza – e, quindi, la scelta di non utilizzare le note e di semplificare e alleggerire la sua narrazione è deliberata, non è dettata da una presunta scarsa competenza professionale con il metodo storico. Queste carenze metodologiche sottraggono i testi di Pansa ad ogni tipo di verifica critica, ma alleggeriscono di molto la loro lettura, avvicinando ad essi il pubblico dei non specialisti, agevolati nell’acquisto anche dalla possibilità di comprare l’opera in circuiti generalmente non destinati alla vendita di libri di storici, quali i supermercati e gli autogrill. L’essere a metà tra un saggio e un’opera di letteratura costituisce, inoltre, un alibi per il giornalista: qualora lo si accusasse di aver scritto un saggio privo di scientificità, infatti, egli potrebbe rispondere che si tratta di un libro che non ambisce ad essere un’opera storiografica e che, per questo, può lasciare spazio ad una “libera ricostruzione”.La commistione con la fiction permette a Pansa di inserire nell’opera delle descrizioni partorite dalla sua fantasia: quando afferma che «è dura da immaginare questa scena interminabile: il buio, le grida, i pianti, il crepitare delle armi, l’eccitazione dei giustizieri, il sangue» , è chiaro che egli effettivamente non sa nulla della scena descritta, che tuttavia si radica nella mente del lettore, dove si costruisce l’immagine di partigiani sanguinari e crudeli. L’immaginazione e il “sentito dire” riempiono tutte quelle parti della storia che rimangono oscure, contribuendo a far radicare nel lettore ricostruzioni e convinzioni non suffragate da alcuna fonte- NON a caso gli storici lo sbeffeggiano .
 
 
woodenship
woodenship il 29/04/15 alle 17:04 via WEB
Grazie infinite:non avrei saputo spiegare meglio il mio pensiero su Pansa e il suo "tesoro",poichè è innegabile che lui ha saputo ricavare l'oro dalle sue mezze verità.E che si schernisca accusando i critici di invidia,è un ulteriore dimostrazione di adesione a un climax di berlusconismo imperante:del resto non avrebbe mai avuto tutta questa fortuna e rilevanza,se non avesse saputo adeguarsi alla narrazione della realtà e della storia,passando per la visione virtuale e televisiva propugnata dal berlusconismo.......Un caro saluto.....
 
   
angiolhgt
angiolhgt il 30/04/15 alle 03:30 via WEB
un giornalista è per definizione un professionista delle mezze verità, detto questo credo che una certa retorica celebrativa sia logora e che una voce fuori dal coro sia anche provvidenziale per non cadere nell'errore della sacralità. Sono state vicende umane e umano risulti il loro esito. Pansa Ha dato fastidio perchè ha detto delle bugie o mezze verità o verità decontestualizzate? Questo dovrebbe stimolare uno storico serio che trasformi brandelli di cronaca in storia e, sulla resistenza , forse, una storia completa è ancora da scrivere. Della resistenza si sa che ci furono episodi "non belli" ma ci ha fatto uscire fuori col voto da una monarchia imbelle ed ha creato una nuova classe dirigente. Abbiamo perso una guerra e siamo stati liberati dagli alleati: la guerra civile servì al ricambio necessario di una classe dirigente che ci aveva portato nel baratro.
 
woodenship
woodenship il 30/04/15 alle 22:43 via WEB
Penso che il guaio sia stato proprio il fatto che non ci fu un vero cambio:moltissimi dirigenti e apparati rimasero tali e quali,anche a causa dell'amnistia decretata da Togliatti.I dirigenti collusi con il fascismo anzi fecero carriera,determinando una fissità nella cosa pubblica tale,da renderla ingessata ancora adesso.Come dicevo,il problema Pansa,non è tanto il suo lavoro o i quattrini che ha saputo ricavarne.Si sa che se una persona vale qualcosa gliela si deve riconoscere.Bensì è la sua pochezza morale ed il pressapochismo dettato da una specie di livore verso coloro che erano stati suoi compagni di partito.In molti subirono angherie e sgarbi dalla dirigenza del pci,non ultimi gli intellettuali del"manifesto",espulsi perchè contrari alla linea del partito, riguardo all'invasione della Cecoslovacchia da parte dei sovietici.Però una simile protervia e malevolezza pari a quella di Pansa non si riscontra facilmente.E poi il suo farsi paladino di una verità che deve sovvertire una vulgata resistenziale falsa,non la sopporto proprio.Poichè c'erano già fior di storici che l'avevano affrontata in tempi non sospetti.Come nella questione delle foibe:la ragione del momento imponeva a governo e partiti e media di sopravvolare sulla questione,poichè avrebbe voluto dire dovere discutere anche dei massacri fatti dai nostri soldati in Grecia e nei Balcani.Perciò si arrivò al trattato di Osimo senza menzionare le foibe.Poichè in caso contrario si sarebbe data la stura ad una tempesta di rivendicazioni.Pansa non poteva non sapere di ciò.Come non poteva non sapere che storici Come G.Luna si erano già ampiamente occupati dell'eccidio delle foibe e delle vittime.Però nonostante tutto è andato avanti a rivendicare a sè il merito di avere riportato le vittime alla luce.Nulla di più falso.Come per tutto il resto delle sue scoperte.Ma,come già detto in precedenza,la sua fortuna è stata quella di arrivare in un momento in cui c'era in atto già la riscrittura della realtà attraverso il mezzo televisivo:telenovelas che reinventavano la passione,i generi,giochi a premi,talk show,fiction,giorni in pretura,tutta una produzione tendente a ricostruire una visione di società virtuale.Dunque perchè non riscrivere anche la storia in quest'ottica?Basta distaccare ogni cosa dal suo contesto ed assemblarla come fa più comodo e come alla ggente fa più piacere,ovvero in modo consolatorio,poichè si fa vedere che l'ingiustizia viene sempre a galla e che la realtà vera è più falsa di quella virtuale che invece svela gli inghippi concreti...Insomma,Pansa?Storico e giornalista perfettamente inserito nella narrazione del berlusconismo per quanto riguarda la realtà.Dunque anch'esso virtuale e non corrispondente,casomai auspicato......Un caro saluto e grazie per lo spazio.........W........
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 01/05/15 alle 02:26 via WEB
è verissimo che tanti funzionari del regime rimasero "per continuare a far funzionare la macchina dello stato" , ma la classe politica di governo o comunque legittimata a governare fu per fortuna di provato antifascismo . In effetti mi pare proprio che siamo in procinto dopo 70 anni di tentare una prima analisi storica lasciando in secondo piano la "cronaca nera" ma comunque non ignorandola del tutto perchè la storia parte anche dal basso. Credo che una sintesi storica sia necessaria : anche la rivoluzione francese ebbe la sua cronaca nera ma alla fine un a sintesi c'è stata seppur molti anni dopo la restaurazione...aspettiamo un nuovo defelice della resistenza..ma forse anche un nuovo defelice del periodo fascista.
 
   
woodenship
woodenship il 01/05/15 alle 16:10 via WEB
Ecco si:Defelice mi piace,seppure ci siano molti argomenti a separami dalla sua visione,però debbo ammettere che fu uno storico serio e che alcune sue ipotesi sono molto interessanti.Insomma,uno storico da"destra"degno di rispetto.Non per niente arrivò a certe indagini molto prima di Pansa e con altro spessore.Sebbene anche lui si fosse beccato le reprimende della vulgata resistenziale che la voleva eroica e basta.Per quanto riguarda l'analisi storica,in Italia non è stata ancora possibile poichè si è sempre ideolocigizzato troppo il dopoguerra:da un lato gli antifascisti doc e dall'altro coloro che si rifiutavano di fare i conti con il fatto che il fascismo era stato colluso col nazismo.Si è sempre tentato di autoassolversi,scaricando le colpe e gli orrori sul nazismo:italiani brava gente,come avrebbero potuto gasare gli abissini?Lo stesso Montanelli aveva sempre giurato e spergiurato che non erano stati usati elementi chimici in Etiopia.Questo per dire che ancora oggi si è ben lungi dal fare i conti con il proprio passato,ammettendo gli orrori del fascismo.AQncora adesso si dice che il fascismo diede vita alla mutua,all'industria di stato,mise gli assegni famigliari,instaurò le 40 ore settimanali per i lavoratori e molto altro ancora.Però non si dice delle leggi razziali,degli omicidi politici,della guerra coloniale,dell'aggressione alla Francia,alla Grecia e nei Balcani.Tanto che ancora adesso quando si pensa alle foibe non si comprende l'odio per cui i titini avrebbero dovuto infoibare pure noi italiani:siamo brava gente.Anche se dimentichiamo la nostra invasione stupidamente brutale della regione.E la nostra alleanza con gli ustascia croati.Tutto ciò senza nulla togliere alle infamie che si ritrovarono a commettere molti partigiani comunisti.Ma il problma di fondo è sempre quello:chi cominciò e per quale motivo diede la stura al macello,nel tentativo di espandersi e creare un regime razzista e carnefice.Si possono mettere sullo stesso piano coloro che lottarono contro il nazifascismo,con coloro che lo difendevano e lo difesero, anche quando apparvero chiari gli orrori di cui si era macchiato?.....Un caro saluto.......
 
     
ossimora
ossimora il 01/05/15 alle 20:38 via WEB
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