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Creato da: lunarossa.1974 il 16/02/2007
Senza nè Santi nè Eroi.

 

 
« Italiani vigilantiMali estremi, estremi rimedi »

La svolta epocale.

Post n°17 pubblicato il 05 Aprile 2007 da lunarossa.1974

È inevitabile, quando soffia il vento dell’oppressione, nasce il turbine della rivoluzione.

In questo momento, le vecchie guardie stanno fungendo da tappo nei confronti dei nuovi stili e modelli di vita: un cambio d’Era che nessuno potrà, per quanto impegno ci metterà, bloccare o anche soltanto arrestare.

La nostra società è in piena mutazione: cambiano i consumi, gli usi e i costumi; le nuove dottrine si scontrano con vecchi baluardi. Tradizioni obsolete che nessun’intenzione hanno di andare in pensione. Abbiamo bisogno di nuove regolamentazioni che investino il lavoro, la scuola, la sanità e garantiscano piena autonomia individuale: difesa sulla libertà decisionale di ognuno di noi.

Lo Stato avvinghiato ai vecchi modelli, risulta essere poco propenso nel cedere terreno e soprattutto nell’uniformarsi ad esigenze sempre piu incalzanti, di una generazione stanca di doversi difendere da sola. Ma la mutazione è tanto insita, quanto intrinseca alla stessa natura umana. Siamo figli dell’Homo Sapiens: alle mutazioni dovremmo essere avvezzi.

Tra le fila di un Governo fedele ai vecchi dispotismi, si sta aprendo un solco sempre più evidente: una scissione che tenterà di dar vita al Partito Democratico.

Adesso tutti noi dobbiamo alzare il livello di guardia.

In molti vedono in questa nascita, una semplice aggregazione tra due partiti gia esistenti: DS e Margherita. Di sicura la provenienza dal centro sinistra.

Il progetto si sviluppa sulla base di un incessante richiesta d’alternativa valida ai due attuali schieramenti. Potrei profetizzare un prossimo scontro futuro: UDC, PD.

Trovo pericolosa la proposta di molti di fondare un’associazione dei cittadini: non basta avere idee buone, bisogna soprattutto essere lungimiranti, e capaci di scindersi dalle proprie opinioni per il bene di una collettività pluralista.

La rivoluzione culturale dei giorni nostri, è l’imput che ha fatto partire questo progetto: in vista di questa metamorfosi sociale, si cerca di modificare e rinfrescare la politica.

Tuttavia non basta, stavolta dobbiamo in qualche modo far si, che la forza politica si mescoli con la forza popolare: la svolta sta proprio nell’assembrare la forza motrice( i cittadini) e la mente (il partito) in un unico corpo.

Dovremmo diventare il loro centro nervoso, i neuroni che invieranno costantemente impulsi operativi, direttamente dal campo.

Supponiamo di riuscire in questa impresa epocale, supponiamo che l’Italia sia un immensa distesa di terra sterile da riportare in piena produzione.

Bisogna disossarla, ararla, concimarla, seminarla. Per quanto forte e produttivo un partito non potrebbe da solo farcela.

Quindi si fraziona quest’immensa area in 20 pezzamenti, tante quante sono le regioni.

Ogni blocco avrà al suo interno un gruppo di contadini che svolgeranno direttamente sul campo i lavori: continuamente trasmetteranno alla centrale operativa le denuncie e le urgenze, che da soli non sarebbero in grado di visualizzare.

In ogni Governo c’è un errore sostanziale, l’arroganza di credere di poter gestire solo un impero, vasto  e proteiforme come lo siamo noi: migliaia di comuni italiani a loro sconosciuti, i quali abusano e approfittano di questa velatura per poter da vita ai loro sporchi traffici.

Potremmo definirla strategia militare, forse lo è, ma tuttavia visto lo stato nel quale versiamo noi tutti, c’è bisogno di concretezza.

Le denuncie che molti cittadini inviano, possono avere un senso soltanto, se poi ne seguiamo il decorso: urlare d’ingiustizie, di precarietà, non basta. Dobbiamo imparare a perseguire le mete.

Il male peggiore un tempo sembrava essere la disoccupazione, oggi possiamo tranquillamente definire anche chi lavora un disoccupato: del resto la precarietà, questi fittizi contratti non ci garantiscono un futuro, non ci permettono di aprire dei mutui, non ci lasciano progettare una vita.

Troppe le cose da riequilibrare, a partire dalle strade: l’attuale governo non riesce a stare al passo con i tempi. Ai vecchi problemi se ne sono aggiunti degli altri, o siamo lenti o siamo cechi.

Nessuna succursale, il cittadino-operatore dovrà avere un filo diretto con il partito, pena la mancata credibilità.

Questo operatore, e tutta la forza politica dovrà essere imparziale, e tollerare ogni minoranza sociale: l’unica intollerabilità e intransigenza si dovrà avere nei confronti di una mancata legalità territoriale.

Andrà ristrutturata l’intero collegio magistrale, il sistema lavorativo, l’assetto bancario sempre piu forte e indipendente.

Scongiurare ogni tentativo d’infiltrazione esterno: qualsiasi fede religiosa o politica dovrà essere neutralizzata.

Dovrà stabilire regole certe per gli immigrati.

Ridurre e combattere la criminalità organizzata incominciando dalle stesse istituzioni.

Ridurre la burocrazia, sfoltire le succursali, abbattere il muro dell’iter che separa il popolo dallo stato.

Il progetto è tutto d’articolare, ma nessuna forza politica potrà avere successo senza i suoi elettori.

Quindi a conti fatti, o ci facciamo udire, o diserteremo le urne. Le armi le abbiamo, dobbiamo soltanto trovare il coraggio di usarle.

O con noi, o contro di noi.

Per chi fosse interessato al progetto, o avesse idee in merito, è pregato di lasciare un recapito email.

 

 

 

 

 

 

 
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