Lunedì

Lune al volante!

A qualcuno verrebbe la rima "pericolo costante". In realtà non è così. E non mi sto certo autocelebrando: potreste chiedere a chi mi conosce molto bene e vi assicurerebbe che al volante non sono certo pericolosa, anzi.

In questi giorni sono in fase riflessiva. Vado in giro (per lavoro s'intende, altro che ferie) e mi domando se quando hanno dato la patente a me chi solitamente le svende era in ferie. Oddio, forse anche, visto che ho fatto l'esame a luglio :-)
Perchè a me non è sembrato che la dessero a chiunque (la patente, dico!) eppure vado in giro, vedo certe cose e mi domando, classicamente, "ma chi cazz t'ha dato la patente???" Oppure, più incisivo: "Ma l'hai trovata nel sacchetto delle patatine? E te l'hanno dovuto dire che non era commestibile?"

Poi, siccome sono anche portata a bacchettarmi da sola, mi chiedo: "Ma pure io sono così??" E vuoi vedere che forse son peggio e vedo la pagliuzza nei miei colleghi patentati e non la trave in me stessa?? Così da giorni sto rimuginando sulla mia storia da "donna patentata", facendo un bilancio sia in positivo che in negativo. Perchè c'è una cosa che non sopporto più degli idioti al volante ed è sentirmi dire "ma guardati tu che fai di peggio!!"

La storia è un po' lunghetta. Inizia quando, a 14 anni i miei mi misero di fronte ad un'ardua decisione. La proposta era: il motorino subito, oppure un aiuto a comprare l'auto quando avrei preso la patente.
Ci pensai un paio di giorni, valutando i pro ed i contro. Avere il motorino significava libertà di movimento fin da subito, considerando che i miei spostamenti erano sì già a 2 ruote da anni, ma con la fatica di pedalare e raggio d'azione limitato dai tempi ristretti. Per arrivare in centro città in bici ci volevano 12 minuti cronometrati, altrettanti a tornare, per una fuga clandestina di un'oretta scarsa significava poco + di 30 minuti, appena sufficienti per una visita in libreria.

Sull'altro fronte c'erano tante ipotesi, tanti se e tanti chissà. Quando avrei preso la patente, innanzitutto. Se al momento avrei avuto i soldi disponibili (la patente non era compresa nell'offerta, dovevo pagare tutto di tasca mia). Se l'aiuto sarebbe poi stato sufficiente. E via dicendo.

Accettai la seconda offerta. Fino a 18 anni mi impegnai assiduamente nella crono con la bicicletta, complice il mio vizio di partire all'ultimo minuto, col rischio di arrivare tardi a scuola. Sul tragitto casa-scuola conoscevo ogni centimetro d'asfalto, buche e marciapiedi inclusi, arrivando a ridurre i tempi fino a 6 minuti netti (dai 10 iniziali percorsi velocemente ma senza impegno ed allenamento). Una sola volta sono caduta lungo quella strada, e non andavo nemmeno di corsa, dato che si iniziava alle 9. La ruota della bici s'infilò nella rotaia che attraversava la zona industriale ed io feci un volo da guinness, decollando in salto mortale avvitato ed atterrando di schiena davanti alla bici. Tipo una di quelle scene che si vedono nei film d'azione, con la differenza che io non avevo la controfigura. Per mia fortuna l'unico spettatore fu un vecchietto che stava uscendo dal bar lì vicino, il quale si avvicinò e tutto preoccupato mi trascinò letteralmente all'interno del locale, chiedendo un bicchiere di acqua per farmi riprendere dallo spavento. Decisamente stavo un po' rintronata, soprattutto mi chiedevo come cavolo avessi fatto a cadere su una strada che conoscevo perfettamente, in parole spicce mi stavo dando dell'idiota da sola. Comunque accettai volentieri il bicchiere d'acqua che mi offriva il barista, lo presi e buttai giù d'un fiato. Sentivo che c'era qualcosa di strano, anche se non afferravo bene cosa fosse, finchè lo stomaco non si ribellò. Risputai l'acqua che avevo bevuto quasi in faccia al barista: era non calda, BOLLENTE!!! Per fortuna pensarono che ero ancora spaventata dalla caduta e mi guardai bene dal mandarli a quel paese...

Quella volta ho imparato una cosa: per quanto tu sia sotto shock, non accettare mai un bicchiere d'acqua dagli sconosciuti :-P