Lunedì

Mi costi, ancora mi costi... (i finanziamenti indiretti)

Oltre all’introito dell’ 8 per mille esistono altre forme di finanziamento che, seppure indirette, costituiscono pur sempre un onere per le pubbliche finanze.

• Gli stipendi dei ministri di culto: insegnanti di religione cattolica nelle scuole e cappellani nelle caserme, nelle carceri e negli ospedali, impegnati per motivi pastorali in strutture pubbliche. Gli insegnanti di religione cattolica nelle scuole pubbliche costano circa mille miliardi l’anno. Sono nominati dai vescovi, a quasi totale discrezionalità sia nelle nomine che nelle conferme in servizio. Non è altrettanto semplice calcolare l’ammontare degli stipendi dei cappellani militari, che recentemente sono stati estesi alla Polizia di Stato pur demilitarizzata. Questo perché nei bilanci dei ministeri della Difesa e dell’Interno sono inseriti tra le voci concernenti le strutture finalizzate al benessere dei militari. Lo stesso vale per i cappellani delle carceri e degli ospedali.
• Le esenzioni fiscali di varia natura: sono impossibili da valutare le somme che lo Stato non incassa per le forme di esenzione fiscale garantite alle attività e alle strutture destinate al culto. Queste, equiparate con la legge 121/85 alle attività culturali e assistenziali, godono di un particolare regime fiscale, esenzione dall’IVA e dall’imposta sui terreni, a cui va aggiunto il regime speciale di esenzione dall’Invim degli atti di compra-vendita di immobili di proprietà ecclesiastica. È facile farne un uso improprio, meno facile che siano controllate, indagate o perseguite. Nell’ambito del Decreto Fiscale collegato alla Legge Finanziaria 2006, il Parlamento ha introdotto l’esenzione ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) per gli immobili adibiti a scopi commerciali per la Chiesa (ulteriormente estesa alle associazioni no-profit).
• I finanziamenti alle scuole private confessionali, la cui gestione è totalmente privata. Tali finanziamenti sono stati erogati dapprima in deroga alle leggi, mentre ora sono legittimati, seppure in forma ambigua, dalla legge sulla parità scolastica, cioè si definiscono “abilitate a svolgere un servizio pubblico”. A questo stesso capitolo vanno iscritti i contributi che le leggi regionali hanno fin qui concesso, e che si apprestano a concedere, agli alunni delle scuole private sotto forma di sostegno del diritto allo studio, in applicazione del principio di sussidiarietà.
• I contributi statali alle Università confessionali cattoliche nel quadro di quelli attribuiti alle private.
• Le sovvenzioni erogate alle organizzazioni confessionali all’interno dei contributi che lo Stato sociale, (Governo ed Enti locali) distribuisce per promuovere cultura e qualità della vita. Dall’uso degli obiettori di coscienza alle convenzioni, un flusso di risorse finanzia queste attività private nonostante la definizione del carattere “volontario” di molte delle organizzazioni assistenziali. A loro favore c’è da sottolineare che il loro impegno interviene in settori che lo Stato non può raggiungere o costituisce una supplenza in quelli in cui gli interventi pubblici sono poco efficienti.
• L’eccezionale finanziamento in occasione del giubileo erogato dallo Stato pari a 3.500 miliardi. Una parte è stata utilizzata per opere pubbliche d’interesse generale, ma la maggior parte è stata destinata al rifacimento/ammodernamento di strutture ecclesiastiche.
• Il pagamento pensioni al clero: un fondo speciale perennemente in rosso. Fortunatamente, con la Finanziaria 2000 si è intervenuti almeno su questi, innalzando a 68 anni l’età pensionabile e aumentando i contributi a carico dei sacerdoti.
• I contributi regionali e locali: in varie regioni, parte degli oneri di urbanizzazione a disposizione dei comuni deve essere destinata agli “edifici di culto”. Spiccano fra questi i contributi agli oratorî: concessi da diverse regioni, nel maggio 2001 sono stati presentati due disegni di legge (identici) da parte di alcuni parlamentari dell’UDC. Tali testi, dopo alcune modifiche, sono diventati la legge 206 del 1 agosto 2003. Recentemente inoltre sono state stipulate intese ad hoc tra diverse Giunte e Conferenze episcopali regionali che hanno riguardato anche i beni culturali ed ecclesiastici, il turismo religioso e la retribuzione del personale ecclesiastico presente negli ospedali.