Lunedì

La libertà del Gabbiano

Non è da me pubblicare un'immagine senza il relativo post.
In realtà stavolta non sarebbe servito, dato che la frase racchiude in sè tutto ciò di cui avrei voluto parlare. Però continuo a rimuginarci sopra, per cui anche stavolta scrivo.

Ci crediamo liberi, nel pensiero e nell'azione. Difendiamo tali principi di libertà. Forse in parte siamo realmente liberi, nello scorrere della nostra vita. Sappiamo scegliere, decidere ed abbiamo anche la facoltà di non scegliere, di lasciarci condurre da altri. Possiamo confrontare le varie possibilità, la nostra mente ci porta, ove funzionante a pieno regime, a vagliare tutte le ipotesi.
Possiamo decidere se vivere, come vivere, quanto vivere. A volte siamo frenati da circostanze esterne: cultura, religione, educazione. Rispetto. Ma l'uomo veramente libero sa usare queste circostanze proprio per avere maggiore libertà di scelta.

Ma quanto è libero lo spirito? Quanto invece si lascia limitare da Tempo e Spazio? Da concetti materiali? Quanto è possibile liberare la propria mente senza correre il rischio che, ubriaca di libertà, decida di non tornare in un corpo materiale che, in fin dei conti, è esso stesso un limite?

Quant'è grande e libera nello spirito la scelta del Gabbiano di tornare nello stormo per mostrare agli altri uccelli cosa sia la vera Libertà? Decide di tornare pur sapendo che sarà un esiliato, un paria, un eterno incompreso. Una libera scelta fatta solo per amore. In nome di quell'amore che si prova assaporando la vera libertà, e che per amore si vorrebbe che anche tutti gli altri provassero, il Gabbiano torna nei limiti del materiale.
Solo che ora sa di essere veramente libero. Sa di aver fatto la sua scelta.