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C’è un principio di magia fra gli ostacoli del cuore
Che si attacca volentieri fra una sera che non muore
E una notte da scartare come un pacco di natale
C’è un principio di ironia nel tenere coccolati i pensieri più segreti
E trovarli già svelati e a parlare ero io
Sono io che gli ho prestati
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da buttare nel viaggio insieme
C’è un principio di allegria fra gli ostacoli del cuore
Che mi voglio meritare anche mentre guardo il mare
Mentre lascio naufragare un ridicolo pensiero
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da buttare nel viaggio insieme
Quante cose che non sai di me
Quante cose devi meritare
Quante cose da buttare nel viaggio insieme
C’è un principio di energia che mi spinge a dondolare
Fra il mio dire e il mio fare
E sentire fa rumore
Fa rumore camminare fra gli ostacoli del cuore
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da buttare nel viaggio insieme
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non vuoi sapere
Quante cose da buttare nel viaggio insieme

 

immagine"Il tango ha la tristezza dei crepuscoli di Buenos Aires. Chi lo canta non ha mai fretta di finire, come se temesse una conclusione drammatica. Chi lo balla ne interpreta la languida malinconia. Chi lo suona trasforma in musica un repertorio caotico di sentimenti, solitudine, odio, burla, rancore, vendetta, desiderio, timore, ira, godimento sessuale, intrigo, felicità, vicissitudini di quartieri porteni, barrios, talvolta miserabili e malfamati."

"In ogni abbraccio c'è un racconto.
Ci sono le parole che non si ha avuto il coraggio di dire, e altre che non si vorrebbe mai dire".
 

 

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Post N° 129

Post n°129 pubblicato il 14 Luglio 2006 da luz1969
Foto di luz1969

Finalmente sono arrivate le tante attese ferie…oggi ultimo giorno di lavoro ed i prossimi 34 saranno dedicati solo ed esclusivamente a me ed i miei affetti …Due settimane di mare e di pieno isolamento, niente PC e soprattutto cellulare spento (tanto per evitare un eventuale richiamo in campo) dopodiché si va in montagna, in Abruzzo  sul massiccio della Maiella…Devo dire che nulla può sostituire il mare, però sono affascinato anche da tutto ciò che in estate la montagna può offrire.
E così le belle passeggiate mattutine nei parchi e la voglia di andare sempre più in alto per andare a sfiorare quel cielo che assume sfumature sempre diverse…Sfumature che fanno parte di una mia elaborazione mentale e che appartengono solo a me…

Attraversare i boschi dove il sole non è di casa, andare sempre più in alto osservare i varchi che si aprono sempre di più e poi di colpo trovarsi in pieno sole tra rocce ed impronte di animali a testimonianza di una vita che il più delle volte è nascosta…
Sono affascinato da tutto ciò che la natura mi offre, e questo grazie ai miei nonni che da buoni agricoltori hanno fatto sì che la mia infanzia fosse caratterizzata dal contatto con la campagna, la terra…Così i miei ricordi, quando mi insegnavano a sciogliere la terra in mano e sentirne il profumo…normalmente non ci si pensa, ma è incredibile come l’olfatto possa stimolare certe terminazioni e dar vita a tutta una serie di immagini…e così le differenze; secondo  ciò che è piantato la terra assume diversi profumi…terra umida che lascia sulle mani quel sottile strato indelebile che rimane per giorni…il cervello memorizza quelle sensazioni e le ripropone nei momenti più inattesi.

Così il mio ricordo ora mi porta a quando mi nascondevo nei campi di granturco…quelle piante che dalla mia altezza spiccavano verso il cielo e quel groviglio di radici che fuoriusciva dal terreno…mi sdraiavo prono sul suolo ed osservavo quella vita immensa che si muoveva in pochi centimetri quadrati, quella vita che normalmente è invisibile…

All’epoca era tutto un gioco, ma oggi mi rendo conto di quanto quel insegnamento puro può aver condizionato il mio modo di osservazione e valutazione…

Altra immagine: le talpe. Quante ne ho viste e prese senza nessun timore…vedevo una galleria, praticavo un foro e mettevo il mio piccolo braccio per andarle a tirare fuori per poi dargli un'altra dimora. Mi chiedo se i miei figli riusciranno mai a vederne una…Cerco per quanto possibile di trasmettere anche a loro l’amore ed il rispetto per tutto ciò. Così, ad esempio, nel mio piccolissimo orto ho fatto piantare delle piantine ai miei figli, lascio fare a loro tutte le cure per poi sperare di fargli raccogliere i frutti che poi mangeranno…ed è sorprendente come il grande con molta costanza  controlla la crescita dei suoi pomodorini, si mette in ginocchio e parla con quella piantina... ormai sa  che non è più priva di vita.

So per certo che tutto questo lo ritroverò lassù tra le montagne, lo vedo nei loro occhi…lo sento nel mio animo.
Un saluto a tutti, spero di farmi vivo quanto prima possibile.

 
 
 
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