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C’è un principio di magia fra gli ostacoli del cuore
Che si attacca volentieri fra una sera che non muore
E una notte da scartare come un pacco di natale
C’è un principio di ironia nel tenere coccolati i pensieri più segreti
E trovarli già svelati e a parlare ero io
Sono io che gli ho prestati
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da buttare nel viaggio insieme
C’è un principio di allegria fra gli ostacoli del cuore
Che mi voglio meritare anche mentre guardo il mare
Mentre lascio naufragare un ridicolo pensiero
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da buttare nel viaggio insieme
Quante cose che non sai di me
Quante cose devi meritare
Quante cose da buttare nel viaggio insieme
C’è un principio di energia che mi spinge a dondolare
Fra il mio dire e il mio fare
E sentire fa rumore
Fa rumore camminare fra gli ostacoli del cuore
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da buttare nel viaggio insieme
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non vuoi sapere
Quante cose da buttare nel viaggio insieme

 

immagine"Il tango ha la tristezza dei crepuscoli di Buenos Aires. Chi lo canta non ha mai fretta di finire, come se temesse una conclusione drammatica. Chi lo balla ne interpreta la languida malinconia. Chi lo suona trasforma in musica un repertorio caotico di sentimenti, solitudine, odio, burla, rancore, vendetta, desiderio, timore, ira, godimento sessuale, intrigo, felicità, vicissitudini di quartieri porteni, barrios, talvolta miserabili e malfamati."

"In ogni abbraccio c'è un racconto.
Ci sono le parole che non si ha avuto il coraggio di dire, e altre che non si vorrebbe mai dire".
 

 

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Post N° 137

Post n°137 pubblicato il 14 Novembre 2006 da luz1969
Foto di luz1969

Questa mattina ho letto un articolo che mi ha lasciato un po' perplesso... si parlava di quanto la tecnologia moderna influisca sui vari metodi di comunicazione ed in particolar modo di quanto deleterio possa essere per il futuro dei nostri ragazzi...Il prezzo da pagare è troppo alto rischiando di perdere la manualità nella scrittura...In Germania per tutta risposta hanno reso obbligatorio l'uso della penna stilografica sin dalle scuole elementari, bandendo l'utilizzo del computer e della penna a biro...La stilografica è la penna che permette il giusto rapporto temporale tra pensiero e scrittura. Sono fortemente legato a queste tradizioni e forse è per questo che prima di scrivere su una tastiera elaboro tutti i miei pensieri su un semplice foglio di carta... 

Riporto l'articolo di seguito...no comment

Il computer e il declino del corsivo

"I ragazzi non sanno più scrivere..."

 di ENRICO FRANCESCHINI

 LONDRA - Scrivere attaccando una lettera all'altra, nello stile chiamato "corsivo", è stato per secoli parte dell'istruzione scolastica di ogni paese in cui si usa l'alfabeto latino. Ma oggi il corsivo è in spaventoso declino ed entro pochi anni potrebbe essere addirittura scomparso dai banchi di scuola: con conseguenze nefaste, secondo alcuni educatori, per la capacità di apprendimento, di studio e di sviluppo delle future generazioni.

 

La colpa principale è del computer, sulla cui tastiera si tende a scrivere tutto, compresi molti compiti in classe e compiti da fare a casa. L'altro responsabile è una scuola che non esige più l'uso del corsivo, permettendo agli alunni, fin dalle scuole elementari, di scrivere in stampatello - quando scrivono a mano anziché sul computer.

 

A descrivere questa situazione è una ricerca svolta negli Stati Uniti, riportata quotidiano britannico 'Sunday Telegraph', che la conferma con dati raccolti nel Regno Unito. Lo studio americano ha analizzato la scrittura di un milione e mezzo di studenti di 16-17 anni attraverso temi, test e altri esami scolastici: soltanto il 15 per cento sono scritti in corsivo. Commentando i risultati, Suzanne Tiburtius, portavoce della 'National Handwriting Association' in Gran Bretagna, afferma che anche in questo paese soltanto una esigua minoranza di studenti scrive ancora attaccando una lettera all'altra.

 

"Sfortunatamente", dice Tiburtius al 'Telegraph', "alcuni insegnanti sostengono che il corsivo non è più necessario perché fra non molto tutti scriveranno di tutto al computer. Il risultato è che molti bambini, quando sono costretti a prendere in mano una penna, sanno scrivere soltanto in stampatello e continuano a scrivere così quando vanno all'università e poi per tutta la vita".

 

Non ci sarebbe niente di male, se il computer potesse davvero sostituire sempre e comunque la scrittura manuale. Ma almeno per il momento, non è così. Quando bisogna prendere appunti in classe o in un'aula universitaria, sottolineano gli esperti, o successivamente in circostanze simili nel mondo del lavoro, c'è assoluto bisogno di una scrittura "veloce" e questa in stampatello non è possibile. "Il corsivo è diventato la Cenerentola dell'alfabetizzazione", concorda Rhona Stainthorp, docente di letteratura alla 'University College' di Londra.

 

"Scrivere dovrebbe essere insegnato in modo che diventi un automatismo, una cosa che si fa naturalmente e rapidamente. Se un ragazzo scrive lentamente, come per forza succede quando si scrive in stampatello, questo può ridurre la sua capacità di studiare e di prendere buoni voti, perché non fa in tempo a trascrivere tutte le informazioni che riceve".

 

Il governo britannico ammette che solo il 59 per cento dei ragazzi e il 75 per cento delle ragazze di undici anni hanno una calligrafia al livello previsto per la loro età. E questo livello pretende solo che la loro calligrafia sia chiara e comprensibile, non che le lettere siano attaccate una all'altra. Corsivo addio, allora? Forse non subito, forse non ovunque, ma la tendenza pare quella. In inglese, questo stile di scrittura si diffuse nel 1776, negli Stati Uniti, con la firma della Dichiarazione d'Indipendenza Americana. Quel documento fu apparentemente il primo scritto dall'inizio alla fine in corsivo. In un giorno non troppo lontano, nascerà una generazione di scolari americani che non saranno più in grado di leggerlo, tantomeno di ricopiarlo a mano.

 

 

 
 
 
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