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« In memoria di un caro estinto...La morte e la pietà »

Inganni...

Post n°52 pubblicato il 17 Novembre 2008 da magnum.3

Ah, si, scusate, sono diversi giorni, che non scrivo nel mio blog: ho avuto molto da fare, poi mi è venuta l'influenza e poi ho dovuto ritrovare la voglia di scrivere.
E' successo ieri: guardavo uno spot televisivo, in attesa del TG, quando improvvisamente, sotto l'impatto delle immagini che mi venivano propinate, la valvola si è sbloccata. Ed ecco che sono di nuovo qui. Contenti?
Dunque: le immagini che mi hanno ispirato sono state quelle di una specie di imbragatura costituita da alcune bretelle. La presentatrice spiegava che quell'attrezzo - perchè di un attrezzo si trattava - serviva per tenere su le chiappe, in modo che nessuno potesse accorgersi che la sua portatrice avesse - come dire, ehm!, bah!, insomma, - il culo basso per costituzione fisica o per rilassamento tessutale.
Al di là di quella che mi è parsa un'involontaria quanto intensa comicità dello spot nel suo complesso, devo dire che il messaggio non sembrava nemmeno troppo efficace, posto che il risultato della correzione era affiancato dal profilo della stessa porzione del corpo, prima dell'apposizione dell'argano. La sensazione è che, in quelle immagini, il sedere "naturale" sia molto più carino di quello "sostenuto" che a me ha ricordato irresistibilmente (sia detto sembra alcuna ombra di razzismo, che è il sentimento più lontano dal mio modo di essere che sia possibile immaginare) mi ha ricordato, dicevo, il posteriore fortemente prominente di alcune ragazze nigeriane che giudicai, nel vederlo per la prima volta, decisamente fuori misura, anche se adatto, probabilmente, alla professione.
Mentre rimuginavo sulla pregnanza sociale di quel messaggio pubblicitario, per associazione di idee mi vennero in testa tutti gli altri adattamenti di corpi, maschili o femminili, che fanno parte del modo d'essere generalizzato dei nostri strani tempi. Ci sono alcune cose che mi sembrano emblematiche del modo di sentire, della sofferenza di vivere,di troppe persone. Spesso degnissime sotto tantissimi aspetti, ma che soffrono, evidentemente, per qualche strano motivo, per un fisico, il loro, non adeguato ai modelli pubblicizzati.
E c'è
 almeno un altro spot, che mi provoca simili sensazioni: quello di una ragazza che in un empito di incontenibile, prorompente sincerità, si toglie dagli occhi le lenti a contatto verdi, per rivelare un comunissimo quanto piacevole marrone, edinfila poi una mano dentro lo scollo della camicetta, per estrarne due pezzi di gommapiuma, o altro simile materiale, che riducono la taglia delle sue tette ad una "seconda" o poco più, dalla "quarta" precedente.
Poi, di notte, se non ce la fai a dormire, puoi assistere, per curiosità o per puro divertimento (ma spesso per interesse specifico, temo) ad un programma su un canale Sky che tratta solo ed esclusivamente di chirurgia plastica. Ci sono alcuni medici americani, chiaramente così pieni di quattrini che nemmeno un uovo sodo, i quali si affannano a spiegare, con sorrisi a ventiquattro carati, come e qualmente si possano inserire sopra o sotto le tette femminili delle sacchette di plastica e silicone che ne aumentano notevolmente le dimensioni. Poi vai su un altro canale, sempre Sky, dove si può ammirare un notevole numero di fanciulle che sembrano gestire la pubblicità della chirurgia plastica, considerata l’evidenza di una generosa porzione dei loro corpi, tette in testa, evidentemente rifatta. Ciò che fa capire anche, detto per inciso, perché i medici di alcune righe sopra abbiano l’aspetto di gente priva, diciamo così, di alcuna preoccupazione economica. Bisogna tener conto, peraltro, che i risultati dei vari interventi correttivi evidenziati nel programma appaiono, nella stragrande maggioranza dei casi, assolutamente deludenti, se non per il conto in Banca degli Operatori.
E tuttavia, perlomeno, quelle protesi sono interne, e per ciò stesso non visibili, anche se palpabili. Quelle della ragazza dello spot di cui dicevo, invece, sono estremamente tangibili. E già questa cosa mi pone dei problemi: quel ragazzo che sta con lei, e che dopo l’esplosione di furia liberatrice della sua compagna, provvede anche lui a rivelare la sua vera natura di calvo convinto, quel ragazzo, dicevo, tanto evidentemente innamorato, una mano dentro quella camicetta, non ce l’ha mai infilata? Sarò anormale io, ma che mi ricordi, tra il primo bacio sulle labbra con conseguente stupenda invasione delle reciproche cavità orali, e l’esplorazione del seno della mia amata del momento, passavano al massimo trenta secondi, tempo indispensabile per prendere l’ opportuna confidenza. E lui? E loro? E’ solo è sempre l’osservazione di una rigida ortodossia morale cattolica, quella che evita che la mano del lui possa accorgersi della diversa consistenza al tatto, del seno di lei? Del diverso grado di calore? Dell’assenza di un capezzolo, per quanto embrionale? O forse il Papà, a quel “lui” non gli ha detto mai niente su come è fatta una donna?
Siccome non può essere, quello dello spot, un' illustrazione credibile e realistica dei rapporti tra i diversi sessi, quello spot è evidentemente ingannevole. Così come lo è quello del reggiculo, se mi è consentito il raffinato neologismo.
Ma non è questa, l’unica conclusione alla quale sono giunto, guardando quello spot che tanto mi ha impressionato.
Il modello ideale di bellezza tanto ambito, soprattutto dalle donne, del tutto ipotetico e spesso irraggiungibile, fa loro ambire a delle tettone, a dei labbroni, a dei culoni, ad una liposuzione che elimina si e no un quarto di ciò che sarebbe davvero necessario. Ma siccome ognuno di noi è fatto in un certo modo, derivante dal nostro patrimonio genetico, dalla gola, dall’intemperanza, quel modello, comunque, è difficilmente raggiungibile, al di là delle illusioni vendute dai mercanti di sogni. Per cui può succederti di toccare un seno e provare la stessa sensazione che ti produce un palloncino ripieno di elio, che tra l’altro costa un sacco di soldi meno di un palloncino simile ma ripieno di silicone. Ed anche può accaderti che, nell’impeto della passione, tu stringa tra i denti un po’ troppo forte un labbro procace per ritrovarti, un attimo dopo, non già una tenera, dolce, calda, vibrante lingua, e nemmeno un ansito di piacevole, dolore passeggero accompagnato magari da una piccola goccia di sangue, ma un piccolo delizioso spruzzo di una sostanza appiccicosa, normalmente nomata “silicone”.
E non è nemmeno questo, (o questi) il rischio più grosso: estendendo il senso del secondo spot del quale ho parlato, può accadere di trovarsi in una camera da letto, uno di fronte all’altro, e di cominciare a spogliarsi o ad essere spogliati; può accadere, se questa bellissima cosa si verifica, di vedere, tuttavia, seni falsi che volano, reggiculi che li seguono a ruota, fasce elastiche che, eliminate, rilasciano quantità di trippa da valanga; ed ancora, mentre assapori il sottile piacere di infilare le mani in una massa di capelli fluenti, di ritrovarti con una palla da biliardo di fronte agli occhi o di sentire una voce che i sussurra: “Scusa un attimo, amore mio, che se non mi tolgo le lenti azzurre poi mi si perdono e quando accendiamo la luce non ti piaccio più….”. Sempre che non ti capiti anche di ritrovarti con la necessità di azionare strane pompette, per ottenere una rigidità sufficiente, benchè ai nostri giorni, questo risultato, almeno in parecchi casi, si possa ottenere con interventi, come dire, chimici.
Perché, ditemi, perché, queste fiere della falsità? Perché giocare su inganni fondati su di un letto di sabbie mobili? Ma non l’abbiamo ancora capito, che si può accedere a notevolissimi vertici di piacere, senza aver bisogno di avere a disposizione un preziosissimo tavolo di squisita fattura chiamato Manuela Arcuri, ma sedendosi semplicemente ad un altro, di legno, sul quale, tuttavia, troneggino meravigliose pietanze, di quelle che ti procurano godimenti inenarrabili, fettine di prosciutto squisite tagliate al momento su di un tagliere rustico, anziché disposte artisticamente su di un piatto di Boemia apparentemente leggiadro quant'altri mai, ma solo apparentemente, appunto ? Ci sono donne, uomini non belli, ma forniti di una carica di sensualità tale da offrirti le meraviglie dei più raffinati giardini orientali. Ci sono donne (quasi tutte) che non trovano per forza il piacere in un membro maschile chilometrico, ma in uno normale - o forse anche un po’ di meno - ma usato e condito con sapienza, esperienza ed amore. Ci sono uomini ai quali di una quarta, quinta, od ottava di seno non importa assolutamente; uomini che, liberi dalle ricerche spasmodiche di improbabili seni materni, si estasiano di fronte alla delicatezza, alla tenerezza stupenda di due piccole montagnole di seconda, al massimo terza misura. Ci sono persone alle quali non piace l’illusione. La percepiscono come inganno. E quando se ne accorgono, l'amore si spegne irrimediabilmente. Ed il culo cade per terra.



 

 

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Commenti al Post:
carol042004
carol042004 il 18/11/08 alle 00:38 via WEB
Più che giusto, mi piace ed anche molto, come al solito belle riflessioni! L'importante non è la quantità, ma la qualità. Smackkkkk!
 
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