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La morte e la pietà

Post n°53 pubblicato il 19 Novembre 2008 da magnum.3

Sono ben trentaquattro, a quanto leggo, le Associazioni che hanno ricorso a livello Europeo contro la decisione della Cassazione sulla vicenda tristissima di Eluana Englaro.

Avrei voluto ricorrere anch’io, contro quella sentenza. Ed avrei portato in giudizio, per estrema, totale crudeltà mentale e per delitti contro l’Umanità, anche tutti i rispettabili Membri di quelle rispettabili Associazioni. Assieme ad essi avrei voluto vedere sul banco degli imputati, anche Monsignor Fisichella e tutti i suoi méntori. Ed anche tutti gli Italiani senza palle, egoisti, indifferenti alle sofferenze altrui, pronti al compromesso che disseta ma non sfama le coscienze, come sempre nella loro storia secolare di Poeti ed Eroi. E di Vigliacchi senza cuore né cervello.

Per tanti versi credo nella metafisica. Ma quando si tratti di argomenti di importanza capitale per la vita ed il destino dell’Uomo, preferisco affidarmi alla fisica. Che è fallace, beninteso. Che quando sia mal usata può produrre danni spesso incalcolabili. Ma che è capace di fornirmi dei riscontri cartesiani assai vicini, nella norma, all’affidabilità più estrema.

Se la Scienza sperimentale, una volta portata la sua opera di indagine alle più estreme conseguenze, mi dice che una mente è morta definitivamente, irrecuperabilmente, non posso che crederle. In caso contrario, e nella fattispecie, salta per aria tutto il Sistema che consente, ad esempio, i trapianti d’organi e, legati ad essi, la salvezza di vite umane, di padri e di madri e di affetti, e di menti di altissimo livello.

Il Vaticano crede, alla Scienza. Perlomeno in linea di massima e purchè segua un certo fil rouge, quello con cui è intessuta la Fede. Mi sembrerebbe davvero strano il contrario, considerate alcune figuracce storiche come quella che ha visto protagonista tal Galileo Galilei nella veste di Controparte della Chiesa ufficiale. Ma quando Nostra Santa Madre trova il sia pur minimo appiglio per far rientrare in gioco la sullodata metafisica a gloria ed onore del suo impianto ideologico dottrinale e sfruttando la presenza di difficoltà di indagine totale, essa non si lascia sfuggire certo l’occasione.

Nel caso di Eluana è successo esattamente questo: la Scienza dice con assoluta sicurezza che la ragazza non c’è più. C’è un involucro, un mero strumento. Ma lei, l’Eluana che pensava, che amava, che soffriva, quell’Eluana non c’è più. E’ un po’ come quando si possiede un’automobile: sinchè ci stai dentro, puoi immaginare che la macchina più te alla guida, siate un’entità unica. Ma se scendi da quello strumento concepito per viaggiare, allora basta, finito. Tu riprendi tutta la tua identità di uomo-e-basta, la macchina finisce dallo sfasciacarrozze.

Il bello è che proprio la Chiesa ha tra i suoi princìpi basilari quello per cui il corpo umano ha solo un significato, come dire, di servizio. Ma ciò che identifica l’Uomo come tale agli occhi di Dio, essa afferma, è il suo spirito, l’intelligenza. L’anima, appunto. Che è immortale. Che anche se privata del corpo, dell’esistenza sulla Terra, non scompare nel Nulla, ma si confonde con la Divinità.

Su cosa gioca, adesso, la Chiesa? Improvvisamente, l’elettroencefalogranmma piatto, quello strumento che è sempre stato considerato il detector fondamentale del sussistere di una qualsiasi attività cerebrale, agli occhi della Gerarchia perde del tutto il proprio significato, e la Scienza cade in errore, se gli affida il compito di stabilire un discrimine tra la vita e la morte. Viene sollevata, dai Monsignori di vario genere e classificazione, l’ipotesi secondo cui, in qualche modo, in qualche segreto recesso della massa cerebrale, malgrado appiattimento di quell’ecg, ancora sopravviva un fremito di coscienza, tale da far ritenere che quello spirito, quell’intelligenza, quell’anima non ha ancora abbandonato il corpo che l’ha ospitata per tanto o poco tempo. Non è facile conciliare queste tesi con l’accondiscendenza totale del Magistero nei confronti del trapianto di organi. Si tratta forse di un problema di relativismo, quella cosa oscena contro la quale non mancano di scagliarsi i Teologi? O forse si tratta di sano pragmatismo, tale da indurre l’accettazione di un prelievo che causa, in ogni caso, la morte anche fisica di una persona – intesa nel senso della fine anche dell’attività respiratoria – perchè quel sacrificio consente il salvataggio di un altro essere umano? Ma non si parlava (non parlavano…) un tempo della definizione senza compromessi di un impianto morale che non ammette deroghe? E dove è finito, tutto ciò?

Beh, a questo punto, constatiamo che per ciò che riguarda una grandissima quantità di persone, di cittadini, una scelta, ormai, è stata fatta. E sorge un altro problema, questo si, a mio parere, molto grave.

Per via di tutte quelle cose che ho scritto più sopra e che connotano l’Italiano medio - soprattutto per ciò che riguarda l’egoismo, il sostanziale disinteresse nei confronti di coloro che soffrono, la vigliaccheria - sta passando piuttosto sotto silenzio un fatto davvero tremendo: Eluana morirà d’inedia e di disidratazione. Il suo sistema nervoso, anche se non a livello di un’inesistente coscienza, reagirà. In qualche modo, soffrirà, e non poco. E su questa cosa orribile, la Chiesa assume un rilievo solo marginale. Perché chi agisce in tal modo non sono solo i Cattolici, ma anche e soprattutto tutti quei laici che chiacchierano con grande entusiasmo, ma che al momento di assumersi delle responsabilità importanti, come si dice a Cagliar “si passano”. Dunque, la ragazza o meglio, il suo involucro fisico morirà di fame e di sete. Un buon Cattolico obietterà di certo: “Ecco, questa è la dimostrazione che quel corpo deve essere nutrito, idratato, a qualsiasi costo. Qualsiasi.” Ma non è così: la sofferenza che deriva dal non volersi arrendere all’evidenza, anche se mediata, è sempre di un’atrocità senza pari. C’è un Padre che soffre, psicologicamente e fisicamente, da una quantità incredibile di anni. Sta soffrendo. Soffrirà ancora abbastanza a lungo da correre il rischio di perdere la ragione, malgrado tutto.

Ecco dov’è la vigliaccheria, ecco dove sta il compromesso privo di sentimenti. Le varie Corti di Giustizia hanno scelto di fare in modo da lavarsi le mani del sangue di quella Donna giusta. Ponzio Pilato docet. Non possiamo parlare di eutanasia apertamente, perché altrimenti si scatena un putiferio. Lasciamo, semplicemente, che Eluana muoia così, aspettando il momento nel quale il suo fisico collasserà definitivamente.

Non va bene, proprio no. Se il problema deve essere affrontato, non può esserci neppure un minimo di ipocrisia, alla base di un qualsiasi provvedimento in materia. Non stiamo parlando di Presidenze di questo o di quell’Ente: è l’Uomo stesso, nella sua più alta accezione, è il suo destino, ad essere in gioco, quel poco di vita positiva che è il suo diritto minimo. Non c’è bisogno, di sparare nel petto di una persona per farla morire dissanguata, se si ritiene che la sua vita debba considerarsi conclusa. E non c’è nulla di male - ciò premesso, s’intende – se la fine del viaggio trovi origine in una siringa piena, ad esempio, di morfina, che risolve il problema senza comportare sofferenze. Dopo un tempo assai piccolo, la morfina addormenta. Ed in dosi massicce, non ci sarà mai più un risveglio.

Certo, tutto ciò è difficile da accettare, perché si tratta di concetti che nel nostro mondo, quello cui siamo abituati, sono assolutamente desueti. Ma va affrontato il fatto, credo, che ci si trovi, nell’affrontare il problema, su di una linea di confine: devi scegliere da quale parte stare. Sostare in mezzo al guado significa solo continuare a generare sofferenza.

Ma in un senso o nell’altro, per risolvere questa cosa comunque tristissima una volta per tutte, non possono servire esitazioni o mezze misure.

 

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Commenti al Post:
carol042004
carol042004 il 23/11/08 alle 01:34 via WEB
Mons. Fisichella, ha dato del -boia- allo Stato, e dico io: lo dobbiamo lasciar fare, sennò strilla come una gallina e lamenta che gli si sta pestando la libertà di culto. Sembra ieri che Mastro Titta ammazzava gli oppositori al Papa Re, e Sua Eccellenza prova orrore per una sentenza di morte, poi dice che il darwinismo è una palla. Vabbe’, facciamolo sfogare, poi accade che la signora Roccella ( a cui il padre ha lasciato in eredità solo il cognome) che chiama il padre di Eluana ad assumersi responsabilità. E fino adesso che ha fatto? Il povero Signor Englaro si è assunto una responsabilità grossa quanto dovrebbe essere la vergogna di chi gliela sottrae: eseguire le ultime volontà di una figlia. Tutti hanno scritto di Eluana, si è parlato così tanto della sua condizione, è stata analizzata nella più profonda intimità, a volte forse in modo morboso, lei però non può saperlo, ma le sue foto hanno fatto il giro dei siti internet e dei giornali, sono entrate nelle nostre case, le hanno viste tanti genitori e tanti figli e tutti hanno un po’ parlato di lei, chi da esperto, chi da genitore ecc....Ognuno ha iniziato per forza a domandarsi cosa fare e cosa scegliere su quel confine estremo della vita, si sa che dal giorno del suo incidente non è più tornata indietro, sappiamo che le speranze si sono affievolite ogni giorno e che, passato il primo periodo, niente è cambiato e, soprattutto, niente sarebbe potuto cambiare mai....Nessuno si è fermato tanto a capire quanto dolore costi al cuore di un padre vedere una figlia che è assente, nessuno sa cosa vuol dire per un genitore vederne in vita solo un corpo trasformato e senza reazione, non avere niente che non sia altro che ricordi, nemmeno una sepoltura. Proprio niente. Sapere soprattutto che lei mai e poi mai avrebbe voluto diventare così e che proprio a lui aveva espresso questa sua idea della vita. Per me è un compito enorme per un padre, un dovere ineludibile per la sua coscienza : -Se non posso essere quello che sono adesso, preferisco morire-. Lo aveva detto quando un suo amico era caduto in coma, un anno prima che accadesse a lei. E da queste parole, da tutta la tua vita di appena 20 anni è iniziato un lunghissimo viaggio, la sua storia è entrata in Parlamento, nelle case e nelle aule di Giustizia. E poi accade che una sentenza può permettere alla sua famiglia di liberarla dalla sopravvivenza vegetativa cui è costretta da così tanto tempo contro la sua stessa volontà. E’ stata riconosciuta la sua straordinaria tensione alla libertà e rispettato il significato che dava alla sua esistenza, ma è stato un viaggio tormentato di ostacoli.Ancora oggi molte persone che hanno capito poco della sua vicenda e che, per vocazione mentale, non sono abituate a rispettare gli altri, sono addirittura andate dal Presidente della Repubblica a chiedere la grazia per lasciarla in vita perché credono che vita sia anche vegetare, che é Dio che toglie e concede. E quello in cui credono loro ritengono debba essere imposto a tutti!! E poi.... Fiaccolate, appelli della Chiesa cattolica, preghiere pubbliche per tenerla lì, in quella stanza. Perché hanno deciso - in totale noncuranza della sua scelta - che lei debba non morire così, e così il padre anche oggi, fino all’ultimo, viene ostacolato,è stato costretto a pensare di doverla portare all’estero, per metter fine al suo calvario. Ora sembra che una Regione abbia il coraggio di ricordare a tutti che l'Italia non é provincia del Vaticano( ma le altre??). Sì, la sua morte dà scandalo, nonostante la Legge l’abbia riconosciuta un suo diritto indiscutibile. Credo che questo paese non le sarebbe piaciuto nemmeno un po’, qui non le sarebbe piaciuto far nascere i suoi figli. Gli stessi che vogliono obbligarla a stare come sta, sono quelli che riconoscono più valore a un insieme di cellule totipotenti che non alla nascita di un bambino sano, e questi signori, trovano udienza nelle sedi delle istituzioni. Sono sempre loro, quelli che parlano contro il divorzio pur essendo divorziati, che non vogliono l'aborto pur avendovi ricorso, che urlano il sostegno alla famiglia avendone cambiate varie, che blaterano di diritti essendo esperti solo di privilegi, che invocano dignità conoscendo solo l'obbedienza cieca.
 
carol042004
carol042004 il 23/11/08 alle 01:47 via WEB
(Ho dovuto staccare, sennò non potevo continuare)....Secondo me, Italia si è trasformata in una pista da cui prendere il volo, parte e va via in mille modi il futuro, parte una donna che vuole avere un figlio sano, forse forse anche lei deve essere portata lontano da qui per concludere il calvario inconsapevole di questa permanenza forzata. Dovremo faticare e faticare ancora per opporre le ragioni del diritto a quelle della strumentalità politica, per privilegiare l'umanità alla ricerca di voti a buon mercato, tanto sono gli altri a soffrire delle furberie loro. Se toccasse aloro, a quei furbetti della parrocchia, sta tranquillo che troverebbero la via per aggirare le loro stesse parole smodate. Ma siamo già avanti. Secondo me tutti hanno un debito con la sua famiglia perché ha onorato il suo testamento con il coraggio, non scegliendo di farlo di nascosto, nella clandestinità di quello che sarebbe potuta sembrare una colpa, un atto sbagliato. Hanno sacrificato fin troppo di lei e di loro stessi mentre la piazza sembrava e sembra orientata più al biasimo e alla condanna che non alla comprensione. Che vergogna, non lo finirò mai di dire, che vergogna.... E sembra che non gli verranno risparmiate le critiche e le insinuazioni nemmeno da parte degli uomini di Dio. I fedeli della misericordia e della pietà. Pochi invece già si accorgono che è stato fatto un passo imprescindibile e in avanti nella cultura politica e legislativa italiana. Ha aperto una strada, forse tante? Lo spero tanto, la tua scelta di libertà è ciò che di lei è rimasto dopo tanti anni, nonostante lo stato vegetativo e l’inconsapevolezza. E’ rimasta radicata in suo padre e sua madre, la sua scelta di libertà è rimasta intatta fino ad ora, ed ora finalmente viene a salvarla dai dittatori della coscienza. Ora che potrà essere finalmente rispettata. Ora che potrà finalmente andare, si, sta arrivando quel giorno e sarà una mattina come tante o un pomeriggio come tanti o ancora una sera come tante, in cui Eluana non si accorgerà di suo padre che, è lì accanto a lei, e che le dirà un’ultima volta -ciao bambina mia-, con l’unico sollievo di averla liberata per sempre. Pagando tutto il dolore di non vederla mai più, ma di aver fatto la sua volontà. la volontà di Eluana, non la sua o quella di Dio. Di Eluana. Ciao e scusa se mi sono dilungata. Bacio, Clo.
 
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