"Morir contento, innamorato"... Questa frase mi ronzava in testa da tanto fino al quando ho capito il perche’. "Morir innamorato": le parole “amore” e “morte” sono tanto simili, come dicessero la stessa cosa, allora l’alliterazione suona in realta’ come una tautologia. Piena di curiosita’ ho guardato nei dizionari delle altre lingue romanze. Si, queste parole furono simili nella lingua latina, “amor – mors”. Ma poi forse i popoli che parlarono Latina Vulgaris, ci sentirono ogni il suo ritmo, ogni la sua consonanza, e cosi ogni dei popoli “latinofoni” trasformo’ rispettivamente l’eredita’ comune. Per esempio “ I galli”, I francesi: nella sua fretta di giungere la fine, sia fine della parola, sia fine della frase, guardate cosa hanno fatto con il ricco sistema delle desinenze verbali! E benche’ gli stessi “galli” abbiano mantenuto il ritmo originale delle due parole, nel francese suonano in altro modo: “l’amour” fa pensare alla “dolce vita” e poi’ – bang! – arriva “la mort”, ed e’ finita. Nello spagnolo (“amor – muerte”) e nel portogallo (“amor-morte”) e’ ovviamnete la morte che viene accentata. “Amor” e’ una parola corta, sembra significare qualcosa di transitorio, effimero, illusorio; “la morte-muerte” invece e’ visibilmente reale. E’ solo nell’italiano le due parole formano la unita’, come insieme descrivessero il cammino infinito, senza inizio e senza fine: amore-morte, amore-morte, amore-morte…
Inviato da: elyrav
il 28/07/2009 alle 11:19
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il 20/05/2009 alle 14:02
Inviato da: Eustachia_A
il 06/04/2009 alle 13:45
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il 06/04/2009 alle 11:06
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il 01/04/2009 alle 15:50