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Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 30 Settembre 2006 da mandria0
Foto di mandria0

I PAPERONI DI STATO

Un operaio delle FS con 15 anni di servizio e 7 scatti di anzianità prende 1623 euro lordi al mese e dovrebbe lavorare fino al 2314 per guadagnare quanto ha incassato in un colpo solo l’amministratore Elio Catania firmando la sua lettera di dimissioni dall’azienda dei treni.

Catania, sebbene le finanze delle FS siano in passivo di 1,3 miliardi di euro, se n’è andato con una liquidazione di 7 milioni di euro. Mica male.

Giancarlo Cimoli, amministratore dell’Alitalia, è già stato beneficato anch’esso dalle Ferrovie, di cui  fu il capo fino alla primavera di due anni fa, con una buonuscita di 6,7 milioni di euro, seppure l’azienda dei treni fosse tutt’altro che risanata. Anche l’Alitalia è allo sbando, con una perdita di 221 milioni di euro nei primi 6 mesi dell’anno.

Massimo Sarmi, amministratore e direttore generale delle Poste, riceve uno stipendio annuale di 1,297 milioni di euro e negli ultimi quattro anni sono stati erogati 8 milioni di buone uscite a 14 dirigenti di primo livello.

Dall’Enel Paolo Scaroni (attuale amministratore e direttore generale dell’Eni) se n’è andato con una liquidazione di oltre 10 milioni di euro ed il suo successore, Fulvio Conti, si è fatto assegnare un compenso di 1,6 milioni di euro.

All’Eni Scaroni ha trovato un predecessore, Vittorio Mincato, liquidato con oltre 11 milioni di euro. Ora Scaroni, ha concordato uno stipendio base di 1,5 milioni circa e se, per ipotesi, fosse liquidato, prenderebbe 7 milioni di euro di buonuscita.

Certe cifre diventano ingestibili se questi dirigenti non portano a casa neanche i risultati. E non solo in termini di bilancio, difficilissimi per certe aziende e in determinate situazioni, ma neppure da un punto di vista del funzionamento dei servizi. I casi Alitalia ed FS da questo punto di vista sono esemplari.

Per il governo non è semplice sciogliere il nodo perché i contratti in essere sono, in genere, blindati. Quello di Catania, per esempio, sembra un caso di scuola: dirigente con una lunga esperienza ai vertici europei dell’Ibm, si presentò alla trattativa con un contratto bello e confezionato e sia il Ministero dell’Economia sia le Ferrovie poterono ben poco per cambiarlo.

Un ipotesi per il futuro potrebbe essere, per esempio, quella di inserire insieme ai premi per i risultati ottenuti anche delle penali nel caso in cui le cose non vadano come desiderato.

Vi sembra giusto dover chiedere, per esempio, sacrifici ai futuri pensionati o ai dipendenti pubblici e nello stesso tempo tollerare altri dipendenti statali, supermanager bravissimi quanto si vuole, che guadagnano come nababbi?

Lasciamo a voi la risposta per quest’interrogativo.

 
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