Creato da: mandria0 il 26/05/2006
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Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 26 Agosto 2006 da mandria0

seconda parte del precedente articolo "i cattivi del pianeta"

Shell
Estrazione petrolifera e violazione dei diritti umani sono spesso drammaticamente correlati, soprattutto nel sud del mondo. La Shell estrae in Nigeria dal 1958, ma nel paese africano la ricchezza è rimasta nelle mani di pochi .Le popolazioni che vivono lungo il delta del fiume Niger si sono ribellate alla perdita della terra sottratta senza un giusto compenso, scatenando la reazione violenta del regime militare. L’azienda è stata accusata di aver ucciso 80 persone e distrutto più di 500 abitazioni durante una manifestazione di protesta in Nigeria nel 1990.
Nel gennaio 1993 ha represso con la forza una seconda manifestazione organizzata dagli Ogoni. La repressione fu violentissima: 27 villaggi completamente distrutti, 2mila morti.
La multinazionale nega ogni coinvolgimento in queste repressioni violente.
Il rapporto "The price of oil" ha documentato le sistematiche violazioni nelle zone petrolifere nigeriane. In Nigeria la compagnia di stato Nigerian national Petroleum Corporation ha costituito società operative con Shell, Elf, Agip, Chevron, Mobil, Philips Petroleum, Texaco. La Shell Billiton minaccia una vasta area della foresta amazzonica, in Brasile, per la costruzione di dighe idroelettriche. Nel 1997 la Shell si è imbarcata in una nuova impresa in Colombia generando elevati profitti, ma condannando a morte la popolazione locale ( U'wa ) che ha deciso di ricorrere al suicidio collettivo piuttosto che permettere la profanazione della propria terra.

Sun Diamond
E' un consorzio di cooperative statunitensi. In Italia distribuisce con il marchio Noberasco. Secondo la sezione sindacale americana Teamstars Local Union usa pesticidi pericolosi. E' stata accusata, inoltre di licenziare gli scioperanti e dare salari molto bassi.
Nel 1985, in un momento di difficoltà finanziaria, la multinazionale ottenne dai lavoratori un'autoriduzione dei salari del 30-40% e un maggior sforzo lavorativo. Nel giro di poco tempo l'azienda recupero' e i profitti aumentarono del 40%.
Nel 1991 i lavoratori chiesero di far tornare i salari ai livelli originari, ma invece di accogliere la richiesta, la Sun Diamond licenzio' i 500 dipendenti in sciopero rimpiazzandoli con nuovi braccianti.
Controlla i marchi: Diamond, Sunsweet

Walt Disney
La Walt Disney Corporation è una della multinazionali più potenti del pianeta, e, da bravi Paperon de' Paperoni, i managers di Disney hanno il controllo su molti settori strategici dell'economia a partire dal settore dei media e della comunicazione fino ad estendersi un po' ovunque, dall'industria tessile a quella edilizia. Ad Haiti possiede una delle maggiori industrie del mondo di abbigliamento dove migliaia di lavoratori poco più che quindicenni, pagati 450 lire all'ora, lavorano dalle 10 alle 12 ore al giorno. Il rumore all'interno degli stabilimenti è assordante, non si può andare in bagno più di due volte al giorno e la pausa pranzo dura 10 minuti. Si calcola che per guadagnare la cifra che l'amministratore delegato della Disney guadagna in un ora, un'operaia haitiana dovrebbe lavorare 101 anni, per 10 ore tutti i giorni! Gli operai, inoltre,non godono di nessuna tutela sanitaria e retribuzione in caso di malattia. Ancora ad Haiti, quando un gruppo di lavoratori tentarono di organizzarsi in uno sciopero per ottenere migliori condizioni di lavoro, ottennero solamente il licenziamento di 150 di loro.

Totalfina-Elf 

Il gruppo nasce nel 1999 dalla fusione delle francesi Total ed Elf - Aquitaine con la belga Petrolfina. Il colosso petrolifero ( quarto al mondo ) fattura 130000 miliardi ed occupa 150000 persone, è presente in più di 100 paesi. Attiva nei settori dell'estrazione, della raffinazione e lavorazione del petrolio e derivati, vanta corposi interessi in campo energetico, finanziario e bancario. In Italia è presente con società Spontex e Mapa ( guanti e spugnette ). Totalfina - Elf ha concluso col governo francese un accordo per mantenere la segretezza sull'azione di recupero del materiale, sembra bitume cancerogeno, fuoriuscito dalla nave Erika affondata il 12 dicembre 1999 al largo delle coste bretoni in Francia. Secondo Le Monde, Diplomatique sembra orientata ad agevolare uomini di governo e regimi oppressivi per ottenere favori ( finanziamento di armi in Congo, sostegno finanziario al regime militare in Birmania ). Sono in corso boicottaggi nei confronti di Totalfina - Elf per la sua presenza in Birmania che dà legittimità al potere oppressivo birmano e per il suo ostruzionismo in occasione del disastro ambientale provocato dalla nave Erika.

Johonson & Johnson inc.
E' la più grande distributrice mondiale di prodotti sanitari, oltre che essere molto attiva nel settore farmaceutico. In Messico la paga dei lavoratori è al minimo di sussistenza. Ha pagato 5 milioni di dollari in USA per aver indotto i dipendenti a distruggere prove relative ad un'indagine federale sulla promozione di un farmaco in casi non ammessi dalla FDA. Trasgredisce il codice OMS sul latte in polvere reclamizzando bottiglie per l'allattamento artificiale.

L'Oreal
Multinazionale di prodotti cosmetici di origine francese, (classificata al 342° posto della graduatoria mondiale) fattura 21000 miliardi e impiega 5000 persone. Il gruppo appartiene per il 53,7% alla società finanziaria Gesparel e per la restante parte a piccoli azionisti. A sua volta la Gesparel è posseduta per il 51% dalla famiglia Benetton e per il 49% da Nestlè. Nel 1998 la controllata Synthelabo, attiva nel settore farmaceutico, si è fusa con la Sanofi ( del gruppo ELF ) per formare uno dei maggiori gruppi farmaceutici mondiali. L'Oreal produce cosmetici e profumi con i marchi Biotherm, Cacharel, Guy Laroche, Helena Rubinstein, Garnier, Lancome e altri. Per alcuni dei suoi prodotti utilizza contenitori in PVC, un tipo di plastica che in fase di smaltimento può produrre diossina. Nel 1998 una associazione di consumatori ha messo in evidenza che in alcuni prodotti sono presenti oli minerali ritenuti cancerogeni.

In Italia opera attraverso varie società, fra cui: Saipo, Helena Rubinstein.

Bayer
Multinazionale chimica e farmaceutica di origine tedesca presente in più di 60 paesi, fattura oltre 50000 miliardi e impiega circa 120000 persone ( dati riferiti al 1999 ). La Bayer produce farmaci, strumentazioni diagnostiche, gomme sintetiche, fibre tessili artificiali, prodotti chimici, pesticidi e prodotti veterinari ed è attiva anche nelle biotecnologie applicate all'agricoltura. Esercita pressioni sugli organi politici e sull'opinione pubblica disponendo di un grande potere decisionale presso le istituzioni internazionali economiche e finanziarie. Nel marzo 2000 ha patteggiato una multa di 200000 dollari col ministero del commercio USA per avere esportato illegalmente glucosio, sostanza che può essere impiegata per la costruzione di armi chimiche e batteriologiche. Nel 1999 in Brasile è stata avviata un 'indagine avverso la Bayer a seguito della morte di alcuni contadini che avevano utilizzato il Baysiston, un pesticida vietato in Germania da oltre vent'anni. Bayer è citata da Greenpeace international come produttrice di pesticidi che hanno una capacità di inquinamento persistente.
È inoltre necessario citare il caso Lipobay che ha portato alla morte di 52 persone.

Danone
Per aumentare gli utili dell'anno 2000 la Danone, uno dei maggiori produttori e distributori di acque minerali del mondo, decise di licenziare 1800 persone. A Calais 500 famiglie si unirono in una campagna di boicottaggio. Grazie all'intervento di alcune associazioni per la tutela dei consumatori la campagna ha superato le Alpi arrivando anche in Italia (dove la Danone distribuisce con i marchi Saiwa, Galbani e Ferrarelle).

Benetton
In Patagonia tutte le terre di Rio Negro sono di proprietà Benetton. Le molte popolazioni tribali che le abitavano sono state segregate in piccole strisce di terra e vengono utilizzati come manodopera. Sotto pagati (200 dollari al mese), ritmi di lavoro estenuanti (10-12 ore), nessuna assistenza medica, nessuna possibilità di riunirsi in sindacati. In estate, alle popolazioni locali è vietato attingere dai fiumi (in alcuni tratti per impedire l'accesso utilizzano il filo spinato e la corrente elettrica), per molti unica risorsa di vita. È accusata inoltre di sfruttamento minorile in Turchia.
 

IFI (gruppo Agnelli)
L'IFI è la finanziaria controllata dalla famiglia Agnelli per l'82%. La Fiat è il gruppo più importante dell'IFI, presente in 66 paesi ed al 34° posto della classifica mondiale delle multinazionali. Oltre alla Fiat, l'IFI detiene quote di proprietà in vari settori che vanno dall'industria editoriale, al settore delle scarpe, delle automobili, degli aerei, dell'abbigliamento sportivo, dei treni, delle assicurazioni, dei pneumatici, degli alberghi, delle batterie, dei supermercati, degli alimentari, dei servizi turistici, delle acque minerali dei camion e anche delle armi tramite Iveco. Oltre a numerose alleanze con gruppi internazionali quali General Motors, Renault, Yuejin Motors, Mitsubishi, per qualificare le strategie produttive e commerciali, preme ricordare l'intesa raggiunta tra l'unione dei concessionari italiani Fiat e McDonald's, grazie alla quale la multinazionale americana può aprire nuovi fast-food all'interno delle aree delle concessionarie Fiat. Nel settore alimentare la famiglia Agnelli conta una partecipazione (4,89% ) nel gruppo Danone che è al 288° posto delle multinazionali. Danone, tramite società controllate, trasgredisce il codice OMS sul latte in polvere per l'infanzia e, interpellata da Greenpeace sull'utilizzo di OGM, ha manifestato un atteggiamento scarsamente sensibile al problema. Nell'ottobre del 1998 in Pakistan, presso un cantiere di Impregilo ( controllata da Fiat ), si è svolta una lotta sindacale finalizzata ad aumenti salariali e indennità di rischio per le mansioni pericolose. La dura reazione che ne è seguita ha portato all'arresto e alla tortura di 6 sindacalisti; altri 21 si sono dati alla macchia per sfuggire all'arresto; 45 attivisti sono stati licenziati. A detta della confederazione sindacale pakistana, Impregilo Pakistan ha concordato il suo comportamento con la casa madre. In Brasile i dipendenti Fiat sono circa 25000 e devono subire spesso, da parte dell'azienda, comportamenti antisindacali che arrivano fino al licenziamento degli attivisti e degli scioperanti. Durante lo sciopero di 15000 lavoratori dello stabilimento di Bettim , svoltosi il 29/9/99, la dirigenza ha fatto entrare in fabbrica agenti della sicurezza e della polizia militare che hanno aggredito gli scioperanti e ferito 27 operai. La denuncia viene dai sindacati brasiliani che lamentano il licenziamento di 32 lavoratori. Lo sciopero era stato indetto per chiedere aumenti salariali e riduzioni di orario
.

BANCHE Istituti di credito italiani e esteri coinvolti nell'esportazione legale di armi (anni 1998/2000) prevalentemente destinate a paesi poveri o già in guerra. 

Istituto di credito

Banca Carige
BancaCommercialeItaliana
Banca d'Americae d'Italia
Banca di Roma
Banca Nazionale Agricoltura
Banca Nazionale Lavoro
Banca Pop.Bg-Cr. Varesino
Banca Popolare di Brescia
Banca Popolare di Intra
Banca Popolare Lodi

Aziende di credito

Ubae Arab Italian Bank
Credito Italiano
Istituto San Paolo di Torino
Banca Commerciale Italiana
Banca Nazionale del Lavoro
Banco di Napoli
Banca di Roma
Cassa di Risparmio di La Spezia
Monte dei Paschi di Siena
Banca Nazionale dell'Agricoltura
Banco Abrosiano Veneto
Banca Toscana
Banca Popolare di Brescia
Banco do Brasil
Cariplo
Credit Agricole Indosuez
Banca Popolare di Bergamo-Credito Varesino
Banca Popolare di Novara
Banca San Paolo di Brescia
Cassa di Risparmio di Firenze
Banca Carige
Barclays Bank
Unione Banche Svizzere
Banco di Chiavari e della Riviera Ligure
Banca Popolare di Intra
Credito Agrario Bresciano
Banca Popolare di Lodi
Credito Emiliano
 

ELABORAZIONE DATI: OS.C.AR. Report (Osservatorio sul Commercio delle Armi) di IRES Toscana (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali della Toscana)

Infine vi proponiamo due esempi di colossi dell’abbigliamento che in seguito a proteste, boicottaggi e, forse risveglio della coscienza di qualche manager senza scrupoli hanno cambiato politica aziendale.

Nike (scarpe e abbigliamento sportivo)
Nell'Aprile del 1998 la multinazionale si arrese. L'annuncio è stato dato dal gran capo in persona, Phil Knight, fondatore, primo azionista e amministratore delegato del gruppo. A condizione che la campagna di boicottaggio finisca, Nike ha accettato di alzare da 14 a 18 anni l'età minima dei lavoratori nelle fabbriche di calzature e di portare a 16 l'età minima di tutti gli altri lavoratori impiegati nella produzione di abbigliamento, accessori e attrezzature.
In 12 fabbriche indonesiane è scattato un aumento del 37% della retribuzione di tutti i lavoratori che percepivano il salario minimo (28 mila persone). L'azienda si è inoltre impegnata a bonificare tutte le sue fabbriche e a rispettare i livelli di sicurezza imposti dalla legge. Inoltre aumenterà il sostegno all'attuale programma di micro-finanziamento, che gia' coinvolge mille famiglie in Vietnam, estendendolo anche all'Indonesia, al Pakistan e alla Thailandia. In tutti gli stabilimenti asiatici il gruppo, che ha il quartier generale a Beaverton, nell'Oregon, amplierà i programmi di istruzione, offrendo ai dipendenti corsi per ottenere un diploma equivalente a quello delle scuole medie e superiori.
Dopo la conferenza stampa che si è tenuta a Washington, in cui la Nike annuciava la resa, le sue azioni in borsa sono salite di due dollari.

Reebok

Sempre nel 1998 anche la Reebok ammise, facendo un'indagine interna, che nelle sue fabbriche in Indonesia gli operai lavorano in condizioni di pericolo, a volte per più di dodici ore al giorno. E per l'equivalente di 85mila lire al mese.
L' auto-denuncia fu un passo importante e da quel giorno le cose sono molto migliorate. I dipendenti hanno libertà di organizzazione sindacale, gli stipendi sono stati adeguati ai minimi di legge e i limiti di sicurezza vengono rispettati.
Rimane però da chiedersi cosa succeda in Cina, dove la multinazionale ha il 50% della sua produzione e dove questa indagine interna non arrivò...
 

Ora che siete a conoscenza di questi fatti, il minimo che possiamo fare è invitarvi a fare molta attenzione quando andate al supermercato a fare la spesa e scegliete un prodotto anziché un altro.L’unico modo per combattere questi “criminali” è il loro boicottaggio.

 
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Commenti al Post:
tomenko
tomenko il 28/08/06 alle 15:03 via WEB
bell'articolo ragazzi,veramente... ho un idea: questo doppio articolo dovremmo riuscire a ridurlo in termini essenziali e andare ad attaccare manifesti in giro per la città..vicino ai supermercati,nelle piazze.. se la gente non ha tempo/voglia di cercare informazioni saremo noi a mettergliele sotto il naso.. tommy
(Rispondi)
 
rigitans
rigitans il 31/08/06 alle 17:29 via WEB
ciao, mi farebbe piacere uno bello scambio di link, cosi posso anche darti un po di visibilità nel mio blog. fammi sapere. un saluto, RiGiTaN's
(Rispondi)
 
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