Creato da: raccontatevi il 06/03/2006
vita di una trentenne in fuga

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Post N° 29

Post n°29 pubblicato il 05 Maggio 2006 da raccontatevi
Foto di raccontatevi

E non pensò nulla, si addormentò in silenzio. La mattina gelida la svegliò. Il calendario segnava il 24 Dicembre. La vigilia e in mente le parole di Federcio e quella telefonata caduta nel vuoto davanti ad ogni suo perchè. Rimase a letto ancora avvolta dal caldo dei suoi pensieri più remoti e quelli che cercavano di assaporare di nuove sensazioni le emozioni più vicine. Lasciò la camera dopo un pò, andò in cucina, il solito the, la solita musica che allegeriva un pò il tutto. Scese in centro poco prima di mezzogiorno. Il centro era pieno di persone, di colorate luci che facevano sentire Marianne un pò più sola del solito. Al ritorno prese il telefono e chiamò Federico. Telefono spento. Raggiunse casa, alla porta un pacco. Nessun biglietto ad anticipare la sorpresa. Lo raccolse e in fretta entrò in camera, lo scartò in velocità. Un vestito, lungo nero scollato. Una rosa bianca e un biglietto scritto su carta di riso : " Non accetterò un no, alle 21.30 sono da te. Un bacio Marianne. Federico." Rimase senza parole, sorrise e pensò che il cellulare spento non fosse solo un caso. Sorpresa di tutta questa nuova sensazione, passò la giornata tra le sue solite cose, i fiori, il lavoro. Accese il computer, c'era una vecchia mail di Susanne, aveva la data di qualche giorno prima, le chiedeva conferma per Natale. Era troppo tardi. Le rispose dicendo che avevano scelto di restare nel paese, di non fare troppi spostamenti visto il suo viaggio lavorativo. Le fece gli auguri e giurato di incontrarla quanto prima, o per lo meno dopo il suo ritorno dall'America. Il pomeriggio terminò in fretta, prima del tramonto iniziò a sistemarsi per l'appuntamento. Indossò il vestito. Sembrava fatto per lei. Avvolgeva le sue curve come delicata piuma. Si sentiva imbarazzata. Tutta questa nuova attenzione. Il campanello suonò perfettamente alle 21.30. Si guardò un ultima volta nello specchio e spense le luci. L'aria era davvero gelida. Sentiva quell'aria accarezzare la sua pelle chiara. Federcio era lì, fuori al portone. Era elegantissimo. In perfetta armonia con se stesso, Marianne ancora imbarazzata. Le sorrise, le diede un bacio sulla guancia e aggiunse : " Non avevo dubbi, sei bellissima." E sorrisero ancora per scivolare davanti ogni insolito silenzio. In auto non si fermarono per un istante, parlarono per tutto il tragitto. Marianne non aveva fatto nessuna domanda sulla destinazione, aveva deciso di fidarsi, e di farlo fino in fondo. Dopo un oretta di auto arrivarono su una piccolissima baita sopra il paese. Sembrava dispersa da tutto, quasi messa lì a caso. Fredda esternamente ma di un tepore quasi famigliare all'interno. Era arredata in perfetto stile. Entrarono e sul tavolo, un mazzo di rose bianche. Profumava di buono e di bello. Si sentiva leggera.

 
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