Creato da: raccontatevi il 06/03/2006
vita di una trentenne in fuga

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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 10 Marzo 2006 da raccontatevi
Foto di raccontatevi

Passarono alcune settimane da quell’insolito incontro, in verità, Marianne, non aveva dato chissà quali lunghi pensieri, ma quel pomeriggio, si fece catturare dal mistero di quell’uomo, dalla casualità di qualcosa che non avrebbe capito al momento, alla stranezza di come nei mesi, passati a passeggiare in quel viale,  non lo aveva mai visto o forse notato. In effetti non era solito passare da quelle parti, troppo impegnato dal lavoro e da tutte quelle maledette cose che doveva fare per un motivo o per un altro. In quel pomeriggio c’era qualcosa che incuriosiva Marianne nell’aria. E poi si rendeva conto dello spessore dell’accaduto e  adorava le persone mai banali, quelle che ti arrivano lì all’ improvvisano e che ti lasciano fin dal mattino senza parole. Rimase lì, con lo sguardo perso nel vuoto, qualche secondo in silenzio, a guardarsi per poi scendere per un boccata d’aria e il solito caffè spazza pensieri. Arrivata al bar, il suo solito posto era occupato, ordinò il suo macchiato chiaro e spense ogni contatto con il mondo attorno a lei. Adorava girarci nei suoi pensieri con il senso del cucchiaino che ad ogni giro tingeva quella tazza di sfumature solo sue e sempre nuove. “ buongiorno!” fu di nuovo quella voce a spezzare quell’attimo di pace, e fu lo stesso uomo del viale a catturare la sua attenzione.Furono lì, finalmente vicini, a contatto nella stessa casualità del loro primo incontro e chi poteva dirlo, ma l'idea di conoscersi e scambiarsi conoscenze, attirava già entrambi. A pelle si erano piaciuti fin dall'inizio, schivi e curiosi quanto basta per attrarsi. E ancora non avevano iniziato a parlare ma, nei loro pensieri,  avrebbero fatto notte per conoscersi. Marianne gli strinse la mano presentandosi  con un mezzo sorriso si perdonò per le mani gelide., “piacere Paul” rispose lui riportando lo stesso sorriso e tutto finì un pò come era iniziata, ripresero entrambi la stessa strada che inevitabilmente portava a due case differenti. Nei giorni successivi gli incontri furono più frequenti e  forse non più casuali, avevano parlato per giorni e giorni rimanendo sempre fermi nel medesimo posto, con la medesima espressione del viso. Ogni volta che Paul cercava di oltrepassare quel limite che Marianne, da vero generale dei sentimenti poneva, diventata fredda e distaccata come se avesse già vissuto mille addii. Lui, seppur la vita gli aveva già insegnato tanto, detestava quei momenti, quegli abbracci freddi di chi sa che non si incontrerà più, solo un profumo nell'aria, rimmel di De Gregori in lontananza ed un vecchio paio di nike con cui prendere a calci ancora una volta quella lattina.

 
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