Creato da: marti_blue il 13/10/2006
Si solamente me tocaras el corazón.

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Leggere mette in moto tutto dentro te: fantasia, emozioni, sentimenti.
È un'apertura dei sensi verso il mondo, è un vedere e riconoscere le cose che ti appartengono e che rischiano di non essere viste, fà scoprire l'anima delle cose.
Leggere significa trovare le parole giuste, quelle perfette per esprimere ciò a cui non riuscivi a dare forma. Trovare una descrizione a ciò che tu facevi fatica a riassumere.
NEI LIBRI LE PAROLE DEGLI ALTRI RISUONANO COME UN'ECO DENTRO DI NOI,
PERCHE' C'ERANO GIA'.

 
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Post n°686 pubblicato il 18 Agosto 2010 da marti_blue

Martedì 17 Agosto 2010 ore: 19.48


   Quella di ieri è stata un'ultima giornata di vacanza con i fiocchi.
La sera abbiamo fatto la grigliata di post-ferragosto. Ci siamo troppo divertiti, accompagnati da una buona sangria e tanto rosè. Michele è partito dopo due bicchieri e ha cominciato a spararne di ogni. L'abbiamo portato a casa e abbiamo deciso di rimanere lì a dormire per controllarlo. Io mi sono presa il letto in salotto, che è davvero il più comodo, poi alle 2 e mezza è arrivato Fulvio. Non sapendo dove farlo dormire ho proposto di dividerci il letto. Ceci è andata a dormire, e noi due, con Ligabue nelle orecchie abbiamo giocato un po' alle Wii e parlato. Fulvio è un cucciolo cresciutissimo: quasi due metri, fisico definito, biondo, occhi azzurri, ad un primo impatto può far paura, ma è uno dei ragazzi più dolci che abbia mai incontrato. Con lui è pazzesco come si riesca a parlare del più e del meno senza imbarazzi: mi mette a mio agio.
Comunque, mentre giocavamo mi ha detto che aveva fatto pace con la ragazza, anche se era ancora titubante. Io gli ho semplicemente detto di non restare con lei per pietà.
Finito di giocare mi chiede se posso fargli dei grattini. Ora, spiegatemi: in astinenza, con uno del genere davanti, in mutande per il caldo, potevo rifiutare? E poi i grattini mi fanno così rilassare. Siamo stati lì, uno accanto all'altra. Io cercavo di non pensare a nulla, fino a poche ore prima lo vedevo come un amico. Ma eravamo lì, mi ha accarezzato il braccio, i fianchi. Si è avvicinato. Nel buio, nel silenzio ci siamo baciati. E abbiamo continuato per molto tempo. Non siamo andati fino in fondo, eravamo come bloccati. E quel blocco si chiama Eleonora. Ci siamo addormentati così, sapendo che la mattina dovevamo salutarci. Io non sono riuscita a dormire più di tanto, ma era bello stargli accanto, sentire il suo calore.
Prima di uscire, questa mattina, mi ha abbracciato, mi ha dato dei baci sulla guancia e sul collo. Senza tante parole inutili. Perchè si sa come andrà a finire.
Ora penso a tante cose. Penso che questo, almeno per me, non ha cambiato il mio modo di vederlo. Lui è una persona stupenda, non voglio perderlo per imbarazzo o sensi di colpa. Penso che sarà un a delle persone che più mi mancheranno, a prescindere da tutto. Penso che non sono più abituata a queste cose fugaci. Penso che vorrei vederlo e continuare a ridere insieme.
Penso anche che è una posizione un po' strana, la mia. Con la Ele non ho chissà che rapporto, avrò scambiato con lei sì e no due parole, forse è per quello che non riesco a sentirmi in colpa, penso che sia più colpa di Fulvio, che ci ha provato (inspiegabilmente) con me, che non mia che sono stata semplicemente al suo gioco, vuoi per debolezza, vuoi per desiderio. Ho paura solo che venga fuori la storia con Ele; ho saputo da Ceci che lui, alle domande di Michele, ha risposto in modo molto vago. Per fortuna sa che è meglio tenere nascosta questa cosa. D'altronde non credo sia nulla di così importante o serio. È stato un momento, un'ora, una sbandata, chiamiamola pure così. Che senso avrebbe creare un patatrac per questo? Penso che nessuno dei due abbia dato chissà che importanza a quello che è successo ieri notte, l'unica cosa che spero è di non perderlo. Come amico, come conoscente, a lui non voglio rinunciare.

Sono in treno ora, sto tornando a Torino, e sono da sola. Dopo venti giorni, sono da sola con me stessa. Sono triste e in ansia, sapere di tornare a casa, rivedere i soliti posti mi mette angoscia. La sera non uscirò più con gli altri, non andrò più a fare le sorprese a Michele, non andrò al Sirò, non vedrò Marco, Silvia, Valentina, Elisa, Michele, Fulvio, Gabri, Simone, Metty, Mirko e tutti gli altri.
Sono stati stupendi con me, anche oggi, mi hanno abbracciato tutti. Anche Marco, non me lo aspettavo, mi ha stretto forte e mi ha detto “Fai la brava, ci vediamo presto”.
Di questa vacanza ricorderò tante cose. Son stati giorni che han lasciato il segno.
Mi è piaciuto: addormentarmi e svegliarmi con il rumore delle onde, la luce che filtrava dalla finestrella della mansarda, guardare il cielo rosa del tramonto sul mare, osservare le stelle  nel silenzio della collina, vedere la luna piena salire nel buio, sentire il sale sulla pelle, mettere il maglioncino rosa sulla pelle abbronzata a farmi chiamare “albicocca”, perdermi in una canzone ascoltata sulla spiaggia, sentirmi a proprio agio a casa di un quasi sconosciuto, dormire su un letto non mio, non dormire su un letto non mio, sentire mani che mi accarezzavano e un corpo caldo che mi desiderava, non avere sonno a notte fonda, aspettare l'alba sul mare, sentire il profumo dei pini, ballare da sola su una spiaggia la notte di San Lorenzo, essere me stessa con qualcuno ed esserlo meno con altri, parlare fino alle 5 con Cecilia, imbarazzarmi, andare sott'acqua e ascoltare il silenzio, ridere, emozionarmi.

 
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