Creato da Marziani.org il 18/12/2006
Se puoi sognarlo .. Puoi farlo!!!!!
 

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ELOGIO DELLA FOLLIA


Osservate con quanta
previdenza la natura,
madre del genere
umano,
ebbe cura di spargere
ovunque un pizzico
di follia.
Infuse nell'uomo più
passione che ragione
perché fosse tutto
meno triste, difficile,
brutto, insipido,
fastidioso.
Se i mortali si
guardassero da
qualsiasi rapporto
con la saggezza,
la vecchiaia neppure
ci sarebbe.
Se solo fossero più
fatui, allegri e
dissennati
godrebbero felici
di un’eterna giovinezza.
La vita umana non è
altro che un gioco
della Follia.
Il cuore ha sempre
ragione.

(Erasmo da Rotterdam)

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WALKING IN MY SHOES

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Post n°66 pubblicato il 15 Marzo 2007 da robytj

Chi meglio di te si puo' ricordare quel momento in cui tutto inizio'?
Tutto capito' per caso, per una scazzottata nel momento sbagliato di un
pilota della Jordan che oggi e' poco piu' di un carneade, che ti apri'
a sorpresa le porte della Formula 1, un mondo che subito avresti dimostrato di meritare piu' di ogni altro.
Era
solo l’inizio della tua straordinaria carriera. Una carriera vissuta
sempre sulle montagne russe, sempre sospeso tra gli inevitabili alti e
bassi che ti riservava il destino. Come un interruttore, in grado in un
attimo di farti sprofondare dal centro dei riflettori fin nella piu'
profonda oscurita'. Come quel primo titolo mondiale, cosi' a lungo
accarezzato e giunto nel modo peggiore, dopo la morte di chi fu il tuo
primo grande avversario ma anche il tuo primo punto di riferimento.
Dell’ombra di Senna, della costante lotta sul filo dei ricordi con il
mito, dell’inevitabile ma crudele interrogativo “e se ci fosse stato
lui?” non te ne saresti mai liberato. Tu non hai mai avuto il carisma
che fu di Ayrton, la sua capacita' di attirarsi l’unanimita' di
consensi. Al contrario, saresti e sei sempre stato un campione
controverso.

 Anche per colpa di quel beffardo, e onnipresente, interruttore del destino. Luce. Il secondo mondiale. E poi il passaggio in Ferrari,
un passaggio che avrebbe segnato la tua carriera, la tua vita, ma ti
avrebbe riservato anche tanti anni di sofferenze. Buio. La lotta impari
con quella Williams cosi' sempre superiore, lo scontro con il
finlandese-gentiluomo in grado di batterti con tanta apparente
facilita'. E infine di nuovo la luce: la grande rivincita, gli anni del
dominio, gli anni che ti hanno consacrato sette volte Campione del Mondo


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Ci
credevi anche tu, 
all’epoca, che quella squadra tanto faticosamente
costruita ti potesse regalare un finale di carriera tutto in discesa,
non e' vero? Invece, di mezzo ci si e' messo l’ennesimo tic-tac del
fato, l’ennesimo ribaltamento della prospettiva. E cosi', un anno
passato a inseguire, a mangiare la polvere di quel giovane spagnolo,
l’unico, forse, da quando sei campione in Formula 1, che ti sei
ritrovato a temere veramente. Tu non sei come lui, non sei mai stato un
predestinato alla vittoria, uno sul quale tutti erano pronti a puntare
fin da prima di scendere in pista. Negli anni della gavetta, altre
erano le giovani promesse e pochi i mecenati pronti a scommettere su di
te. Tu il tuo “posto al sole” te lo sei guadagnato con le unghie, con
il sudore e, nonostante tutto, ce l’hai fatta. Il figlio del muratore
e' riuscito a iscrivere il suo nome la', in cima all’Olimpo dei grandi.
E
cosi' si arriva a quell'ultimo,
terribile anno. Lo spagnolo che parte a
mille, un campionato ormai segnato dai troppi errori, la rimonta
insperata che grazie all’impegno di tutto lo squadrone rosso diventa
prima possibile, poi probabile, poi reale. E di nuovo il destino
beffardo che ti scatena contro il diluvio magiaro e l’improvvida safety acr
turca. Uno scenario che conosci fin troppo bene: la vittoria che sembra
sfuggirti di mano, la stampa, che nei momenti d’oro non esitava a
salire sul tuo carro, ma sempre pronta ad accanirsi contro la vittima
del giorno tanto per ricavare un nuovo scoop, che prima ti processa per
averci provato troppo a Budapest, poi ti condanna per non averci
provato abbastanza in Turchia. Tutti a chiedersi: “cosa succede?” E una
risposta, semplice, limpida nella tua testa. Succede che il vecchio
campione non ci sta a gettare la spugna, che si sente ancora troppo
competitivo per abbandonare, che teme, dopotutto, dopo aver sprecato la
chance di andarsene sulla cresta dell’onda, di dover lasciare da
perdente, come un pugile ormai suonato all’ennesimo KO.

 Ma tu,non sei nemmeno un pugile suonato,
lo hai dimostrato da sempre, sfoderando alla tua “veneranda” eta' una grinta da
giovincello. Semplicemente, dentro la tua testa pesa il peggior
avversario per qualunque sportivo: la paura di non farcela, di fallire
proprio l’ultimo traguardo, il piu' importante. Lo spagnolo e' giovane,
se perdesse quest’anno, di occasioni per la rivincita ne avrebbe a
bizzeffe. Per te e' l’ultimo treno, e non ti puoi permettere di
perderlo.

 Tutti ti hanno sempre bollato come un robot, un
computer, una macchina senza emozioni. E non hanno capito che la
ruotata a Hill nel ’94, lo scontro con Villeneuve nel ’97, il sorpasso
subito da Hakkinen nel ’98, fino al fuoripista di Istanbul, sono stati
semplici dimostrazioni di umanita'. Quella umanita' con cui hai
costantemente lottato, nella tua inestinguibile sete di perfezione, ma
che ti ha sempre reso meno inarrivabile, la' dall’alto del tuo trono
iridato, e piu' vicino ai tifosi che ti hanno capito e amato.


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Tu ci hai ricordato che, dietro ai cinici vortici di denaro e di interessi, alle
manovre segrete dei grandi burattinai, alla tecnologia impazzita, lo
sport e' fatto ancora, per fortuna, di persone vere. E di sogni forse
infantili, ma di cui, in questo caotico mondo di oggi, ci accorgiamo
sempre piu' spesso di avere dannatamente bisogno.

 
 
 
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