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La morte del pacifista italiano a Gaza, la verità su Hamas ed i miei sensi di colpa

Post n°1774 pubblicato il 15 Aprile 2011 da massimocoppa
 

Considerazioni a margine dell’uccisione di Vittorio Arrigoni
LA MORTE DEL PACIFISTA ITALIANO A GAZA,
LA VERITÀ SU HAMAS ED I MIEI SENSI DI COLPA


Un pacifista e volontario italiano, Vittorio Arrigoni, è stato
rapito ed ucciso nella striscia di Gaza da un gruppo estremista islamico.

Arrigoni aveva 36 anni ed aveva ormai dedicato la sua vita agli ultimi della terra: cioè a quei civili palestinesi divenuti vittime dello scontro tra poteri e potenze locali, regionali e mondiali.

Incredibile e beffardo il suo destino: come è noto a Gaza governa Hamas, peraltro salita al potere in seguito a regolari elezioni con le quali i residenti intesero più che altro punire Al Fatah per l’incredibile corruzione che ne caratterizzava gli esponenti locali.

Poi ci fu un vero e proprio colpo di Stato e la componente moderata che aveva perso le elezioni fu espulsa da Gaza, riparando presso l’Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania.

Hamas è un movimento islamico messo nella lista nera da Stati Uniti ed Europa, col quale Berlusconi asserisce di non voler “nemmeno parlare” e considerato unanimemente una formazione estremistica e terroristica. Eppure qualcosa non torna in questa semplificazione: la morte di Arrigoni ci fa scoprire, nel peggiore dei modi, che ci sono altri estremisti, altri gruppi islamici che non governano Gaza ma che non esitano ad uccidere un cooperante ed un amico del popolo che dicono di voler “liberare”, sol perché ritenuto un collaboratore delle autorità di Hamas.

Così constatiamo che il gruppo che ha ucciso l’italiano è una cellula vicina ad Al Qaida, il nemico numero uno degli Stati Uniti e del mondo occidentale: veniamo a sapere che questa formazione vuole che l’Islam regni in terra, che le donne palestinesi di Gaza girino velate, che chiudano parrucchieri ed estetisti, ma anche bar, discoteche, ritrovi e circoli ricreativi; che non si bevano alcolici e, insomma, che si instauri la stretta osservanza del Corano in versione praticamente talebana. Insomma, questi estremisti ritengono Hamas troppo debole, molle ed occidentalizzata. Quindi se ne deduce, in effetti, che Hamas non sia questo mostro che si è dipinto fino ad ora, visto che appare quasi una forza politica laica, che oltretutto si oppone ai simpatizzanti di Al Qaida e li perseguita e reprime da anni.

Forse, allora, il mondo occidentale dovrebbe riconsiderare la sua posizione verso Hamas: le categorie del bianco e del nero non aiutano per niente a spiegare la complessità del Medio Oriente.

***

Ho un certo senso di colpa verso Arrigoni. Non so come fosse arrivato a me, ma da alcuni mesi mi spediva, sulla mia mail, il notiziario del suo sito Internet, che testimoniava la vita di guerra, pace e miseria nella striscia di Gaza. Ero entrato in qualche modo nella sua mailing list. Inizialmente leggevo con interesse le sue cronache. Poi ho cominciato a disertarle: ero colpevolmente stufo di leggere sempre le stesse cose, la povera vita di quella striscia di terra tra il deserto ed il mare.

Negli ultimi tempi cestinavo in automatico i suoi messaggi, evitando di bloccare il mittente per un puro senso di cortesia: perché “pareva brutto”.
Ecco, quell’uomo che informava tutto il mondo con le sue denunce dall’inferno ora è morto: il suo sito non sarà più aggiornato, lui non spedirà più niente a me ed a nessun altro. Mai, mai più. Ed io, scusate, mi sento una merda.

 
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