ASTENSIONISMO RECORD, ANTICAMERA DI OGNI MALE
E’ il caso di fare qualche riflessione e spendere qualche parola sull’esito delle elezioni amministrative appena tenutesi in numerosi Comuni italiani e per la Regione Calabria.
Tutti i media fanno a gara a dire che il centrodestra sovranista, vale a dire la Lega e Fratelli d’Italia, ha avuto una dura battuta d’arresto. Se per la Lega questo è indubbiamente vero, bisogna però pur dire che FdI, dal 2016 ad oggi, ha moltiplicato i propri consensi: qualunque dirigente politico ci metterebbe la firma ad uno scenario simile, ma oggi la Meloni sconta il fatto che il suo partito non ha raggiunto i consensi attribuitigli da mesi dai sondaggi.
Tutti dimenticano, però, o fanno di finta di dimenticare, che le elezioni amministrative locali sono profondamente differenti da quelle legislative nazionali. A livello locale si vota considerando le amicizie, le clientele e la situazione della propria città. A livello nazionale ci si può abbandonare al voto di opinione.
Anzi, i voti presi da FdI sono ancora più pesanti se consideriamo che è l’unico partito ad essere attualmente all’opposizione in un Parlamento quasi TUTTO schierato col governo, circostanza di per sé anomala ed inquietante per una democrazia.
Oltretutto, a livello locale, bisogna dire che in alcune città chiave, come Napoli e Milano, il centrodestra ha fatto di tutto pur di perdere le elezioni: candidati scelti in ritardo, inadeguati o, addirittura, improbabili come a Milano, che non hanno voluto mischiarsi con i partiti e che hanno visto addirittura i leader nazionali mancare alle occasioni pubbliche in cui ci si mostra tutti insieme, sorridenti e coesi. Dove si è vista mai un’assurdità del genere? È un caso da manuale su come perdere le elezioni. A Napoli il candidato Maresca, di per sé ottimo, non ha voluto simboli di partito e non ha voluto incontrare Salvini e la Meloni i quali, infatti, sono stati in città ma senza incontrarlo; inoltre ha detto che non voleva i voti degli indagati Cesaro, dimenticando che essi sono praticamente l’incarnazione di Forza Italia in Campania… A Milano, Bernardo ha chiesto pubblicamente denari per la campagna elettorale (un autogol eccezionale) ed all’evento finale ha visto Salvini andare via in anticipo e la Meloni arrivare in ritardo: non lo volevano vedere, insomma.
Vincere in queste condizioni è impossibile.
Ora, giustamente, si apre uno psicodramma nel centrodestra. Ma a tirare subito le somme dovrebbe essere Salvini: dopo l’ennesima sconfitta consecutiva dovrebbe accantonare il suo ego ipertrofico e dimettersi. Naturalmente non lo farà per cui, alla fine, è pur vero che chi è causa del suo mal debba piangere sé stesso.
Clamorosamente risorge Forza Italia, che conquista la Calabria, e si riducono al lumicino i Grillini: e direi che era pure ora.
Ma il dato più preoccupante è il livello record di astensionismo a cui si è giunti. In pratica ha votato un solo italiano su due, tra quelli aventi diritto. A Napoli ancora meno. Questo è un segnale che, ovviamente, sarà ignorato da tutti, specie dai vincitori: invece è un dato essenziale, che testimonia lo scollamento sempre crescente tra cittadini e istituzioni, l’anticamera di ogni male a venire.