L’ATOMICA IRANIANA, UNA POSSIBILITÀ ORMAI IMMINENTE
Uno dei “regali” più avvelenati della presidenza Trump, che dovrebbe far riflettere innanzitutto il Partito Repubblicano americano e tutti quegli americani (e sono tantissimi) che sostengono questo pericoloso e cialtronesco personaggio, è costituito dalla denuncia e dal susseguente annullamento dell’accordo che Obama stipulò con l’Iran per consentire alla Repubblica Islamica di sviluppare l’energia nucleare ma a soli scopi civili, proibendone l’uso militare.
Per il tycoon l’Iran era un Paese malefico, e fin qui si potrebbe anche concordare: peccato che la classifica personale di Trump su chi sia pericoloso per il pianeta sia molto particolare, visto che assolve la Russia di Putin e la Corea del Nord di Kim Jong Un, per non dire che egli addirittura simpatizza umanamente per questi due dittatori e li considera amici personali (specialmente lo Zar russo).
La conseguenza di tutto ciò è che, nonostante i sabotaggi informatici e l’eliminazione fisica di scienziati e tecnici a cura del Mossad israeliano, il programma nucleare di Teheran è andato avanti: forse lentamente, ma di certo tenacemente, riottoso ad ogni ostacolo ed incurante delle reazioni internazionali.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), nel suo ultimo rapporto, rivelato dal “Washington Post”, afferma che l’Iran è così avanti che, entro pochi mesi, avrà il suo primo ordigno nucleare.
L’arricchimento del plutonio, specie nella centrale di Fordow, è ormai al 60 %. Per l’uso militare bisogna arrivare al 90 %. In effetti è un tetto apparentemente ancora lontano, ma secondo gli esperti è raggiungibile facilmente.
Il fatto è che l’Iran, e non da oggi, possiede interamente sia la tecnologia che le materie prime per arrivare alla bomba atomica: è solo una questione di volontà.
Non è detto, perciò, che i mullah vogliano arrivare all’esito estremo: anzi, affermano spesso che le armi di distruzione di massa sono contrarie ai principi dell’Islam.
Tuttavia è un dato di fatto che l’ordigno nucleare sia ormai dietro l’angolo, nell’apparente indifferenza del mondo il quale, a quanto pare, ha ormai accettato l’ingresso di una seconda potenza islamica, benché di orientamento sciita, nel club dei Paesi atomici (il Pakistan possiede l’atomica già da molti anni).
Da considerare, inoltre, che una bomba atomica serve a ben poco senza missili balistici in grado di trasportarla sull’eventuale bersaglio: ebbene, anche da questo punto di vista non ci sono problemi: Teheran ha sviluppato da tempo un settore missilistico di tutto rispetto, con vettori di tecnologia simile a quelli, temibili, nordcoreani e capaci di colpire con precisione anche a migliaia di chilometri di distanza.
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