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Presto /
anche noi (…) saremo /
perduti in fondo a questo fresco /
pezzo di terra: ma non sarà una quiete /
la nostra, ché si mescola in essa /
troppo una vita che non ha avuto meta. /
Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

Cazzarola!

 

 

 

 
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Condanna ridicola per Vittorio Feltri

Post n°1529 pubblicato il 27 Marzo 2010 da massimocoppa
 

 

Sei mesi di sospensione: il prezzo per aver distrutto ingiustamente la vita professionale dell’ex direttore
di “Avvenire”
CONDANNA RIDICOLA PER VITTORIO FELTRI

Per aver ingiustamente (come da lui ammesso) calunniato il direttore dell’”Avvenire”, Boffo, costringendolo a dimettersi e distruggendone l’immagine, e per aver consentito a Renato Farina di scrivere sul proprio giornale pur essendo stato addirittura radiato dall’albo professionale, Vittorio Feltri è stato condannato dal consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia alla sospensione dalla professione per sei mesi.
Peraltro la sospensione non opera ancora, perché deve essere ratificata da un altro organo.
Della vicenda Boffo ho scritto più volte. In un primo momento ho dato ragione a Feltri, perché una persona condannata per molestie a sfondo omosessuale non può certo dirigere il giornale dei vescovi. Boffo ha sbagliato a non squadernare tutti gli atti e sputtanare chi lo accusava, rifugiandosi in un silenzio inspiegabile; tuttavia il direttore del “Giornale” di Berlusconi lo ha massacrato, costringendolo ad andarsene, salvo poi ammettere, mesi dopo, in una breve risposta ad una lettrice (nella pagina delle lettere), che si era sbagliato e Boffo era innocente!
Questa è stata, per me, la goccia che ha fatto traboccare il vaso: ormai la mia stima di Vittorio Feltri risale ad ere geologiche addietro. Non si può distruggere la vita di una persona e poi lavarsene le mani con uno sbarazzino “ho sbagliato”.
E l’Ordine dei Giornalisti che fa? Lo sospende per sei mesi! Sei mesi di merda! Che punizione è?
L’ordine professionale italiano si è ancora una volta distinto per sostanziale ignavia. Meglio sarebbe abolirlo: ha ragione Giampaolo Pansa, che però lo sostiene per ragioni diverse ed a favore di Feltri…
La ministra Gelmini, dal canto suo, ha perso un’altra occasione per stare zitta, accusando quegli stalinisti dell’Ordine di aver voluto colpire una voce libera del giornalismo italiano... Ma sa di cosa ciancia, la ministra? Ha mai sentito parlare di deontologia professionale? Nel giornalismo significa accertare i fatti prima di affermarli, e sbagliare in buona fede, non dolosamente; sempre essendo pronti, nel caso, a chiedere scusa per l’errore, con umiltà, e pagarne le conseguenze.

 
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