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L’allarme sulla “marea nera” era esagerato?
Post n°1671 pubblicato il 07 Agosto 2010 da massimocoppa
Il petrolio fuoriuscito in mare è quasi tutto scomparso, distrutto dall’uomo o deterioratosi naturalmente
La Casa Bianca aveva lanciato l’allarme rosso, la British Petroleum era diventata l’azienda più odiata al mondo (nonostante l’esplosione della piattaforma petrolifera fosse stata, in definitiva, un incidente), uomini e mezzi erano stati lanciati, senza risparmio, nell’operazione di contenimento della “marea nera”: ma a quanto pare tutto era insufficiente, se non inutile. Ebbene, ora sono stati ufficializzati dati che fotografano la situazione. Innanzitutto, e finalmente, il pozzo di petrolio sul fondale marino è stato chiuso. Dopo quattro mesi, di tutta l’ingente massa di greggio fuoriuscita in mare resta solo il 26 %. Il 33 % è stato eliminato o recuperato dall’azione dell’uomo; il 41 % si è deteriorato e dissolto spontaneamente. La valutazione viene da un panel di 25 scienziati del governo americano ed indipendenti: quindi è da considerarsi altamente attendibile. Abbiamo dunque esagerato? Un bel po’, come sempre accade in questi casi. Ogni volta che del petrolio finisce in mare si ascoltano toni apocalittici, da fine del mondo: se ogni volta la situazione fosse davvero così grave, i mari di tutto il mondo sarebbero già morti da un pezzo. Anche se nessuno lo dice mai, la verità è che il petrolio (specie se non ancora raffinato) è comunque un elemento di origine organica e, come tale, si degrada in mare.
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