DAL 20 MAGGIO 2022 QUESTO BLOG NON ACCETTA PIU' COMMENTI ED HA CANCELLATO LA LISTA AMICI. SE VUOI SAPERE PERCHE', CLICCA QUI.
 "There is no dark side of the moon, really. Matter of fact, it's all dark"
Pink Floyd
I MIEI LIBRI (dal più recente al più datato)
 
"Conosceremo una grande quantità di persone sole e dolenti nei prossimi giorni, nei mesi e negli anni a venire. E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: ricordiamo".
Ray Bradbury, "Fahrenheit 451"
"And all this science, I don't understand: it's just my job, five days a week... A rocket man"
Elton John
Un uomo può perdonare a un altro uomo qualunque cosa, eccetto una cattiva prosa Winston Churchill
Presto / anche noi (…) saremo / perduti in fondo a questo fresco / pezzo di terra: ma non sarà una quiete / la nostra, ché si mescola in essa / troppo una vita che non ha avuto meta. / Avremo un silenzio stento e povero, / un sonno doloroso, che non reca / dolcezza e pace, ma nostalgia e rimprovero PIER PAOLO PASOLINI


Cazzarola!
|
Post n°2216 pubblicato il 07 Aprile 2025 da massimocoppa
SALVINI HA DISTRUTTO LA LEGA, MA VIENE CONFERMATO SEGRETARIO...
È per me un mistero inspiegabile come possa restare ancora al potere ed essere rieletto per altri quattro anni al vertice del partito, addirittura per entusiastica acclamazione dei delegati al congresso, un uomo che ha fatto crollare la propria formazione politica dal 17 % dei consensi alle elezioni italiane del 2018 e dal 34 % delle elezioni europee del 2019, all’8 % delle politiche del 2022 ed al 9 % delle europee dell’anno scorso. Parlo, ovviamente, di Matteo Salvini e della Lega. Altri quattro anni al comando significheranno quindici anni consecutivi da leader. Quale partito, nel mondo, farebbe una scelta così schizofrenica? E perché la fa? L’unica spiegazione è che la Lega sia diventata, mutatis mutandis, quello che il Partito Repubblicano è diventato negli Stati Uniti: ostaggio del capo, sua proprietà personale. Lì di Trump, qui di Salvini. Ai tempi di Bossi ci sembrava che l’allora “Lega Nord” fosse un partito pericolosamente antisistema. Invece, poi, veniva normalizzato dalla storia, dagli eventi, dalla dura realtà delle cose. Oggi, invece, davvero la Lega salviniana rischia di diventare un partito di rottura, ma nel peggior senso possibile: intende ridurre in macerie le istituzioni, italiane ed europee, flirtando con tutti i neofascismi ed i sovranismi del mondo, e tutto questo per cosa? Per avallare le smisurate ambizioni di potere di un uomo che non riesce nemmeno a far arrivare i treni in orario, giusto per fare un paragone con quel piccolo Salvini che fu… Benito Mussolini. Non è possibile commentare questo post
Post n°2215 pubblicato il 07 Aprile 2025 da massimocoppa
C’È UN METODO DA BULLI NELLA FOLLIA DI TRUMP
Qualche giornale, e per primo lo ha fatto il “Sole 24 Ore”, ci ha spiegato, cercando di intravedere del metodo nella follia di Donald Trump (per parafrasare l’Amleto di Shakespeare), che la stretta allucinante sui dazi verso le importazioni, fortemente voluta dal presidente americano, ha in realtà lo scopo di riequilibrare con la forza il deficit commerciale degli Stati Uniti, costringendo quindi i Paesi che verranno a patti ad accollarsi forzosamente anche il debito pubblico americano (che è il più alto del mondo, e non da oggi), acquistando obbligazioni a stelle e strisce. Se questo, da un lato, tranquillizza un poco, perché significa che Trump ed il suo cerchio magico non sono totalmente irrazionali o impazziti, dall’altro lato preoccupa comunque, perché ci fa capire che, oggi, al governo della più forte superpotenza mondiale (una superpotenza economica, militare e geopolitica) ci sono degli amministratori disposti a tutto pur di raggiungere i propri scopi: disposti, cioè, a bullizzare il resto del mondo, piegandolo ai propri desideri ed alla propria arroganza; ed a queste persone non interessa se, in realtà, per raggiungere il lontano ed improbabile scopo che si prefiggono, non agiscono sulle cause del deficit commerciale e sul debito americani, ma cercano solo di scaricarlo sul resto del pianeta. Inoltre, non gli interessa che, nel frattempo, rovinino una enorme rete di alleanze, anche politiche e militari, sconvolgendo l’andamento della Storia contemporanea e mettendo in crisi il concetto stesso di Occidente, oltre che di solidarietà fra le nazioni. Siamo di fronte ad un machiavellismo brutalizzato e semplificato, insomma, ad una rivisitazione del concetto di fine da raggiungere a qualsiasi mezzo che, per una democrazia, è sicuramente senza precedenti. Trump ha, di certo, una bella faccia tosta per dichiarare ad alta voce, sprizzando entusiasmo, di fronte al tracollo delle Borse mondiali (compresa quella americana), che hanno bruciato diecimila miliardi di dollari in tre giorni, che “questo è un grande momento per arricchirsi, per arricchirsi più che mai”: una frase detta mentre, appunto, gli indici finanziari planetari tracollano e viene bruciata una ricchezza pari al Pil di molti Paesi. È un’affermazione delirante in un contesto drammatico, uno scollamento allucinante dalla realtà, un teatro dell’assurdo che produce un effetto straniante e distopico. Non è possibile commentare questo post
Post n°2214 pubblicato il 02 Aprile 2025 da massimocoppa
LA MORTE DI VAL KILMER COME QUELLA DEL SUO DOC HOLLIDAY
È notizia di pochi minuti fa che, all’età di 65 anni, è morto l’attore Val Kilmer. Secondo la figlia, il decesso è giunto a causa di una polmonite. La prima cosa che ho pensato, da ipocondriaco, è che, nel loro piccolo, le polmoniti pure rompono i coglioni e, soprattutto, sono veramente pericolose perché spesso sono asintomatiche e, quando si manifestano, di frequente è troppo tardi per rimediarvi. Subito dopo mi è sovvenuta la singolare e sconcertante coincidenza di questo epilogo con quello di un personaggio da lui interpretato: Doc Holliday, il dentista, infallibile pistolero ed abile baro, che partecipò alla celeberrima sparatoria dell’OK Corral avvenuta a Tombstone, in Arizona, il 26 ottobre 1881. Anche se il grande pubblico ne venne a conoscenza solo molti anni dopo i fatti, fu l’evento più famoso di tutte le vicende western ed è stato immortalato in diversi film. Uno di questi, a mio parere bellissimo, è, appunto, “Tombstone”, del 1993, con Kurt Russell ad interpretare il leggendario sceriffo Wyatt Earp. In sintesi, nel caso non lo sapeste/ricordaste, la sparatoria all’OK Corral, cioè nei pressi di una rimessa per cavalli, fu l’evento culminante di una forte tensione tra i fratelli Earp, sceriffi locali appoggiati dall’amico Doc Holliday, e quello che oggi definiremmo il “clan” malavitoso dei Clanton e di alcuni loro sodali. Doc Holliday era un amico di Wyatt Earp e si trovava in Arizona perché cercava nell’aria secca di quel luogo desertico un sollievo alla malattia che lo porterà alla tomba: la tubercolosi. Ed infatti anche nel film, alla fine, Doc Holliday/Val Kilmer muore in un letto, esalando un orribile, ultimo, lunghissimo respiro dai suoi polmoni martoriati, ma solo dopo aver onorato il suo impegno partecipando allo scontro a fuoco decisivo contro i Clanton, benché già molto malato, febbricitante e visibilmente sofferente. Singolare figura di personaggio, quella di Doc Holliday: un medico che rifiuta di esercitare la professione e preferisce vivere di espedienti, al confine con la legge e spesso ben oltre, ma non privo di una sua idealità romantica che gli fa scegliere, alla resa dei conti, di mettere la sua pistola al servizio della giustizia in quei terribili tempi della frontiera americana. Mi sconvolge e commuove immaginare Val Kilmer che si spegne come il suo Doc Holliday: annaspando, cercando quell’aria che i suoi poveri polmoni non possono più utilizzare.
Non è possibile commentare questo post
Post n°2213 pubblicato il 27 Marzo 2025 da massimocoppa
OCCUPARE DI NUOVO GAZA, LA MOSSA DI ISRAELE CHE FA TORNARE IL TEMPO INDIETRO
Il governo israeliano sembra aver deciso che, tutto sommato, la sorte degli ostaggi residui in mano ad Hamas non è poi così importante. Infatti la tregua messa faticosamente a punto tra lo Stato ebraico e l’organizzazione estremista islamica è oramai archiviata con la ripresa aperta delle ostilità. Come sempre, a pagarne il prezzo peggiore è la popolazione civile. Ormai l’illusione dei bombardamenti chirurgici è definitivamente consegnata alla Storia: ogni azione bellica comporta vittime civili innocenti; è quasi sempre così. È notizia di ieri che ci sono state alcune manifestazioni di protesta dei residenti di Gaza contro il governo di Hamas, giustamente ritenuto indirettamente responsabile della durezza delle azioni israeliane. Parliamo di poche centinaia di persone, eppure è incredibile constatare il coraggio con cui hanno apertamente criticato il movimento terroristico, ben sapendo che in un luogo come Gaza e con un soggetto come Hamas questo potrebbe facilmente significare persecuzione e morte. Questo fa capire quanto sia disperata questa gente, ma è anche un germoglio di speranza che i valori della democrazia rappresentativa possano magari imporsi anche in una situazione così ostile. Come oramai attempato osservatore delle cose mediorientali da tanti anni, mi viene spontaneo riflettere su quanto, a posteriori, venga corroborata la mia perplessità del 2005, quando Gerusalemme decise di ritirarsi definitivamente da Gaza. All’epoca si disse che l’occupazione costava troppo, in termini economici e di vite umane. Mi sembrò una giustificazione plausibile, e tuttavia miope: era chiaro che lasciando la Striscia a sé stessa, ghettizzandola con confini militarizzati, avrebbe incubato al suo interno forze pericolose per lo Stato ebraico e per la sicurezza internazionale. Insomma, per evitare che Gaza diventasse un Vietnam, Israele ha lasciato che diventasse un Afghanistan, ma armato fino ai denti e con una leadership bellicosa ed iperattiva che ha nell’odio per il suo potente vicino una delle sue più importanti ragioni di vita, anche se bisogna ricordare che Israele lasciò Gaza all’Autorità Nazionale Palestinese, cioè ad un soggetto politico obiettivamente moderato ma corrotto, che fu spazzato via da Hamas nelle prime elezioni libere, appena un anno dopo. Prime ed uniche: come molte dittature, anche quella di Hamas è nata da un atto democratico. Quanto fosse sbagliata quella decisione unilaterale lo si vede oggi, che si sta seriamente valutando di occupare nuovamente quel territorio. La paura, molto fondata, è che stavolta per non soggiacere ad uno stillicidio di attentati e di azioni di resistenza interne, Israele voglia deportare tutta la popolazione in un angolino di terra da tenere recintato e sorvegliato, un serraglio di dolore da poter controllare agevolmente ma che distruggerebbe le residue simpatie per le ragioni israeliane e seppellirebbe l’umanità compassionevole dei padri socialisti del sionismo. Non è possibile commentare questo post
Post n°2212 pubblicato il 27 Marzo 2025 da massimocoppa Tag: auto, borse, bush senior, clinton, dazi, economia, finanza, musk, stati uniti, tesla, trump
IT’S THE ECONOMY, STUPID!
La durezza intrinseca delle cose e dei fatti, a quanto pare, può ancora offrire resistenza agli slogan, alle costruzioni ideologiche ed alle sparate propagandistiche. Anche lo sforzo congiunto di una presidenza degli Stati Uniti e di una enorme massa di sostenitori acritici e creduloni, alla fine, cozza con la realtà. È quanto sta accadendo a Donald Trump: i suoi roboanti annunci di dazi sulle importazioni negli Usa hanno dapprima incontrato le critiche degli economisti, quindi quelle degli esperti e degli addetti ai lavori della finanza ed infine quelle degli industriali tra i quali, incredibile a dirsi, i dirigenti della Tesla, l’azienda di Elon Musk, che hanno chiaramente detto alla Casa Bianca che i dazi avrebbero affossato definitivamente la casa costruttrice, già in crisi anche per il boicottaggio di moltissimi consumatori in odio a Musk. Ma, soprattutto, la Borsa americana e, di già, l’economia reale del Paese hanno detto chiaramente che, così, non si migliora la vita di nessuno ma, anzi, si riaccenderà l’inflazione dei prezzi, perché si cercherà di scaricare sui consumatori l’aumento di ogni merce importata, facendo pagare, di fatto, i dazi agli acquirenti finali. Insomma, un disastro. Incredibile a dirsi, anche Trump lo ha capito: infatti ha smesso di annunciare e smentire tasse d’ingresso a questo e quello, a giorni alterni. Qualcuno lo ha (forse) finalmente convinto che così provoca solo guai e fa crollare i mercati finanziari. Infatti ieri ha confermato il 25 % di tassi sulle auto importate negli Stati Uniti, forse giusto per non perdere completamente la faccia, ma ha messo in stand by la maggior parte degli altri dazi minacciati. Non c’è niente di strano o di nuovo, in questo: resta solo il continuo, sbigottito stupore che gli effetti deleteri di una politica fatta di annunci di misure assurde siano chiari a tutto il mondo tranne che al cerchio magico dei trumpiani. “It’s the economy, stupid!”: è l’economia, stupido, come recitava un fortunato slogan clintoniano contro Bush senior per il quale ultimo, oggi, proviamo una nostalgia infinita. Non sapendo che cosa sarebbe diventato il Partito Repubblicano americano con Trump, non ci siamo resi conto, all’epoca, che Bush senior era non solo enormemente superiore a quello che sarà il figlio, ma addirittura a distanze siderali dal presidente attuale, sembrando davvero uno statista gigantesco. Non è possibile commentare questo post
|