IO CON ME

Buongiorno Madame, mi ha attirato l'attenzione la sua citazione. Non scriverò un sermone. Mi viene in mente il libro "IL SOSIA" del mio compagno "russo" preferito Fëdor Dostoevskij (autore dell'Idiota). Dice un proverbio in Russia di non fischiare (melodie, canzoni o altro) in ambienti chiusi: "Non porta benefici, soldi, fortuna, amori e denari. Ad esempio mentre si cucina il pranzo o la cena, la casalinga ogni tanto fischia o canta qualcosa (ma la finestra è aperta per mandare via l'odore dei cibi) in auto quando c'è freddo bisogna chiudere i finestrini si fischia per ridurre ansia e pensieri personali o in ufficio per ridurre il tempo... Beh! insomma esistono molte differenze tra l'italiano e il russo. Concepisco entrambi le personalità. Usi e Costumi diversi. L'italiano/a grida e canta bene. Comunque si fa sentire sbagliando o a ragione. Permetta! il russo non abbaia, ma balla il Lago dei Cigni. Concludo per avvicinarmi alla morale della sua citazione: "La solitudine non è una stanza grande e gremita da sconosciuti, nemmeno un cielo che piange, né un cuore vuoto. La solitudine è un salotto con poche persone del tuo stesso sangue, è una notte stellata e nessun nome nella tua mente a cui dedicargli una stella. È un abito che ti va sempre più stretto via via che il tuo corpo ed il tuo cuore crescono. Allora ti chiedi perché non cambiarlo. Ma tenere lo stesso abito è privilegio di pochi, perché l'anima non aspetta altro che quell'abito si riduca in stracci, affinché un giorno possa mostrarsi nuda e ricca dinanzi agli altri." un cordiale saluto e Buona giornata!