Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
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Pellicole d'accatto

Post n°712 pubblicato il 03 Ottobre 2011 da middlemarch_g
 

Che poi non si capisce perché ce la prendiamo coi cinepanettone e con i Vanzina. Come se ormai non si fosse definitivamente stabilizzato un nuovo filone di film corali a storie incrociate con funambolismi da ritardati della vertigine narrativa, che pretenderebbe di avere qualche merito autoriale in più. E perché? Perché c'è Bisio. E se non c'è Bisio c'è Orlando. E se non c'è Orlando c'è la Buy. E se non c'è la Buy c'è la Cortellesi. Oppure Placido, o Pannofino, o la Littizzetto, o la Signoris, oppure tutti insieme, che tanto non fa differenza e sfido chiunque a distinguerli diversificando una pellicola dall'altra. E' sempre lo stesso mattone autodigerito che si prolunga nei secoli dei secoli con minime varianti perfino nei titoli.

Sono film orrendi. Agghiaccianti. Film che ti immagini scritti e tirati via da certi personaggi squallidi in un bilocale con tinello e cucina dentro un cortile asfittico da cui sale solo la puzza di cavolo bollito. Non perché per scrivere una grande sceneggiatura ci voglia il Waldorf Astoria. Ma perché ci vuole allegria. Talento. Coraggio. Cazzeggio purissimo e incontaminato. E in questi robi qui non se ne vede neanche l'ombra.

Te ne accorgi dall'espressione degli attori prima ancora di ascoltare una battuta. Bisio, che con quella faccia e quel talento potrebbe scegliere qualsiasi cosa, cosa fa? Fa Bisio. Come Orlando, o la Buy, o la Littizzetto.

Io dico che vi dovrete vergognare. Perché se i Vanzina fanno i film dei Vanzina loro almeno una giustificazione esistenziale ce l'hanno, ed è che non saprebbero fare altro. Non hanno il software adatto. Voi no, invece. Voi potreste. E invece.

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Commenti al Post:
viperovip
viperovip il 04/10/11 alle 02:57 via WEB
Leggevo un articolo qui, dal titolo: "perchè noi non abbiamo i cinematografi?". La domanda l'ha rivolta al cronista suo figlio, al compimento del decimo anno. Quale regalone avrebbe mai desiderato per una data così importante? Lui rispose felice ed eccitato "papà, portami al cinema, come quella volta in Qatar!". Il babbo, dopo lunghe spiegazioni sul perchè e percome in Arabia non ci siano cinema come altrove, dovette trattare per più regali alternativi, senza però riaccendere la stessa eccitazione. All'inizio pensò sorridendo: "eeeh ste nuove generazioni...". Poi però cominciò a domandarsi: "già ma perchè non abbiamo i cinema qui?".
 
Annuska_84
Annuska_84 il 05/10/11 alle 11:01 via WEB
E' VERO!!!! Ne ho pieni i coglioni di questi filmetti italiani della minchia!! Tutti uguali, pieni di gente pseudo isterica, asfittici, senza respiro!! Dove sono LE STORIE!?!?! Le storie, cazzo. Scusa. Ma hai così ragione che mi inalbero... :)
 
 
middlemarch_g
middlemarch_g il 05/10/11 alle 11:38 via WEB
Da un po' di tempo le nostre sinergie estetiche sono impressionanti, annuska...Aggiungici che grazie alle tue entusiastiche segnalazioni ormai da mesi mi sintonizzo su una stazione radio SOLO se trasmette Adele. Gigantesca. Talento assoluto.
 
lupopezzato
lupopezzato il 06/10/11 alle 17:57 via WEB
L’altro giorno pensavo che il nostro cinema rispecchia il nostro paese. Piccolo, mediocre e cafone. Un cinema che segue gli schemi dettati dai media. Non utilizza il passato come background e si inventa un futuro di cui ci siamo già vergognati 60 anni fa. Un’evoluzione culturale fatta alla rovescia in un ventennio dove siamo cresciuti ciucciando davanti al Grande Fratello, Amici, Uomini e Donne e C’è posta per te. Nemmeno la smettiamo di atteggiarci a culla della cultura quando, per vantarci di qualcosa di culturalmente rispettabile, dobbiamo ricorrere all’araldica. Siamo piccoli, mediocri, cafoni ed ignoranti. Profondamente ignoranti. Vent’anni. Mi viene in mente Sergio Leone. C’era una volta in America. Per fare film degni di essere definiti tali, come si fa in ogni cosa, bisogna assemblare assieme il meglio, e Sergio Leone prese una bella storia, ottimi attori, un grande compositore e fece un grandissimo film spiegando che il cinema non è una clip di paese dove ti fai tutto in casa come gli gnocchi. Se non hai gli ingredienti abbi l’umiltà di riconoscere i meriti degli altri. Solo riconoscendo i propri limiti si può crescere perché il limite non è un punto d’arrivo ma un punto di partenza. Il punto d’arrivo è la presunzione. Dopo 27 anni, Paolo Sorrentino, forse, è il primo che ha raccolto il messaggio di Sergio Leone per uscire dal guado.
 
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