Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

 

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Parole sante

Post n°447 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da middlemarch_g
 

rrLa settimana scorsa ho visto Revolutionary Road. Ci sono diverse cose che si possono dire di un film così. Che è perfetto, per esempio. Per me perfetto vuol dire che scrivi una storia talmente compiuta che i conti tornano perfino sui dettagli che è quasi impossibile notare. Come le cattedrali gotiche con guglie e doccioni definiti nei minimi particolari a decine di metri di altezza e scolpite in fondo per chi? In onore di Dio, naturalmente. Quale essere umano dal basso poteva apprezzare quel grado di perfezione? E quando un film ha un tale rispetto per il Dio delle Storie, non c'è niente da fare, io mi commuovo. Ma non voglio parlare del suo valore estetico, e se è quello che vi interessa andata a leggere la critica del Piazza alla data del 5 febbraio (ma l'hai notato Piazzabello che la vicina di casa si cambia il vestito senza che l'attenzione narrativa venga più attirata su quel dettaglio? A me ha smosso il pianto).

La cosa che mi ha davvero colpita è un'altra. Uno scambio di battute fra i due protagonisti che suona così:

Ci vuole fegato per assumersi le proprie responsabilità!
No. Ci vuole fegato per vivere la vita che si vuole

Da almeno due anni il succo di questa precisa considerazione, su qualunque registro affettivo, con tutte le possibili modalità di intonazione, in tutti i luoghi pensabili, l'ho fatta ininterrottamente pressoché con tutte le persone che contano o hanno contato qualcosa nella mia vita.

Non so più che fare per farvelo capire. Non siete sicuri che stia parlando proprio con voi? Fate così, rispondete a questa domanda: avete mai avuto la sensazione anche solo labilissima di avere un ruolo che conta qualcosa per me, di essermi o essermi stati amici, amanti, compagni, sodali reali o virtuali, anche solo conoscenti verso cui ho dimostrato inequivocabilmente un'esplicita simpatia?

Allora sto parlando con voi.

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Commenti al Post:
aldo_caposaldo
aldo_caposaldo il 23/02/09 alle 16:23 via WEB
Detesto sdrammatizzare la trascinante potenza di quanto hai scritto: non inorridire, ma alle volte ci vuole fegato anche per vivere la vita che non si vuole.
 
 
middlemarch_g
middlemarch_g il 23/02/09 alle 19:49 via WEB
Su questo non si discute. E' che, ti dico la verità, dovere reperire anche il fegato per essere infelici, è una cosa che proprio non riesco a capire. E in ogni caso per essere felici ce ne vuole di più.
 
   
aldo_caposaldo
aldo_caposaldo il 23/02/09 alle 20:06 via WEB
Si deve reperire il fegato non per esserlo, ma per sopportare di esserlo. Però sono d'accordo: nell'infelicità ci vuole più fegato per essere felici.
 
     
ms.spoah
ms.spoah il 24/02/09 alle 00:09 via WEB
Aspettate che il mio marchio venga registrato...Ne riparliamo a cena, o davanti a un bicchiere pieno o in video conferenza... (Il sole nudo di Asimov mi ha sempre affascinato.)
 
     
middlemarch_g
middlemarch_g il 24/02/09 alle 14:30 via WEB
In compenso il premio è più prestigioso. Vale la pena pensarci.
 
     
middlemarch_g
middlemarch_g il 24/02/09 alle 14:31 via WEB
La risposta era per aldo_caposaldo. Il premio della felicità è più difficile da raggiungere ma più prestigioso, direi. A miss ms invece mi tocca dire che a me quel libro ha sempre terrorizzato. Ma proprio da brividi. Non lo voglio immaginare neanche per scherzo un mondo così.
 
     
ms.spoah
ms.spoah il 24/02/09 alle 15:53 via WEB
Mi affascina perché quasi quasi neanche i finali dei libri di Poe riuscivano ad infilarmisi nello stomaco come quello del libro di Asimov...Certa suspance incruenta può essere trucidissima.
 
mare_forza_9
mare_forza_9 il 23/02/09 alle 17:05 via WEB
ci vuole fegato perché magari scontenti che ti è più vicino (nel senso fisico: parenti, colleghi, conoscenti, amici non proprio intimissimi, interlocutori vari), a meno che non siano sulla tua stessa lunghezza d'onda, o comunque "rispettabili antagonisti"
 
 
middlemarch_g
middlemarch_g il 23/02/09 alle 19:51 via WEB
Perché invece quando ti danni l'anima per essere una bimba bella e buona ti fanno gli applausi? Ti insultano lo stesso, e non basta mai comunque. La differenza, se lo fai per te e non per loro, è che almeno fai il cazzo che ti pare.
 
   
ms.spoah
ms.spoah il 24/02/09 alle 15:54 via WEB
I loro che vengono in mente a me non si accorgerebbero neanche della differenza...Troppo cinica?
 
     
middlemarch_g
middlemarch_g il 24/02/09 alle 16:33 via WEB
Ah ma la differenza non è per loro è per te e basta. Ci mancherebbe altro.
 
lupopezzato
lupopezzato il 23/02/09 alle 18:13 via WEB
Penso che la vita sia qualcosa d’importante perchè possa bastare una sola parola anche se grossa come fegato o coraggio. Sicuramente ci vuole coraggio per imbarcarsi nella vita che si vuole ma poi ci vuole tanta determinazione e altrettanta onestà per andare fino in fondo oppure per confessare che il coraggio per continuare è finito o è diventato paura. A questo punto non bastano più nemmeno ‘coraggio, paura, determinazione ed onestà’. Ne serve almeno un’altra, tipo ‘delusione’ o ‘rabbia’. Eheheh, le parole! Saranno anche sante alle volte ma, per quanto ti sforzi, non riusciranno mai a perimetrare completamente un pensiero :o)
 
 
middlemarch_g
middlemarch_g il 23/02/09 alle 19:52 via WEB
No, no bastano mai. Per non parlare di quando si mettono in testa di fare da alibi...
 
   
ms.spoah
ms.spoah il 24/02/09 alle 00:12 via WEB
Le parole sono simboli: non spiegano, non necessariamente.
 
     
ms.spoah
ms.spoah il 24/02/09 alle 15:56 via WEB
(..che non è un ipse dixit di serie C3 - ma un'opinione...in serie B2...per clemenza autoconcessa :-) )
 
     
lupopezzato
lupopezzato il 24/02/09 alle 16:18 via WEB
Sì è vero, le parole sono l’insieme di tanti simboli e, malgrado la buona volontà, malgrado ci provano, non possono dire tutto. Non ci riescono. Hanno bisogno dei toni. Quelli che c’inventiamo noi quando leggiamo. Provando ad immaginarli. Hanno bisogno perfino della forma. Intesa negli spazi. Negli “a capo”. Hanno bisogno delle espressioni. Perfino delle mani o delle dita. Le parole, se ci pensi, sono come la carne, il pesce, il formaggio. Come qualunque pietanza. Come i fiori o l’erba o perfino il mare e addirittura l’aria. I cinque sensi. Aggiungono. Completano. Spiegano meglio. E quello che non leggi o non riesci a leggere ti sorprenderai a trovarlo in una piega delle labbra. O in uno sguardo che si abbassa. O in un impercettibile movimento delle dita. Nel rumore di un affanno.

Sì.

 
     
middlemarch_g
middlemarch_g il 24/02/09 alle 16:34 via WEB
Si
 
ms.spoah
ms.spoah il 24/02/09 alle 17:18 via WEB
Posso celebrare io la funzione? :-))
 
 
middlemarch_g
middlemarch_g il 24/02/09 alle 17:31 via WEB
Come no. In qualità di ministro di quale culto? Scegline uno a caso. Va bene tutto. Tanto noi Dio ce lo portiamo da casa.
 
   
ms.spoah
ms.spoah il 25/02/09 alle 09:54 via WEB
Il culto della vita: quella cosa piccola piccola, dolce/amara che per magia riesce a stare in quattro lettere e non sai cos'è, però sì.
Dovrò procurarmi una mise adatta...
 
pregasi_toccare
pregasi_toccare il 25/02/09 alle 14:24 via WEB
Era Pirandello a sostenere che gli uomini sono destinati a non capirsi, le parole che si usano per mostrare il proprio pensiero, le proprie emozioni, vengono recepite con un'altra esperienza, con una diversa attribuzione di significato alle stesse...
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 25/02/09 alle 14:47 via WEB
Sì, aveva ragione Pirandello e ne avrebbe avuta ancora di più se non avesse limitato questo pensiero solo alle parole. In realtà, tutto quello che passa attraverso i nostri sensi viene filtrato dalla nostra sensibilità. Può essere un’alba, una coscia di pollo o una partita di football, sembra che stiamo guardando la stessa cosa ma ognuno la decodifica a modo proprio. E’ solo per questo che non tutti c’innamoriamo della stessa donna.
Questo dimostra anche quanto siamo stupidi o soltanto bugiardi quando siamo tutti a dire che la Gioconda è un capolavoro.
 
   
pregasi_toccare
pregasi_toccare il 25/02/09 alle 14:56 via WEB
La ricerca di certezze è quindi fallimentare in partenza, già come presupposto... e questo fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta :-))
 
     
lupopezzato
lupopezzato il 25/02/09 alle 15:01 via WEB
Sì e va vissuta una volta sola. La seconda volta ne conosceresti tutti i trucchi e non ti divertirebbe.
 
pregasi_toccare
pregasi_toccare il 25/02/09 alle 14:34 via WEB
Però... però... gli anni mi hanno persuaso che per quanto ci si possa impegnare, sforzare, l'univocità caratteriale, emotiva, non esiste. Chi è capace di grande coraggio, che ha grande fegato, ha in sè la predisposizione per avere, magari in situazioni ed ambiti differenti, lo stesso grado di pusillanimità, di paura... Lo studio della medicina cinese, teoria dei 5 elementi in primis, ne agevola la comprensione.
 
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