Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

 

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Cose che succedono in famiglia

Post n°54 pubblicato il 24 Marzo 2008 da middlemarch_g
 

Pranzo di Pasqua. Gradevole contesto familiare, cibo buono, tempo incerto. Di fronte al caffè, in salotto, mia cognata racconta ridendo di avere sognato mio marito insieme a un’amante, e di essersi svegliata preoccupatissima per me e per il nostro matrimonio, al punto da sentire la necessità di chiamarlo il giorno dopo per accertarsi di non aver avuto una di quelle cosette premonitrici che a volte capitano. Ci ridiamo su, e alla fine della discussione la cugina Giulia, simpatica ragazza, posa su di noi una sguardo materno e affettuoso e conclude: un’amante mi sembra davvero inverosimile. Si vede che siete in tale armonia…

Non ho infierito perchè a Pasqua in famiglia è opportuno darsi un tono. Ma lo faccio con voi. Apriamo un nuovo capitolo sul tema ‘normalità’. L’assunto è il seguente: perché una coppia in buona armonia per essere tale presuppone esclusivamente un’attività sessuale monodirezionale? Perché due persone che si amano come io e mio marito incondizionatamente ci amiamo, non possono essere attratti da altre creature senza con ciò decretare l’inizio dell’agonia della loro relazione? Perché continuiamo tutti a raccontarci questa assurda cazzata, che non ha alcun fondamento genetico o biologico, ma che di sicuro piace molto al papa? Perché insistiamo spacciando per naturale e psicologicamente congruo un atteggiamento che è culturale e di cui per inciso non è mai stata dimostrata l’utilità pratica a nessun fine, meno che mai a quello della felicità coniugale?

Perché due persone che si amano possono andare a cena fuori, in gita, a giocare a calcetto, a vedere un film, a sentire un concerto, ma non a letto con altri? Perché abbiamo il pessimo gusto di prediligere la fedeltà dei corpi piuttosto che quella dello spirito, della presenza al tuo fianco, del supporto morale, dell’affetto, della costanza, e della tenerezza? Perché troviamo del tutto normale condividere socialmente quasi tutte le esperienze – e anzi alla condivisione attribuiamo un valore spesso altamente morale – tranne quelle connesse con il sesso? Una coppia che non ha contatti umani con l’esterno – quei soggettini del genere Rosa e Olindo – ci fanno paura vero? Anche quando non arrivano a quegli estremi di violenza, le monadi coniugate incutono sempre un certo timore. Si intuisce che la chiusura, l’ossessione negativa dello scambio hanno qualcosa di patologico. La purezza è un concetto positivo solo il termini religiosi e culturali. Sotto il profilo biologico, genetico, etnografico e antropologico ciò che è puro è per definizione sterile. La ricchezza, la crescita, la potenza, l’evoluzione sono tutte figlie della contaminazione.

 E allora perché il sesso deve fare eccezione santoddio? Perché deve farci ancora tanta paura? E il primo che mi risponde: ehhh, ma vuoi mettere il rischio? Se te ne vai a scopare in giro come fai a sapere che non ti innamorerai? lo caccio dal Circolo.

Puoi scopare o vivere bendato, puoi evirarti o farti legare le tube, oppure infilarti in tutti i letti che ti capitano a tiro. Puoi esercitare la fedeltà a oltranza o portarti a letto chiunque ti sorrida. Puoi cedere, resistere, farlo random o ripetutamente, ogni volta che capita o solo quando vale la pena. Le puoi provare tutte, se ti va. E il contrario di tutte. Ma dal rischio di smettere di amare la persona che ami, dal rischio che la persona che ami smetta di amarti, non troverai mai niente che possa cautelarti davvero. E' la vita. Non puoi viverla col preservativo.

 
Rispondi al commento:
vogliounanormale
vogliounanormale il 25/03/08 alle 14:10 via WEB
SCUSA...ADESSO STUDIO CHE E' MEGLIO: Piccola guida grammaticale Lista di errori comuni Errori concernenti fatti ortografici, come l'indicazione dell'accento grafico e dell'apostrofo, l'inserzione o l'eliminazione di una 'i' avente valore puramente grafico. Forma errata Forma corretta conoscienza conoscenza coscenza coscienza ingegniere ingegnere scenza scienza é, cioé è, cioè caffé, té caffè, tè sè, nè, ventitrè sé, né, ventitré perchè, benchè, affinchè perché, benché, affinché potè, dovè poté, dové egli da egli dà egli fà, stà, và egli fa, sta, va un di un dì si (affermazione) sì ré, tré re, tre vicere, ventrire viceré, ventritré blù, sù blu, su rossoblu, lassu rossoblù, lassù un pò un po' a mò di a mo' di qual’è qual è un'altro, un'amico, buon'amico un altro, un amico, buon amico un altra, un amica, buon amica un'altra, un'amica, buon'amica Errori riguardanti fenomeni di raddoppiamento o scempiamento consonantico, a livello grafico e/o fonetico: Forma errata Forma corretta accellerare accelerare avvallo avallo biricchino birichino Caltanisetta Caltanissetta collutazione colluttazione eccezzionale eccezionale esterefatto esterrefatto Macchiaveli Machiavelli Missisipi Mississippi pressocché pressoché scorazzare scorrazzare Errori morfologici e/o sintattici: Forma errata Forma corretta che essi vadino, venghino che essi vadano, vengano che egli dasse, stasse che egli desse, stesse non mi oso dire non oso dire vorrei che tu vieni vorrei che tu venissi inerente il inerente al redarre redigere transare transigere un murales un murale un silos un silo un vigilantes un vigilante le speci le specie Errori lessicali: Forma errata Forma corretta al lato pratico all'atto pratico Errori connessi a fenomeni di dissimilazione o metatesi: Forma errata Forma corretta appropiato appropriato areoporto aeroporto metereologia meteorologia peronospera peronospora Errori relativi alla collocazione dell'accento tonico (pronuncia): Forma errata Forma corretta io abrògo io àbrogo àmaca amàca autodròmo autòdromo bàule baùle bolscèvico bolscevìco callifùgo, febbrifùgo callìfugo, febbrìfugo io centèllino io centellìno cosmopòlita cosmopolìta io dévio io devìo èdile edìle èdule edùle elettròdo elèttrodo eurèka èureka Frìuli Friùli giàcere giacére ilàre ìlare impàri [non pari] ìmpari l'ìncavo l'incàvo leccòrnia leccornìa mòllica mollìca Nuòro Nùoro persuàdere persuadére règime regìme rùbrica rubrìca sartìa sàrtia serotìno seròtino termìte tèrmite tràlice tralìce Più diffuso, non scorretto: Più diffuso; non scorretto Più corretto o più ricercato io àdulo io adùlo alchimìa alchìmia io arrògo io àrrogo diatrìba diàtriba io evàporo io evapóro guàina guaìna Íslam (accento sulla i) Islàm karakiri harakiri lubrìco lùbrico Nòbel Nobèl pignòro pìgnoro pitòsforo pittòsporo sàlubre salùbre mi sbèllico mi sbellìco scandìnavo scandinàvo le steli le stele le superfici le superficie io vàluto, svàluto io valùto, svalùto Casi di doppia grafia: Ammesso Preferito cosidetto, cosifatto cosiddetto, cosiffatto denuncie denunce efficenza efficienza leggiero leggero obbiettivo obiettivo provincie province sopratutto soprattutto sufficenza sufficienza the tè Per quanto riguarda se stesso e sé stesso (con il pronome riflessivo accentato), le due possibilità sono entrambe legittimate dall'uso attuale della lingua scritta. Un occhio più approfondito agli accenti L'accento deve essere scritto: nelle parole dove l'accento cade nella seconda sillaba (tronche) città, andò, lunedì. nei seguenti monosillabi, tutti gli altri invece non lo vogliono: ciò, può, già, più, giù, piè. su alcuni monosillabi per non confonderli con altre parole uguali nella pronuncia: dà (verbo dare) <- da (preposizione) dì (giorno) <- di (preposizione) <- di' (imperativo del verbo dire, è un troncamento, per questo vuole l'apostrofo) è (verbo) <- e (congiunzione) ché (perché, congiunzione) <- che (pronome relativo o congiunzione) là (avverbio) <- la (articolo) lì (avverbio) stai lì <- li (pronome) li avrei liberati né (congiunzione) né caldo né freddo <- ne (pronome o avverbio) me ne passeresti un po'? sé (pronome) fa tutto da sé <- se (congiunzione) se quella cosa fosse accaduta sì (avverbio) sì, lo conosco <- si (pronome) si alza sempre tardi tè (nome) gradisci un tè? <- te (pronome) vengo con te Sulle voci do, dai danno si può segnare l'accento, dò, dài, dànno per non confonderle con do (nota musicale), dai (prep. art.) e danno (nome). Non è sbagliato ma non necessario poiché in un discorso compiuto il senso della frase riesce a distinguere il significato di tali parole. L'accento NON si mette nelle note musicali. L’accento NON si usa sui monosillabi (con l’eccezione di quelli indicati in precedenza). In particolare non si mette l’accento sui qui, qua, so, sa, sto, sta, va, tra, fra, fu, fa, tre, blu, no, re. ATTENZIONE: i composti vanno sempre accentati. Perciò viceré, ventitré, trentatré, rossoblù, gialloblù, lassù, quassù, ristò, ristà, rifà, strafà. ATTENZIONE: come di’ (imperativo di dire, di cui abbiamo parlato sopra), anche da’, sta’, va’ e fa’ (imperativi di dare, stare, andare e fare) vogliono non l’accento ma l’apostrofo, così come po’ (= poco) e mo’ (= modo: a mo’ di), in quanto si tratta di particolari forme di troncamento.
 
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