« Cos'è per me una vera r... | Ci sono dei giorni..a volte.. » |
Gironzolando sul web ho trovato qualche citazione e qualche pensiero che mi ha colpito, sulla relazione. E dunque, dopo tanti post su questo argomento scritti con parole mie e che riguardavano direttamente le mie relazioni e le mie esperienze anche recenti in questo senso, lascio volentieri la parola a qualche altra voce, la cui mente è capace di pensieri profondi e semplici.
Per vivere la nostra unicità in modo sereno – non colpevole e non arrogante – dobbiamo aver accettato di essere ‘separati’, non per cattiveria (nostra o altrui), ma perché questa è la prima grande vocazione di ogni umano:essere sé stesso. Non esprimersi per paura che la propria diversità non vengaaccettata (e ci si trovi dunque di fronte alla squalifica o al rifiuto) significa tradire sé stessi. Solo chi vive con serenità il fatto di essereunico, inevitabilmente diverso dagli altri, può diventare il ‘poeta’ della propria esistenza, ovvero può affrontarla con coraggio e apertura creativa,pronto al rischio e alla bellezza di un incontro non confusivo e di unadistanza non umiliante o vendicativa. La ricerca ossessiva del consenso impoverisce noi e il mondo nel quale siamo inseriti.
Di nessun sentimento o sensazione devi vergognarti: seiresponsabile solo di ciò che ne farai. E se qualcosa che senti dentro ti dàfastidio, cerca piuttosto di capire cosa vuole dirti. Riascoltati dopo qualsiasi esperienza significativa, per vedere cosa hai appreso sulla vita e su te stesso, al di là del successo e del fallimento. Non avere paura di farti aiutare, accompagnare: davanti adun altro prendiamo coscienza di parti di noi altrimenti nascoste e insondabili.Rinuncia a controllare la vita: la primavera fiorisce, anche se sei seduto el’aspetti. Non spingere il fiume: scorre da solo. E non pretendere di fermarlo:saresti travolto. Lascia che ognuno sia se stesso, così l’incontrerai nellaverità. Di’ quello che devi dire: il non-detto si trasforma sempre in una chiusura o in un mostro. Non pretendere di indovinare i pensieri e le motivazioni dell’altro e non presumere di essere trasparente. Vivi le tue relazioni sapendo che l’altro è come tu lo hai cercato. Ringrazialo se ti delude: ti offre la possibilità di imboccare la strada migliore per ritrovarete stesso. Non affannarti a cercare la persona giusta: è un gioco che dura poco; prova ad essere tu la persona giusta. […] Se hai il gusto della bellezza e dell’eleganza nel rapporto con gli altri, conoscerai il calore che è la perla di ogni bellezza.
La fatica è essere nella relazione, perché nella relazione l’altro incontra anche se stesso. Dietro una “spinta distruttiva” c’è un corpoche non riesce ad incontrare l’altro. Quando l'individuo impazzisce dentro una relazione è nella relazione che si trova il senso del suo impazzire.
Credere nella relazione significa fidarsi del corpo. Una persona impara a “cadere” nell’amore se ha imparato a lasciarsi andare nel corpo dei genitori.
Chi, dopo un incontro con l’altro, sente emergere il bisogno della pausa, rivela che il contatto è avvenuto, che le anime si sonoincontrate. Dentro la pausa che segue l’incontro con l’altro è nascosto il segreto della difficile, misteriosa armonia tra il darsi e il riprendersi, l’appartenere e l’essere unici. Dentro la pausa è nascosto il segreto della difficile,misteriosa armonia tra il darsi e il riprendersi, l’appartenere e l’essere unici. […] Solo se dimoriamo (etimologicamente: stare con calma,indugiare) nella relazione, impariamo il tempo dell’intimità e dell’ascolto,dello stupore e della contemplazione, impariamo a lasciare che le cose accadano, a “lasciarci fare”. […] Ogni momento, se ascoltato, esprime la sua musica nel ritmo inesauribile della soggettività e della relazione, dell’incontro e dellapausa. Vivere il momento presente come portatore di Kairòs (tempo dellagrazia, in cui accade che le anime si incontrano) è dono concesso solo a chi è disposto a consegnarsi al tempo e alla relazione. |
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